La donna costruisce il rapporto col proprio figlio sin dal momento del concepimento: inizia con le rappresentazioni di quello che potrebbe essere e finisce poi per farsi condizionare da esse. Lo psicologo può aiutare la mamma a comprendere questo meccanismo e ad evitare che diventino condizionamenti negativi.
La gravidanza e la maternità sono delle tappe speciali nella vita di una donna e possono assumere connotazioni positive o negative, diverse ed originali in base al carattere ed alla personalità di ognuna.
Sono situazioni che portano ad un totale cambiamento, non solo quello palesemente fisico ma anche e soprattutto quello interiore, quello che permette di scoprirsi non più solo come “Donna” ma anche come “Madre”: il riconoscimento e l’accettazione di un “altro da Sé”.
E’ chiaro quindi che si tratta di un evento di vita che implica, quindi, un vasto processo di riorganizzazione della personalità che da un lato può condurre ad un sano percorso di assunzione del ruolo materno ma dall’altro anche a scompensi a livello nevrotico o psicotico.
Riassumendo, il modo con cui si affronta la complessità psicologica della gravidanza e della maternità è strettamente legata al grado di sviluppo e di strutturazione raggiunto dalla sessualità, dalla personalità, dai meccanismi di difesa e di controllo della realtà esterna, dalle immagini di sé, dai fattori di rischio che possono interferire durante la gravidanza e dalle modalità di rapporto con le figure genitoriali, specialmente quella materna.
Le rappresentazioni materne
Durante la gravidanza, il feto e l’ambiente circostante entrano in relazione tramite la madre che svolge il ruolo di un vero e proprio anello di congiunzione: il bambino cresce all’interno della madre, influenzandola e venendone al tempo stesso influenzato, e la madre a sua volta è inserita in un contesto socio affettivo con il quale interagisce in continuazione.
In letteratura Winnicott ha contribuito allo studio del fenomeno con il concetto di “preoccupazione materna primaria” e con le osservazioni sui primissimi stati mentali e ne è stato pioniere tanto da mettere in evidenza, per la prima volta, come la relazione madre-bambino ha origine addirittura nelle fasi precedenti alla nascita grazie al coinvolgimento affettivo che la mente del genitore sviluppa verso il bambino atteso.
Ci si è resi conto quindi che le madri, già a partire dall’ultimo periodo della gestazione, elaborano delle rappresentazioni mentali e delle percezioni stabili sulla personalità del feto.
Durante la gravidanza, la madre sperimenta emozioni e stati d’animo come sfondo delle specifiche modalità di costruzione del legame con il bambino ancor prima che nasca.
Le caratteristiche attribuite al bambino, oltre a suscitare entusiasmo, ansia o delusione, risvegliano conflitti irrisolti legati alla propria infanzia e generano un’attesa sia sul bambino che su di sé come madre.
Costruzioni che finiscono per modellare i comportamenti di cura e gli stili di attaccamento.
Le rappresentazioni materne diventano infatti un patrimonio affettivo di base che può avere un ruolo centrale nel determinare le strategie di comportamento verso il proprio figlio e nell’influenzare le modalità di attaccamento già durante la gestazione.
Hanno infatti il potere di indirizzare mente e cuore nelle interazioni con il bambino e nelle esperienze, nei comportamenti e nei vissuti affettivi e relazionali successivi.
Il ruolo dello psicologo nel sostegno alle gestanti
Il contatto con uno psicologo in gravidanza è consigliato per diverse motivazioni, primo fra tutti la prevenzione della depressione post-partum.
Ma anche: analizzare il contenuto e la struttura delle rappresentazioni sul feto permette di comprendere gli indici materni di adattamento alla gravidanza ed al futuro ruolo genitoriale.
Nel caso in cui tali rappresentazioni risultassero rigide, poco flessibili, confuse, idealizzate, anaffettive o pervase da fantasie elevate e bizzarre, lo psicologo può sostenere ed aiutare la mamma così da evitare che venga messa a rischio la costruzione di una relazione adeguata e reciprocamente soddisfacente con il neonato.
Lo studio delle rappresentazioni materne è di estrema importanza per quanto riguarda la prevenzione di disturbi infantili e la costruzione di strategie materne sane e funzionali.
Sono analisi che hanno un valore predittivo poiché permettono allo psicologo di intervenire con programmi di prevenzione o con interventi precoci che limitano il danno e tutelano la salute dell’intera famiglia.
Ho scritto questo articolo con l’aiuto della Dott.ssa Silvia Brucoli
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