Focalizzandosi su un fattore puramente estetico, è cosa usuale ritenere che un bell’aspetto fisico sia sinonimo di conquista sicura. Recenti ricerche però hanno dimostrato che il vero “passepartout ammaliatore” risiede nella voce, che viene dunque ad assumere valenze particolari nel tanto analizzato fenomeno della seduzione.
Lo studio che ha portato alla luce questi dati è stato pubblicato sul “Journal of general psicology”. Un gruppo di medici di Milano, tra l’altro docenti alla facoltà di Psicologia della comunicazione alla Cattolica, per un anno hanno tenuto sotto controllo 19 coppie di studenti, di età compresa tra i 20 e i 27 anni (coppie intese in senso lato in quanto i ragazzi e le ragazze non dovevano mai essersi visti prima di allora).
Inizialmente l’esperimento ha comportato una semplice visualizzazione gli uni delle altre attraverso un vetro (una sorta di riconoscimento in stile poliziesco, per intenderci) e soltanto in seconda istanza c’è stato l’approccio vocale. Quantunque si trattasse di un’esperienza guidata, l’interazione verbale è stata spontanea ed ha sfiorato argomenti di vario interesse (dagli studi alla famiglia al tempo libero).
Dopo una valutazione strettamente scientifica e con l’aiuto di un modernissimo macchinario in grado di frammentare i suoni e di analizzarne ritmo, intensità e tono, è emerso che la tonalità di voce più cadenzata e moderatamente vivace aveva fatto sì che alcuni ragazzi più di altri affascinassero le ragazze con cui si era svolta la conversazione.
A valle di questo interessante esperimento, i professori coinvolti si sono sentiti addirittura in grado di tracciare il profilo della “voce della seduzione”. Inefficace in tal senso è una voce monocorde e dunque in grado di non suscitare particolare attenzione. Al contrario è efficace una voce sottile, non stridula, accomodante, intensa e piena di variazioni di tonalità. Un atteggiamento non invadente e una sana autoironia andranno a completare una valida comunicazione seduttiva.
Lisa Besutti
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