Fonte immagine: zairamiglietta.wordpress.com
Cosa vuol dire “vivere credendo di essere morti”? Proviamo a spiegarlo con queste poche righe:
“Non senti anche tu questa puzza? E’ un fetore insopportabile… sono le mie viscere, è sicuramente il mio corpo che si sta putrefacendo… tanto non lo sento nemmeno più. Non provo più nulla sono sicuramente morto.”
Assomiglia un pò alla celebre frase di Charles Bukowsky: “Fiutavo la morte nell’aria, e adesso che la fiutavo non ero poi così sicuro di che avesse un buon profumo”.
La prima frase è quello che potrebbe riferirvi chi soffre della Sindrome di Cotard: una malattia psichiatrica causata da un disturbo neurologico che genera, in chi ne soffre, la convinzione di essere morto.
Questa sindrome prende il nome da Jules Cotard, il neurologo francese che per primo la descrisse nel lontano 1880, e che chiamò “le délire de negation” (delirio di negazione).
Questo disturbo è causato da un’interruzione patologica delle fibre nervose che connettono il centro delle emozioni alle aree sensoriali, provocando una totale mancanza di rilevanza emotiva; così che l’unico modo per spiegarsi questa totale assenza di emozioni rimane quello di credere di essere morto.
Questa convinzione è associata anche alla sensazione che il proprio corpo si sia trasformato, pietrificato, di non avere un’anima e addirittura di non essere mai nati ed in alcuni casi gravi si arriva a percepire la propria carne in putrefazione.
Di solito questo disturbo è accompagnato da ansia e tematiche ipocondriache di depersonalizzazione somatica e derealizzazione, nella sua forma pura è osservato nei pazienti affetti da depressione, schizofrenia e disturbo psicotico e spesso è associato a demenza.
Di solito si manifesta intorno ai 40-50 anni, con maggiore incidenza per le donne.
Fonte: deisogni.org
Quali sono i sintomi della Sindrome?
Chi è affetto da questa sindrome si riconosce dal fatto che riferisce convinzioni che possono apparire strane, particolari ed incomprensibili:
⁃ se si chiede loro il nome o l’età, molti riferiscono di non avere né l’uno né l’altro e dicono di non essere mai nati;
⁃ se si chiede loro se hanno mal di testa o mal di stomaco, questi rispondono di non sentire nessun dolore poiché non hanno né testa, né stomaco. Alcuni riferiscono di non avere proprio il corpo.
⁃ se si chiede loro chi erano il padre e la madre, non si ottiene nessuna risposta poichè sono convinti di non avere né l’uno, né l’altro.
In alcuni casi rarissimi, la negazione è totale tanto che li porta a negare anche l’esistenza di ciò che li circonda.
Qual è la terapia più indicata?
Il ricorso ad un trattamento psichiatrico è il più frequente, con l’utilizzo di antipsicotici, con particolare attenzione alla modalità di somministrazione: in questi soggetti manca la consapevolezza della malattia e per questo non sono disposti a sottoporsi ad una cura.
E’ molto indicata anche una psicoterapia, anche se la mancanza di consapevolezza del soggetto porta a serie difficoltà nello stabilire una relazione terapeutica di fiducia con lui e considerato che è completamente refrattario a qualsiasi obiezione razionale che riguardi la propria convinzione, il percorso terapeutico è molto complesso, anche se non impossibile.
Per qualsiasi ulteriore domanda, non esitare a contattarmi scrivendomi a: psicologia@tentazionedonna.it
Ho scritto questo articolo con l’aiuto della Dott.ssa Francesca Romana Rodi
Dott.ssa Cristina Colantuono
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