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“Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro.
È Lui che pensa. È Lui che scrive.
La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.
La matita deve solo poter essere usata.”
Queste sono le parole con cui Madre Teresa era solita descriversi: una matita nelle mani di Dio.
Una piccola e minuta matita nata il 26 agosto del 1910 a Skopje, città macedone, il cui vero nome era Anjeza Gonxhe Bojaxhiu; cresciuta da genitori di fede cattolica, fu battezzata alla nascita, ricevette la comunione a cinque anni e mezzo e la cresima all’età di sei anni.
Viveva in una famiglia felice ed economicamente benestante, dedita ai valori religiosi e alla famiglia; nel 1918, all’età di otto anni, Anjeza perse il padre improvvisamente: fu una morte inaspettata, che gettò la famiglia nel dolore e nella crisi economica, perché il sostentamento principale di questa derivava dal lavoro del padre.
Furono anni difficili per la madre di Anjeza che, tuttavia, cercò con forza di allevare i suoi figli (cinque in tutto), insegnando loro i valori del rispetto, dell’amore e del coraggio.
Tali insegnamenti si radicarono a fondo nel cuore di Anjeza, tanto che a quattordici anni partecipava già in modo assiduo alle attività della Parrocchia del Sacro Cuore di Skopje, aiutando i bisognoso e cantando nel coro parrocchiale.
Fu durante questi anni che imparò a conoscere la storia dei gesuiti e delle loro missioni, riservando particolare attenzione all’India, una Terra per lei sconosciuta ma bisognosa di aiuto; l’amore per il prossimo e l’ammirazione per i missionari cattolici del mondo, la spronarono a prendere i voti all’età di diciotto anni: decise di entrare nell’Istituto della Beata Vergine Maria in Irlanda, le cui missionarie sono conosciute come le “Suore di Loreto”; non fu una scelta casuale, lo stesso Istituto, infatti, operava con missioni di bene proprio in India, Terra amata dalla stessa Anjeza.
Fu così che, nel 1929 fece il suo primo viaggio in India, recandosi prima a Calcutta, poi in una località vicino alle pendici dell’Himalaya, dove completò la sua formazione per divenire una Suora di Loreto.
Nel 1931, forte della sua esperienza di due anni a contatto con i malati e con i bisognosi, ricevette i voti e prese il nome di Suor Mary Teresa, come Santa Teresa di Lisieux, una Suora Carmelitana francese conosciuta come Santa Teresina.
Suor Mary Teresa poteva finalmente tornare nella sua amata India; si recò nella comunità di Loreto presente a Entally, a Calcutta, dove iniziò ad insegnare storia e geografia nella scuola femminile di St. Mary. Negli anni in cui si dedicò all’insegnamento, non le fu permesso occuparsi dei bisognosi, ma Suor Mary Teresa continuava a stare vicino ai suoi malati grazie al volontariato delle sue studentesse.
Nel 1937 prese finalmente i voti perpetui, rimanendo sempre in India: è questo l’anno in cui prese il nome con cui tutti la conosciamo, Madre Teresa, un nome che diventerà simbolo di pace e di amore in tutto il Mondo. Con i voti definitivi, diventò “la sposa di Gesù per tutta l’eternità”, come lei stessa disse.
Presi i voti, tornò a Calcutta, dove continuò ad insegnare al St. Mary fino al 1944, anno in cui ne fu eletta direttrice; la scuola femminile, durante gli anni che videro lo scoppio della seconda guerra mondiale, divenne un rifugio per bambini orfani e feriti di guerra, subendo una grande trasformazione e diventando, nel 1945, un ospedale militare britannico, in seguito ad una requisizione.
Un anno dopo, nel 1946, Madre Teresa si ritrovò in una Calcutta tristemente devastata: i violenti scontri tra fazioni e le conseguenze della guerra avevano lasciato una città “morta”, piena di anime in pena, di anime ferite e bisognose di cure; fu un momento doloroso per Madre Teresa, che le permise di comprendere ciò che voleva fare di più al mondo: aiutare il prossimo, attraverso l’amore di Dio. Fu una decisione che lei stessa chiamò “una chiamata nella chiamata”:
“Quella notte aprii gli occhi sulla sofferenza e capii a fondo l’essenza della mia vocazione […] Sentivo che il Signore mi chiedeva di rinunciare alla vita tranquilla all’interno della mia congregazione religiosa per uscire nelle strade a servire i poveri. Era un ordine. Non era un suggerimento, un invito o una proposta […] “
(Cit. in Renzo Allegri, Madre Teresa mi ha detto, Ancora Editrice, Milano, 2010)
Fu attraverso questa chiamata che decise di lasciare il collegio e l’insegnamento per donarsi ai poveri: in due anni, ottenne le autorizzazioni dal Vescovo di Calcutta per fondare le “Missionarie della carità” e nel 1948, per la prima volta, indossò il sari bianco e azzurro con cui tutti noi la conosciamo.
