Ancora non ho deciso se la questione del partner surrogato è una “bella cosa” o una “pessima scusa”. Insomma, voglio dire, alzi la mano chi non si fa venire un mal di testa ogni tanto, ed alzi l’altra (di mano, ndr) chi non fa del sesso un leitmotiv della propria esistenza tanto da esasperare il rapporto; ma la storia del partner surrogato, secondo me, è da prendere con le dovute “precauzioni”.
Facciamo chiarezza, prima che confusione, perchè va a finire che con la scusa di questa novità ci sentiamo tutti autorizzati ad andare “a lezione” per risolvere i nostri problemi, tanto è che se non li abbiamo ce li facciamo venire giusto per capire. Il partner surrogato è una figura nata dalle parti di San Francisco negli anni Settanta, ed è una forma di assistenza – se così vogliamo definirla – a chi ha problemi di tipo sessuale, per esempio chi ha disfunzioni o disabilità. Ora, detta così sembra pure una bella cosa. Metti che ci sono persone costrette a letto per una qualsivoglia degenerazione fisica, che non hanno avuto nella vita la “fortuna” di conoscere la forma materiale dell’amore (leggi pure sesso) e ad un certo punto della vita vogliono sperimentarla, che si fa? Si chiede aiuto all’esperto: il partner surrogato che impartisce una vera e propria educazione sessuale che dura dai tre ai sei mesi in cui, alla fine, il paziente viene portato all’atto sessuale. Ma prima si deve intraprendere una terapia psicologica. Solo in un secondo momento si passa al contatto fisico. La terapia psicologica ci vuole, volesse mai il cielo che ci si ritrovi innamorati dell’ “insegnante” del sesso, che risolvi un problema e te ne ritrovi un altro: la poligamia.
Cosa fa un surrogato sessuale? E’ a tutti gli effetti un insegnante pratico del sesso e dell’intimità, insegna come toccare e essere toccate, come accettare il proprio corpo per quello che è. Quindi, se si hanno problemi del tipo imbarazzarsi a spogliarsi davanti al partner -problemi di cui non è sicuramente affetta Cecilia Rodriguez- il partner surrogato, passo dopo passo, ti aiuta a superare questo tipo di difficoltà. Ed io mi chiederei con estrema “ingenuità”: prendere un po’ più di confidenza e tenere le luci basse creando pure un po’ di atmosfera è così tanto “problematico”?
Ora veniamo agli effetti collaterali: relazione surrogato sessuale/cliente. Tra le parti nasce proprio una relazione a tutti gli effetti, ma più “libera” e senza responsabilità con la illusoria convinzione, da parte del paziente, di poter essere ricambiato sentimentalmente dal “terapeuta”, che invece fa sesso per mestiere e per questo viene pure retribuito. Instaurando un rapporto così intimo, il partner surrogato riesce a capire cos’è che realmente blocca nell’intimità il paziente e per questo, arrivando alla fine del trattamento, all’atto pratico, lo aiuta. Robe che se si conoscesse un po’ più il partner reale, non ci sarebbe bisogno di ricorrere al surrogato per imparare a dirgli chiaramente che si preferisce “la millefoglie” alla più classica delle posizioni. Il problema sta nel fatto che per scoprirlo non si è dovuto ricorrere al pasticciere, ma al partner surrogato con tanto di kamasutra nel taschino.
Comunque c’è da “aspettare” ancora un po’ qui in Italia per avere “lo specialista” che risolve i problemi e quindi continuare con la buona vecchia scusa del mal di testa, perchè una pratica come quella del surrogato sessuale è considerata “prostituzione” e quindi illegale. Nel frattempo, se proprio, fatevi un amante ed il rapporto è salvo!
Rossella Marilyn Maione dice
Problemi con il #sesso? Niente paura, si risolve con il #partnersurrogato…
Tentazione Donna Rossella Marilyn Maione