La gente tende a diventare più felice con l’età: è il risultato di una ricerca realizzata da un’università di New York che ha coinvolto 340.000 persone tra i 18 e gli 85 anni.
Tuttavia, non sono spiegate le motivazioni di questo fenomeno e ci hanno provato alcuni psicologi ipotizzando il coinvolgimento di cambiamenti psicologici nel modo in cui le persone percepiscono il mondo circostante oppure addirittura di modificazioni biologiche come per esempio la chimica del cervello o modificazioni del sistema endocrino.
Secondo l’indagine, le persone a 18 anni si dichiarano abbastanza felici finché non si arriva al campione di 50 anni che rilascia risposte caratterizzate da un progressivo peggioramento. Superato però questo punto, le persone iniziano a sentirsi più felici.
La felicità infatti aumenta gradualmente fino agli 85 anni, quando la maggior parte delle risposte raccolte indica una soddisfazione verso la propria vita decisamente maggiore di quando avevano 18 anni.
Ma perché la gente più invecchia e più è felice?
Sono state fatte alcune ipotesi teoriche, secondo le quali una persona anziana ad esempio:
- È capace di apprezzare la vita più pienamente
- Ha raggiunto un sentimento di completezza e soddisfazione
- Possiede una maggiore capacità di comprendere e gestire le vicissitudini quotidiane
- Ha aspettative meno severe verso sé stessa
- Tende a vivere di più il presente e a preoccuparsi meno per il futuro
- Ha la saggezza di sapere che non si può accontentare tutti sempre
- Tende a vedere le cose in modo più positivo
Anche un altro studio, questa volta di un’università di Chicago, ha evidenziato come la felicità cresca con l’età.
I ricercatori hanno chiesto ad un campione di 3.000 persone quanto fossero felici e dai risultati emerge quanto le persone più anziane siano più felici perché con l’età emergono tratti psicosociali positivi, come l’autostima o l’integrazione. Segni di maturità che potrebbero contribuire ad un migliore senso di benessere generalizzato.
Le persone anziane, infine, sono più brave nel riconoscere le scocciature ed a negoziare con l’ambiente circostante e con chi gli sta intorno.
Dati confermati da un altro studio che, analizzando per 23 anni le emozioni di un campione di riferimento, ha proposto delle correlazioni in base all’età, mostrando che i teenager avevano riportato con più frequenza emozioni negative, mentre gli ottuagenari l’esatto opposto.
La felicità segue una curva ad U?
Il motivo per cui la soddisfazione personale crolla tra i 40 e i 50 anni per poi cominciare progressivamente ad aumentare sta nel fatto che diminuiscono le preoccupazioni e cresce l’appagamento e lo stato di soddisfazione generale.
Quindi i dati sui livelli di felicità delle persone tenderebbero a formare un modello a U durante l’arco della vita, con un esordio durante la giovinezza dato principalmente da un atteggiamento ottimista.
Successivamente, con l’età, le persone entrano in un periodo impegnativo professionalmente e personalmente e la quota di felicità scende progressivamente fino a toccare il fondo tra la fine dei trent’anni ed i primi anni dei 50.
Infine ricomincia a salire intorno ai 60, probabilmente grazie alla saggezza che permette di accettare con soddisfazione quanto raggiunto nella vita.
Questo non significa che un 65enne non preferirebbe averne 25: un 65enne e un 25enne stanno più o meno nella stessa fascia in quanto a felicità ma il 65enne non vorrebbe fare la vita di un 25enne perché sono cambiate le sue aspirazioni.
È interessante notare che il livello comincia a riabbassarsi dopo i 75 anni, forse a causa del progressivo deterioramento della salute in generale, del livello di lucidità e anche della perdita di amici e conoscenti.
Altri studi, condotti su periodi di tempo molto lunghi, mostrano che questo modello a U è valido anche se applicato a generazioni differenti, che teoricamente potevano presentare una diversa visione della vita.
E voi ? Siete felici ?
Un ringraziamento alla Dott.ssa Tania Milesi per a collaborazione nella stesura
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