L’ispirazione mi è venuta dall’articolo che parlava della pausa di riflessione di Belen e suo marito Stefano. Ecco l’ho detto, ora potete anche seppellire il mio taccuino od il mio tablet se volete. Prendere spunti dal gossip, tzè!
Allora pare che i due si siano separati e che lui dormi in un modestissimo albergo da 500€ a notte nel cuore vip di Milano da circa tre settimane. Pare pure che lei non posti più selfie che sfidano la legge di gravità per darsi un bacio con il marito e che il ballerino si sia un po’ rotto i co…comerons dell’ “ingombrante” famiglia Rodriguez (isolana compresa anche se dall’altra parte del mondo). Ma chi lo dice a Stefano l’ex ballerino di amici, ex (pare) marito di Belen che se non era per l’adozione argentina stava ancora sotto il pacchero di Emma? Insomma tutta questa introduzione per dire che loro stanno in pausa di riflessione per i giornali, ma sempre i giornali poi scattono foto che documenterebbero le notti di passione nell’albergo di lui. Tale e quale a noi comuni mortali, tanto per dire.
Ma parliamone sul serio della pausa di riflessione, perchè questo è un argomento che tocca le corde dell’austero e sfiora quelle del ridicolo. Alzi la mano chi se l’è sempre cavata in una relazione senza avere l’interruzione riflessiva. Io no, cioè io non alzo la mano, e parlo per me e per le esperienze che ho “ascoltato”. Una pausa di riflessione è un momento di distacco temporaneo della coppia, quasi sempre deciso da uno dei due partner, in modo che chi ha chiesto il distacco possa riflettere in solitudine sulla relazione che sta vivendo per poi prendere una decisione finale. E questo lo voglio ammettere, in parte, basta che poi dopo non mi si rasenti l’ipocrisia del passo successivo: “Ho deciso, ed ho capito che ti lascio perchè ti amo troppo”. Allora lì possono volare pure le pentole con dentro il ragù e le sue 5 ore di pippiamento; perchè un conto è decidere di allontanarsi un po’ perchè magari presi dalla noia, dai problemi quotidiani e dalle insoddisfazioni generali e l’altro è prendersi in giro nascondendosi dietro alla bugia della pausa di riflessione, quando poi di riflessivo c’è solo il momento topico dell’addio (se questo non è già stato inviato via whatsapp con tanto di faccina triste). Tanto per ribadire, un “ti lascio perchè ti amo troppo” è una scusa vera quanto vera è la storia della crisi di Stefano e Belen di cui sopra. Non ci si allontana perchè si ama troppo, ci si allontana perchè magari si ama troppo un’altra o peggio, se stessi.
Altro giro, altra scusa. La pausa di riflessione pre-matrimoniale. Voi l’avete mai sentita come attenuante? Io sì, e vi posso assicurare che la trovo esilarante senza indossare i panni della psicologa di turno. C’è chi deve decidere se sta davvero facendo il passo giusto e quindi deve andare un attimo in stand-by dallo stress provocato da bomboniere/lista nozze/angolo cruditè del menù e colore delle pareti del soggiorno. Robe da lettino e psicanalista, eh! Che poi le sedute dal medico il più delle volte hanno proprio le sembianze di un letto… quello della cassiera dove si è scelto l’arredo cucina piuttosto che quello della tour operator che consigliava il viaggio in Messico con scalo a Miami. Allora sì, la pausa di riflessione assume tutt’altri toni: quella della cornuta seriale (o cornuto, dirsivoglia!). Tra l’altro, il concetto fondamentale che sfugge a tanti è che durante la pausa di riflessione si è ancora una coppia, solo che consensualmente si è scelto di stare separati per avere un po’ di tempo per chiarirsi i dubbi e non cornificarsi a vicenda! Tanto a noi i giornali non ce la pagano l’esclusiva con le foto delle corna in copertina.
In fin dei conti, a me le pause di riflessione non sono mai piaciute. Chi chiede una pausa è quasi sempre una persona insicura o poco propensa al dialogo di coppia, o peggio ancora, un “senza coraggio” che preferisce scappare piuttosto che affrontare e poi quando torna indietro è troppo tardi per rimediare. Un po’ come quando ci sono problemi in casa, e dopo due, tre, quattro volte che si denuncia la perdita d’acqua del piatto doccia (più che la solita del rubinetto…) e prima di ritrovarsi a camminare sulle acque per raggiungere il bidet una si scoccia e chiama l’idraulico…. che poi non lo paga con la torta sono altri “affari”… (se non conoscete la barzelletta non l’avete capita!)
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