In adolescenza l’amicizia è un valore sacro ed anche i gruppi di comitive sono numerose e chiassose. Non c’è giorno senza che si sentano o si vedano e la peggior punizione per un adolescente è proprio quella di non poter uscire con gli amici.
Con il passare degli anni, le cose cambiano, i tempi si allungano ed i grandi numeri diminuiscono… fino a che gli amici veri, con la A maiuscola, si arrivano a contare sulla punta delle dita.
Ma perchè accade ciò?
Vediamo insieme se la psicologia può aiutarci a comprenderlo!
Dalla preadolescenza in poi, i giovani interagiscono non solo con l’amico del cuore, ma anche con il gruppo dei pari, gruppo che permette loro di fare le prime esperienze di indipendenza dalla famiglia.
I coetanei, infatti, danno la possibilità di interagire e comunicare, di scegliere le varie attività da svolgere, di confrontarsi riguardo l’aspetto fisico, riguardo le varie abilità motorie, le abilità sociali e anche riguardo ai sentimenti ed alle emozioni.
Gli adolescenti nel proprio gruppo trovano il sostegno psicologico e il riconoscimento sociale, in un’atmosfera in cui dipendono gli uni dagli altri: si parla un linguaggio comune e si formano precisi valori, spesso in disaccordo con quelli dei genitori.
I giovani, così, scoprono quasi una “nuova famiglia”: tra coetanei che hanno circa i loro stessi problemi trovano uno scambio più diretto e immediato e fanno propri dei comportamenti che risulteranno utili anche per il futuro inserimento nella società.
Nel gruppo è possibile esprimere propri conflitti ed ansie che vengono poi accolte ed elaborate e si riesce a superare la dipendenza affettiva dai genitori senza sentire l’abbandono.
Non è altro che un nuovo sistema relazionale di riferimento, con caratteristiche e regole proprie; ogni ragazzo è in relazione con tutti gli altri e, quindi, il cambiamento di uno coinvolge tutti e porta a riorganizzare internamente tutto il sistema.
L’ansia, la confusione e la curiosità, che assalgono i giovani per i cambiamenti in atto, li portano ad incontrarsi con altri coetanei che hanno gli stessi loro problemi di identità, quindi il gruppo dei pari diventa fondamentale per affrontare le difficoltà della crescita.
Le relazioni interpersonali e l’interscambio tra di loro diventano essenziali, così da fungere anche come tramite tra il singolo individuo e la società e sostenerne lo sviluppo delle capacità sociali.
E’ un modo per sperimentare inoltre nuove emozioni e nuovi modi di entrare in rapporto con se stessi e con gli altri, favorendo la formazione dell’identità attraverso due strade:
– l’amicizia e l’identificazione con l’amico da una parte;
– il sostegno del gruppo dall’altra.
Il “conformismo gruppale”, che porta ad avere uno stesso modo di vestire, di parlare, gli stessi valori, stabilisce nei giovani un proprio modo di essere nel mondo ed un proprio modo di comunicare con il mondo.
E’ questa appartenenza che spesso li coinvolge e condiziona così tanto da livellare le caratteristiche stesse della personalità: coloro i quali non si sentono accettati si rifugiano nella timidezza, nella solitudine, nell’insicurezza; quelli che invece sono ben accolti, si sentono sollevati, più sicuri e confidenti.
Durante la formazione di tali gruppi, spesso si crea un gruppo per ogni genere: i maschi stanno fra di loro e si dedicano ad attività prettamente maschili (calcio, motorini…) e le femmine prediligono invece argomenti diversi come il trucco o la moda. Si crea quindi una vera e propria divisione che verrà sciolta solo con le prime esperienze affettive.
La motivazione alla base risiede nell’evidenza che molti pensieri, speranze, paure e desideri sono comuni ai due sessi ma altri sono riservati al proprio genere e inerenti al diverso cammino di crescita. Maschi e femmine vivono le stesse paure ed emozioni ma hanno modi diversi di comunicarle ed affrontarle: i ragazzi si dedicano all’esibizione ed alla prova del proprio corpo, con aggressività, grida, sfide perchè hanno bisogno di dare un significato affettivo, relazionale ed etico alla forza fisica che si ritrovano, di cui sono orgogliosi e che vogliono testare anche solo per gioco.
Le ragazze, invece, preferiscono confidarsi, parlare di argomenti taboo come il sesso, le paure, le insicurezze legate al proprio corpo per trovare insieme anche un modo di sostenersi a vicenda e non sentirsi “diverse” dalle altre. Il rapporto con un’amica permette di acquisire l’identità di genere ed i valori della femminilità diventano, quindi, il tema di discussione principale, per discutere insieme come deve essere interpretato il loro ruolo di donna.
Si tratta, così, di scegliere i valori ideali sui quali basarsi nel comportamento sentimentale e sessuale e di decidere come “usare” il proprio corpo.
L’amicizia in adolescenza, altri non è che una prova, uno sperimentarsi in una società “in piccolo” per porre le basi dell’accesso reale alla vita adulta!
Ricordiamolo quando i nostri figli adolescenti ci sembrano incomprensibili… aiutiamoli e non ostacoliamo questa particolare “palestra” di vita!
Ho scritto questo articolo con l’aiuto della collega Dott.ssa Cristina Vannuzzi
Per qualsiasi ulteriore domanda, non esitare a contattarmi scrivendomi a: psicologia@tentazionedonna.it
Lucia Zampieri dice
adolescenza….