E’ ormai noto che per entrare nel mondo dello spettacolo, basta passare i casting di due-tre programmi della nostra cara televisione. E tra questi, in pole-position, si piazza sicuramente lo show più completo del tubo catodico nostrano: Striscia la Notizia.
Dal 1988 – anno di creazione – il varietà si è sempre servito di due figure oltre a quella dei presentatori, che nel corso del tempo hanno dato vita ad un vero e proprio cult tra i giovani, o meglio, tra le più giovani: le veline.
All’inizio il loro ruolo era in perfetta linea con le idee del programma, ovvero, ironizzare sulle nudità femminili delle copertine di varie testate giornalistiche, in voga verso la fine degli anni ’80.
C’è che da allora le cose sono cambiate: niente notizie, né pattini, né scivoli.
Solo dei sinuosi stacchetti accompagnati da coreografie perlopiù semplici e sorrisi distribuiti. Un concorso di bellezza sempre aperto.
In realtà la polemica è molto vecchia (su certi punti ne sono perfettamente d’accordo) ed è passata attraverso vari pensieri dal “sono inutili” di Vanessa Incontrada, al ”sono volgari” di Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia e quest’ultima coglie appieno il significato della velina: non è affatto un’idea chiusa nel più arcaico bigottismo, ma piuttosto un analisi profonda su ciò che scatenano tali figure.
La Sozzani ha ragione, ma d’altro canto parla delle stesse signorine che non proprio in carne, posano sulle copertine del suo giornale.
Questo è il lavoro più desiderato dalle ragazzine, specie nella prima adolescenza. La libertà del vestiario – sempre carino e all’ultima moda – i soldi e la fama, oggigiorno sono consideratoiuna sorta di “porta comunicante” con lo showbiz; il fatto è che negli ultimi anni, a questo, si è aggiunto il binomio velina/calciatore quasi a costruire un prototipo di uomo e donna degni della società in cui viviamo, basata sull’immagine perfetta, osannata e ricca.
La questione va oltre la solita mercificazione del corpo femminile. Dietro a questo stupido baratto si nasconde il mancato coraggio ed impegno delle giovani generazioni permeate dalla cultura del tutto si può fare,tutto si può ottenere col minimo sforzo specie se si è belli.
I giovani, la cui personalità è in corso di sviluppo,si affidano a questi nuovi “eroi” per riconoscersi in loro e confermare il proprio narcisismo, talvolta crea una vera e propria patologia.
Non è sicuramente d’accordo Antonio Ricci, ideatore dello show, che dice la sua, attaccando non solo giornali e giornalisti ma addirittura programmi televisivi che fanno uso del corpo delle donne per un po’ di audience.
La sua però, sembra una difesa non molto imparziale a giudicare il suo pensiero: in sostanza, le veline fanno un semplice stacchetto, fanno attività di telepromozione (consumismo a go-go!) e sono sempre vestite (ma inquadrate solo su certi punti del corpo!).
Su una cosa però il concetto è coerente: senza VELINE… niente MISS ITALIA?!
Natalia
Fonte: sorrisi.com
Alessia dice
Ciao
credo che il mito delle veline sia stato osannato nei mitici 80 anni poi stereotipato fino ad oggi, qualcosa come una minestra riscaldata che ha perso nel tempo quell’autoironia che forse l’aveva contraddistinta all’inizio. Mi inorridisce sentire giovani ragazzine dire voglio fare la velina, perchè molte provano e pochissime quasi nessuno arriva. Con questo stesso intento sono nati programmi sempre più squallidi da GF all’isola dei famosi ecc, che ho bypassato preferendo un buon libro.
Non sono una vecchia bigotta, ma la mancanza di valori e scopi nella vita al di là dell’apparire mi lasciano molto amareggiata, sembra che tutto gli debba essere dovuto senza un minimo sforzo.
Pensare che alla loro età quando mi chiedevano che cosa vuoi fare rispondevo l’ingegnere nucleare, chimico poi biomedico, fino ad arrivare ad essere gelogo.Certo con i miei studi non fai i soldi, anzi non trovi neanche lavoro,ma almeno la mattina quando mi guardo nello specchio so chi sono, so cosa voglia e so che posso arrivarci ad ottenerlo perchè ho carattere, carisma, qualità e autostima. Cose che queste persone alla fine non sanno neanche dove stanno di casa.
Per ora faccio altro e non è detto che un giorno cambi ancora.
Non ho paura del mio domani perchè me lo costruisco oggi guardando e perdonandomi gli errori del passato è così che sono arrivata ad ottenere risultati importanti, sapere fare tesoro degli errori vuol dire imparare veramente ad ottenere quello che si vuole, non battendo le ciglia lavorando ma con il sorriso sempre sulle labbra.
Baci buona serata Alex
Natalia Caprioli dice
Alessia,
sono competamente d’accordo con te,in sostanza,il nostro pensiero è lo stesso.
Sono in vacanza in un camping e mi capita spesso (molte volte al giorno) di ascoltare i discorsi anche di 11enni che hanno appena terminato la 5a elementare,sul voler frequentare corsi di portamento e affini per poi essere lanciate “da Corona” (l’ho sentito con le mie orecchie!),così da poter diventare le future Belen.
Ho cambiato ombrellone e quando le vedo,mi fanno tanta rabbia!
Oltre loro,odio soprattutto i genitori,che il più delle volte acconsentono a tutto questo. Horrible!
un saluto!
Empa Strega Cattiva dice
alla mia età…posso giusto andare a fare "velone"..hahaha