La sessualità non ha bisogno di descrizione, la depressione è un disturbo dell’umore i cui sintomi (cognitivi, comportamentali, affettivi…) compromettono il modo di vivere di una persona, i ragionamenti, i pensieri, l’atteggiamento verso gli altri ed il mondo.
In che modo una patologia può influire e modificare un aspetto così importante nella vita di ognuno di noi? Vediamolo insieme!
Iniziamo col dire che un collegamento c’è poiché la depressione è una causa frequente dei disturbi sessuali, soprattutto femminili: gli stessi meccanismi che provocano la sindrome depressiva possono essere alla base di patologie psicosessuali.
La depressione stessa funziona poi da cassa di risonanza dei sintomi sessuali.
Quali sono i punti in comune?
E’ possibile che nella depressione si verifichino tre effetti di interesse sessuologico: inibizione, attivazione patologica, attivazione fisiologica.
INIBIZIONE: lo stato depressivo frena lo slancio vitale del soggetto e quindi diminuisce anche il desiderio sessuale, il piacere e l’affettività che accompagnano l’atto. Eccitazione ed orgasmo non sono in diretto contatto con le alterazioni dell’umore ma possono venire pregiudicati da questa compromissione di piacere, desiderio ed affetti.
L’individuo che soffre di depressione può comunque decidere di avere un atto sessuale ma non è propenso a prendere l’iniziativa e durante l’atto può provare scarsa soddisfazione e poco coinvolgimento.
Inoltre, gli effetti collaterali dei farmaci antidepressivi possono riguardare anche l’inibizione del desiderio, dell’eccitazione e del piacere.
ATTIVAZIONE PATOLOGICA: alcuni possono reagire alla depressione attraverso un’attività sessuale frenetica e promiscua, la frenesia di colmare un vuoto come accade nella bulimia e nella dipendenza.
Nei casi estremi si perviene alla “sexual addiction”, una dipendenza verso l’atto sessuale che diventano sempre più invasive nella personalità del soggetto parallelamente alla diminuzione della capacità di provare piacere.
ATTIVAZIONE FISIOLOGICA: si presenta quando l’attività sessuale si basa sulle emozioni riparative che tentano di contrastare un senso di angoscia e distruzione: è il caso di due coniugi che, di fronte ad un grande lutto, provano l’impulso sessuale forti di amarsi ancora di più.
Che collegamento c’è?
Senza dubbio l’atto sessuale è un potente fattore antidepressivo: aumenta l’autostima, permette all’aggressività di liberarsi, costituisce un successo psicofisico ed è una conquista mentale e corporea che fa da contrappeso alle perdite caratteristiche dello stato depressivo.
In alcuni casi, però, l’atto sessuale può avere effetti depressivi: quelle situazioni in cui i significati consci o inconsci del gesto non sono creativi, bensì distruttivi.
Per esempio parliamo degli atti non desiderati ma subìti per violenza fisica o soggezione psicologica; sensi di colpa, conflittualità, senso di tradimento verso i propri valori, erotismo sentito come sporco.
Tra i disturbi dell’umore ed i disturbi sessuali esiste quindi una doppia correlazione: in positivo ed in negativo.
A volte c’è un feedback positivo: si assiste ad una reciproca induzione per cui il disturbo sessuale genera o incrementa il disturbo dell’umore e viceversa, in un rapporto circolare in cui a volte è difficile separare i due disturbi o distinguere il primario dal secondario.
Molte patologie sessuali hanno radici nell’ambito dei disturbi dell’umore: ad esempio, lo stato depressivo interviene molto spesso nell’origine del disturbo sessuale ipoattivo, sintomi depressivi sono riscontrabili nel disturbo da avversione sessuale e nei disturbi da dolore sessuale. Meno importante appare l’azione diretta della depressione sull’eccitazione e l’orgasmo.
Alcuni soggetti depressi, invece, pervengono ad un comportamento parafiliaco passando attraverso una sexual addiction, all’inizio una difesa verso la depressione, fino ad un’assuefazione vera e propria che può portare ad atti perversi.
Allo stesso modo, i disturbi sessuali sono spesso all’origine di diversi vissuti di perdita e depressione, talvolta sfocianti anche nel suicidio, come per esempio: transessualismo, omosessualità, impotenza, stati intersessuali, dismorfismi e dismorfofobie.
Nel caso di un feedback negativo, meno frequente, i due tipi di disturbi esercitano un controllo compensativo sull’altro che si configura come un tentativo di curare la depressione spostando il disturbo dell’umore alla sessualità e di curare la sessualità spostando il disturbo sul piano dell’umore.
In questo caso si può verificare che il disturbo sessuale mascheri una depressione profonda o, all’opposto, che sintomi depressivi tengano nascosta e sotto controllo una patologia sessuale profonda.
Ho scritto questo articolo con l’aiuto della Dott.ssa Stefania Santonico
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