Oggi passeggiata nel passato! Sapevate, ad esempio, che non è vero che l’abito nuziale è bianco per indicare la purezza della donna che lo indossa? In quest’articolo si parlerà di questo e di tanto altro perché ripercorreremo la storia dell’abito da sposa!
Cominciamo dall’antica Grecia: a quel tempo le le spose indossavano la tunica abituale cinta, però, in vita da dei cordoni e portavano coroncine di mirto, fiore sacro ad alla dea dell’amore, Afrodite.
Nell’antica Roma, invece, le spose indossavano tuniche bianche strette in vita da una cintura di lana annodata in modo particolare contro il malocchio. La veste bianca era coperta da un manto color zafferano e i calzari erano della stessa tonalità.
Durante il Medioevo la sposa rappresentava l’intera famiglia, della cui situazione economica era simbolo. Più il colore dell’abito era acceso, più i materiali erano pregiati e più, allora, la famiglia era benestante. Spesso la sposa indossava persino pellicce.
L’abito bianco divenne popolare intorno al 1840, dopo il matrimonio della regina Vittoria. La convinzione che il colore bianco rappresentasse la purezza arrivò solo successivamente. Oggi l’abito bianco è semplicemente la scelta più tradizionale per il matrimonio.
E dopo qualche cenno sulla storia dell’abito da sposa, ecco come si evolve nel tempo la sua “forma”: a inizio ‘800 ci si ispira all’antica Roma con abiti, appunto, in stile impero. Le maniche sono corte e a palloncino e i colori sono quelli pastello o il bianco, che conferisce l’aspetto delle antiche statue marmoree.
Dalla metà alla fine dell’800 ecco comparire l’abito da sposa stretto nel punto vita con un’ampia gonna. Balze, tulle e chiffon sono i protagonisti. Prima della Regina Vittoria l’abito era colorato, spesso in colori scuri come il marrone, il blu o il nero, per non sporcarsi facilmente e in modo da poter essere riutilizzato in altre occasioni.
All’inizio del ‘900 l’abito da sposa comincia ad essere utilizzato solo per il giorno del matrimonio, il bianco diventa il colore per eccellenza e nasce la “moda sposa”. Sino alla Prima Guerra Mondiale l’abito è caratterizzato da uno strascico lunghissimo.
Tra il 1920 e il 1930 le spose vestono abiti corti al ginocchio, spesso abbinati ad una cloche. La fautrice di questa rivoluzione? Coco Chanel.
Negli anni Trenta l’abito torna ad essere lungo e la sposa diventa sinuosa: è il periodo dell’abito a sirena. Viene inoltre introdotto l’uso del boquet ed entra in scena anche il velo lungo.
Mentre gli anni ’40 sono caratterizzati da guerra e povertà, motivi per i quali spesso le donne noleggiano l’abito, lo prendono in prestito o lo cuciono da sole, negli anni ’50 Christian Dior lancia il “new look”: spalle scoperte, seno in evidenza, punto vita stretto e gonne ampie. In quegli anni Grace Kelly Sposa Ranieri III di Monaco indossando un abito disegnato da Helen Rose, costumista della MGM. Quell’abito da sposa è ancora considerato il più bello di tutti i tempi.
Gli anni ’60 e ’70 fanno da preludio ai giorni nostri: il femminismo influenza anche la moda sposa, torna il corto, e un cappello a tesa larga può benissimo sostituire il velo. Avorio, panna ed altre sfumature del bianco entrano in scena, insieme a tutti gli altri colori, per le più audaci.
Oggi non esiste una vera e propria moda nel mondo degli abiti da sposa, tutto dipende dalla personalità di chi lo sceglie e deve indossarlo. Vanno ugualmente “di moda” gli abiti ampi, quelli a sirena, quelli in stile greco, corti lunghi… persino i pantaloni! Con o senza velo, per il materiale da scegliere e per i colori c’è solo da chiedere! I giorni nostri sono una vera e propria sintesi dell’intera storia dell’abito da sposa!
Fonti foto: www.marieclaire.it, womanbrideblog.com, www.grazia.it
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