Il 21 dicembre dello stesso anno, Madre Teresa iniziò i suoi giri nei sobborghi più poveri e devastati di Calcutta, portando il rosario sempre tra le sue mani: curò feriti, ammalati, vecchi, bambini e donne; portò amore ogni giorno in una casa diversa. Presto, si unirono a lei le sue ex allieve, che ogni giorno la accompagnavano alla ricerca di bisognosi da curare e da amare.
Nel 1950, le Missionarie della Carità vennero ufficialmente riconosciute ed iniziò così un lungo viaggio attraverso l’India, per diffondere i principi base di questa nuova congregazione: le allieve di Madre Teresa iniziarono a viaggiare in tutti i territori indiani, prestando cure ai malati e conforto ai poveri; durante il 1960 i viaggi si fecero più assidui e le Missionarie di Carità iniziarono a farsi conoscere a livello mondiale, tanto che Paolo VI, nel 1965, suggerì a Madre Teresa di aprire una casa missione in Venezuela, dove c’era molta gente bisognosa. Grazie al suo spirito caritatevole, nel 1962 ricevette il Premio indiano Padmashri e nel 1979 le fu assegnato il Nobel per la Pace. Negli anni, furono aperti nuovi centri anche a Roma e nelle grandi città mondiali, arrivando persino in Russia, Cuba e la natia Albania, dando vita a centri che aiutassero anche i malati di lebbra nelle regioni più ostili dei Continenti.
La povertà ed il bisogno di amore era tanto nel Mondo, fu per questo motivo che nel 1963 Madre Teresa fondò anche la congregazione dei Fratelli Missionari della Carità e, venti anni più tardi, diede vita ai Padri Missionari della Carità, unendo lo spirito caritatevole dei fratelli di tutti i Continenti; ma la fede religiosa fu anche un modo per unire fedeli di religioni diverse, che si unirono tutti insieme prendendo come unico Padre l’Amore e fondando i Missionari della Carità Laici.
Nel 1991 fu la volta della fondazione del Movimento Corpus Christi, dedicato a coloro che volevano dedicare la loro vita e il loro amore ai bisognosi;, mentre tutto il Mondo seguiva e si appassionava alla vita e alle opere di questa Donna meravigliosa. La sua vita conobbe momenti gloriosi, uno di questi fu coronato dalla grande amicizia con Papa Giovanni Paolo II, un altro grande personaggio della storia religiosa e umana mondiale.
Durante gli anni ottanta, il suo fisico minuto e provato dai tanti sacrifici fu colpito da infarto, in seguito al quale fu ricoverata ed operata nel 1989; gli anni successivi, fu colpita prima da una grave polmonite, poi da una grave forma di malaria, per poi cadere vittima di un incidente domestico in cui si ruppe la clavicola.
Nel marzo del 1997, Madre Teresa, debole e stanca, lasciò la guida delle Missionarie della Carità ed incontrò Papa Giovanni Paolo II per l’ultima volta: morì il 5 settembre del 1997 a ottantasette anni.
La sua morte fu un duro colpo per l’intera umanità. Tutto il Mondo pianse la perdita di questa grande Donna e, ancora oggi, Madre Teresa è nel cuore di tutti, indistintamente dalla fede religiosa seguita.
Il suo corpo è sepolto a Calcutta, nella sede della sua congregazione, e nella sua tomba è riportato il seguente verso del Vangelo di Giovanni:
“Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.” (Giovanni 15,12)
Nell’ottobre del 2003, Madre Teresa è stata proclamata “Beata” e nel 2005 è stato avviato il processo di canonizzazione per dichiarare ufficialmente la sua Santità.
La sua vita e le sue opere sono state riconosciute a livello mondiale e le sono stati dedicati premi e celebrazioni anche in seguito alla sua morte;.
Aggiungere altro, sarebbe superfluo. In tutta la sua vita, sono innumerevoli le opere di bene che Madre Teresa ha portato a compimento.
L’unico modo in cui mi sento di concludere questo breve riassunto della sua vita è con una sua citazione:
“Non possiamo parlare finché non ascoltiamo. Quando avremo il cuore colmo, la bocca parlerà, la mente penserà.”
Beatrice
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Fonte articolo: www.vatican.va
Gabry Castelnovo dice
anche solo per un minuto, vorrei sentire la gioia che Madre Teresa ha provato in questo gesto. Beata Madre Teresa aiutami sempre ad essere umile e in pace.
Gabry Castelnovo dice
5 settembre 1997 Madre Teresa tornava alla Casa del Padre.
Fasanella Chiara dice
Una grande donna e madre di dio aiutaci Madre Teresa di Calcutta.