ADHD (Attention–Deficit/Hiperactivity Disorder) o più semplicemente ADD (Attention Deficit Disorder) è la sigla della Sindrome da deficit di attenzione e iperattività .
E’ un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in taluni casi impedisce il normale sviluppo e l’integrazione sociale dei bambini poiché si mostra attraverso problemi nelle relazioni interpersonali.
Quali sono le sue caratteristiche?
Vari studi di tipo sociometrico hanno confermato che bambini affetti da deficit di attenzione con o senza iperattività hanno anche altre caratteristiche comportamentali:
- ricevono minori apprezzamenti e maggiori rifiuti dai loro compagni di scuola o di gioco;
- pronunciano un numero di frasi negative nei confronti dei loro compagni dieci volte superiori rispetto agli altri;
- presentano un comportamento aggressivo tre volte superiore;
- non rispettano e non riescono a rispettare le regole di comportamento in gruppo e nel gioco;
- laddove il bambino con ADHD assume un ruolo attivo riesce ad essere collaborante, cooperativo e volto al mantenimento delle relazioni di amicizia;
- laddove, invece, il loro ruolo diventa passivo e non ben definito, essi diventano più contestatori e incapaci di comunicare proficuamente con i coetanei.
Si tratta di un disturbo articolato, multifattoriale che nel 70-80% dei casi coesiste con un altro o altri disturbi e questo aggrava la sintomatologia rendendo complessa sia la diagnosi sia la terapia. Frequentemente, i bambini affetti da questo disturbo possono inoltre avere anche il disturbo oppositivo-provocatorio, i disturbi della condotta, disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, ecc. ), tic ……
Come trattare il disturbo?
Per riuscire a migliorare il comportamento di alcuni pazienti iperattivi e con deficit d’attenzione si sono rivelate efficaci, unitamente a psicoterapie, cambiamenti dello stile di vita, interventi clinico-psicologici ed anche alcune molecole psicoattive come il metilfenidato e l’atomoxetina anche se diverse critiche sono state mosse contro l’uso di questi medicinali.
I genitori, alle prese con bimbi affetti dalla sindrome ADHD, si trovano giornalmente a combattere con il proprio figli ingestibile. Sentirsi soli e sconfortati è normale, ma non si deve pensare che il proprio bambino sia condannato ad una vita costantemente borderline, tra medicinali e frustrazioni continue.
Non è così, le possibilità di accedere ad un futuro ricco, pieno e di successo, nel senso di appagamento, e della possibilità di realizzare progetti e sogni, sono in tutto e per tutto uguali, se non superiori, a quelle degli altri bambini “normali’’.
Sappiamo bene, infatti, che le persone affette da ADHD sono spesso anche dotate di un quoziente intellettivo superiore alla media che addirittura, in alcuni casi, sconfina nella genialità.
Alcuni consigli pratici per i genitori
Esistono una serie di norme comportamentali alle quali i genitori possono attenersi per riuscire a contenere l’esuberanza del bimbo e il suo deficit di attenzione:
- Creare un ambiente disciplinato e organizzato in casa. Per questo è fondamentale che i genitori siano in perfetto accordo sulla maniera di agire e si comportino in modo tale da non sconfessare l’uno ciò che ha deciso l’altro;
- Dare al bambino un comando alla volta per non mandarlo in confusione;
- Essere fermi nei comandi e controllare che vengano eseguiti;
- Ignorare gli atteggiamenti solo lievemente negativi;
- Punire severamente i comportamenti molto negativi;
- Essere di esempio positivo;
- Evitare di essere aggressivi nei comandi (anche quando ci si sente esausti e sembra di non farcela più, è necessario cercare di mantenere calma e autocontrollo);
- Evitare le punizioni corporali sostituendole con più efficaci tecniche educative quali il privare il bimbo di una cosa a lui molto gradita o l’obbligarlo a rimanere fermo per alcuni minuti per riflettere sul malfatto;
- Premiare sempre i comportamenti positivi gratificando il bimbo.
Sono una serie di consigli pratici studiati dagli psicoterapeuti da associare alle terapie psicologiche e, qualora si dimostrasse assolutamente necessario, anche a quelle farmacologiche.
La cosa più importante da ricordare, poiché le famiglie in cui è presente un bambino con problemi disfunzionali da iperattività si sentono spesso abbandonate, è che sappiano di non essere sole.
In Italia è presente l’AIFA ONLUS: un’associazione di genitori che ha creato una rete di mutuo aiuto tra genitori di ragazzi affetti dall’ADHD.
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