Salve a tutte. Eccoci di nuovo insieme per il nostro consueto appuntamento con le tradizioni legate al matrimonio: vediamo oggi cosa ci riserva la Lombardia!
Regione tra le più vaste e ricche d’Italia, emblema della moda e del lusso in tutto il mondo, offre alcuni tra gli scenari più suggestivi per tutte le coppie di sposi che decidono di coronare qui il proprio sogno d’amore, magari sulle rive del Lago di Como, ideale per un matrimonio elegante ed indimenticabile!
Una delle tradizioni lombarde più importanti è legata al matrimonio con rito ecclesiastico. La Lombardia (ed in particolare l’arcidiocesi di Milano) è una delle poche regioni, infatti, in cui persiste la celebrazione del Rito Ambrosiano. Nato durante l’opera del vescovo Ambrogio, originariamente estesa a tutto il nord Italia, questo rito è sopravvissuto, nel corso dei secoli, alle numerose soppressioni dei riti locali.
Il Rito Ambrosiano si differenzia da quello “classico” (denominato rito romano) per tutta una serie di elementi quali la triplice invocazione “Signore pietà” senza il “Cristo pietà”, la professione di fede (il Credo) recitata dopo l’offertorio e non dopo il Vangelo come nel rito romano, lo scambio del segno della pace anticipata al termine della Liturgia della Parola, e così via.
Una delle particolarità del rito Ambrosiano, totalmente differente dai matrimoni celebrati con il rito romano, è l’ingresso in Chiesa: gli sposi non si incontrano all’altare (non c’è il padre della sposa che la accompagna e la consegna al futuro marito), ma entrano insieme, attraversando insieme tutta la navata principale e fermandosi all’altare!
La sposa, accolta sul sagrato dallo sposo e da tutti i parenti, inoltre, riceve lì il suo bouquet, direttamente dallo sposo, prima di entrare in Chiesa con tutto il seguito degli invitati!
Altra particolarità è il rito della velazione: subito dopo la Benedizione degli sposi vengono chiamati all’altare i testimoni, o i genitori, che hanno il compito di sorreggere un velo che copre la testa dei nubendi come simbolo “della comunione di vita che lo Spirito, avvolgendoli con la sua ombra, dona loro di vivere” (cit. Direttorio sul Rito Ambrosiano).
L’arcidiocesi di Milano non è l’unica ad utilizzare il rito Ambrosiano quale rito ufficiale: lo stesso rito viene utilizzato, infatti, anche in alcune parrocchie del comasco, del varesotto e del bergamasco.
Durante il ricevimento ritroviamo una tradizione che abbiamo già visto in altre regioni (quali il Lazio): il taglio della cravatta! Nato probabilmente proprio in questa regione così animata dallo spirito del commercio, il rito vede, per la prima volta, l’attenzione spostarsi sullo sposo e non sulla sua consorte! Lo sposo dovrà, infatti, fare a pezzi la propria cravatta e girare tra i commensali per venderne ogni pezzo al miglior offerente! I soldi ricavati dovrebbero servire allo sposo a portare in viaggio di nozze la mogliettina! Prevale, dunque, lo spirito da imprenditore proprio della regione, anche in una occasione così particolare come il matrimonio!
Nessuna novità sui doveri della sposa, invece: come in tutte le altre regioni italiane non deve guardarsi allo specchio completamente vestita, deve indossare qualcosa di blu, di vecchio, di nuovo, di regalato e di prestato, e non deve vedere lo sposo nelle ore che precedono il matrimonio.
E’ previsto un piccolo rinfresco a casa di ognuno dei sposi per tutti i parenti che li vanno a trovare nelle ore immediatamente prima del matrimonio, e, all’uscita di chiesa e palazzo, la solita cascata bene augurante di fiori, riso e confetti!
Spero di non aver dimenticato nulla e, se lo avessi fatto, vi invito come sempre a farmelo notare, integrando con i vostri commenti questo viaggio tra le tradizioni regionali italiane!
A presto!
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