Il progresso è regresso recitava un “vecchio” – ma sempreverde – monito. E se prima bisognava abbonarsi a pagamento a riviste sessuali, ora, il web ci suggerisce pratiche, metodi e linee guida. Al momento il trend è lo Stealthing.
Ricordo quando internet non c’era e si rimaneva all’oscuro di tutto, al massimo alcuni “episodi imbarazzanti” si confidavano all’amica facendo poi il bilancio delle “esperienze” per cercare di capirne di più, con la speranza che qualcuna avesse più confidenza con la spavalda ed aggiornata del gruppo, che quasi sempre era la “capo banda” che aveva fatto/provato tutto; la più fortunata degli anni 80/90 aveva già “una mamma per amica” la quale la istruiva sui probabili “incidenti sessuali”. La parola SESSO era quasi vietata, (io ad esempio avevo una “giovane” zia che la pronunciava sussurrando).
Oggi no, c’è il web che tutto conosce che tutto ti dice e che sempre più spesso, tira fuori dal cilindro qualche moda, qualche novità ed il mondo “chiaro/scuro” del sesso è alla portata di tutti, ma proprio tutti, invasati e molestatori compresi. Purtroppo insieme alle tante notizie messe in rete con facilità e disinibizione si intercorrono anche alcuni trend che sfiorano (quando non sono esplicite) le pratiche degli abusi sessuali, l’esempio attuale è lo Stealthing (letteralmente tradotto in “di nascosto”): una pratica sessuale al maschile che consiste nello sfilarsi il preservativo durante un rapporto senza che il partner se ne accorga e, quindi, sia consenziente!
Stealthing, quando non usare il preservativo è illegale
Uno nuovo studio americano, condotto da Alexandra Brodsly per il Columbia Journal of Gender and Law, ha fatto luce sulla diffusione crescente di questa allarmante pratica sessuale, sia nelle comunità etero che in quelle omosessuali che espone a notevoli rischi la salute di chi la mette in atto e dell’ignaro partner.
Cosa c’entra il web con tutto questo? La Brodsky nel suo saggio, ha parlato anche dell’esistenza di comunità online nate per difendere lo stealthing come un diritto del maschio di “diffondere il suo seme” a prescindere dal tipo di rapporto, gay o etero, e di forum in cui alcuni uomini insegnano la pratica e offrono consigli per la rimozione non consensuale del preservativo durante il sesso.
Stando a questi studi americani ed alcune interviste ad esperti di sesso, si parla anche di Stealthing al femminile: si fa, ad esempio, compromettendo l’efficacia del preservativo praticando minuscoli buchi con degli aghi oppure manomettendolo di nascosto, nel tentativo di farsi mettere incinta con l’inganno.
Ovviamente come si può ben intendere lo Stealthing è una pratica non solo assai pericolosa che espone le vittime a rischi fisici della gravidanza ed a malattie (incluse HIV ed herpes recidiva) ma è illegale, nonostante nessuna legge vieti espressamente lo stealthing, la Brodsky ritiene che questo atto trasformi il sesso consensuale in sesso non consensuale e che quindi la pratica sia vietata dalla legge: se tra i due partner occasionali, ma anche formalmente legati da vincoli legali di qualche sorta, non c’è consenso, si può considerare una possibile violazione del diritto penale, civile, e contrattuale.
Il Criminal Prosecution Service del Regno Unito definisce il consenso come il discrimine tra stupro e sesso consensuale, per cui scegliendo di rimuovere il preservativo senza chiedere il permesso, la difesa legale viene invalidata dato che il partner non ha avuto voce in capitolo.
In Svizzera invece la prima sentenza: un uomo di quarantasette anni è stato condannato per stupro dopo aver rimosso il preservativo durante il rapporto con una donna conosciuta su Tinder. L’uomo è stato condannato a dodici mesi con sospensione condizionale, il giudice ha stabilito che se la donna avesse saputo quello che sarebbe successo, non avrebbe fatto sesso con quella persona.
Uomini, donne, “stealthinghisti”, lasciate perdere questa “moda”: è del tutto sbagliato perché non si tratta di una questione di costume ma di un gesto criminale in molti ordinamenti legislativi. E comunque, al di là delle leggi, di un abuso.
*fonti intervista Huffington Post UK
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