Salve a tutte! Eccoci di nuovo qui per il nostro consueto appuntamento con le tradizioni legate al matrimonio: vediamo oggi cosa ci riserva il Friuli Venezia Giulia! Terra di confine, costituita per il 90% dal Friuli e per il resto dal Venezia Giulia, offre numerosi scenari per organizzare matrimoni da sogno! Affascinanti città ricche degli strascichi lasciati dalle culture che hanno dominato questi terrori, numerosi castelli per chi volesse dare un tocco di mistero e fascino al proprio si ed infine le spiagge di Lignano Sabbia d’Oro per chi invece sogna un matrimonio all’insegna del romanticismo! Per chi, invece, sogna il classico matrimonio invernale la neve, che ricopre i paesi per buona parte dell’anno, offre agli sposi un tocco di candore a tutta l’atmosfera!
Gli usi e i costumi di questa terra risentono molto della cultura montanara. Basti pensare, ad esempio, che, per tradizione, una coppia di sposi dopo la cerimonia deve tagliare un tronco d’albero utilizzando una sega da boscaioli doppia. Questo piccolo rito sta a simboleggiare come, da quel momento in avanti, marito e moglie debbano collaborare insieme nello sforzo comune di affrontare impegni e difficoltà che la vita, di volta in volta, chiederà loro di affrontare! L’ottima e repentina riuscita di tale operazione è, ovviamente, di buon auspicio per la vita di coppia!
Fino a qualche anno fa, inoltre, a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, si festeggiava il matrimonio celtico: una rievocazione, cioè, del rituale celtico del matrimonio con particolare attenzione alle danze che lo caratterizzavano.
Sette giorni prima del si la coppia che intendeva sposarsi con questo rito doveva compiere una serie di atti purificatori con l’utilizzo dei quattro elementi naturali (aria, acqua, fuoco e terra). Il matrimonio veniva poi celebrato nella foresta, tra gli alberi o vicino ad un corso d’acqua, in zone delimitate da cerchi di pietra. La coppia sceglieva poi una pietra che veniva lavata e purificata e veniva tramandata di generazioni in generazioni insieme alla storia della famiglia. Durante il rito gli sposi intrecciavano insieme una corda di colore bianco e rosso, ad indicare le due parti maschili e femminili che si fondono, bevevano dallo stesso calice l’idromele. In seguito, poi, veniva acceso e fatto ardere un fuoco che simboleggiava la passione e l’amore della coppia. Dopo lo scambio della fede (che in tale rituale non è d’oro ma di laccio rosso), iniziava il ricevimento, caratterizzato da danze particolari “circolari” eseguite spesso a suon di arpa celtica. Oggigiorno chi sceglie di sposarsi con rito celtico spesso decide di festeggiare il matrimonio con un ricevimento classico, magari utilizzando la cultura celtica solo come tema per tableau e segnaposti! Molte le celebrità che negli ultimi anni hanno scelto questo tipo di rito: caratteristica la scelta di Ela Weber che, qualche anno fa, sul litorale sabaudo, ha deciso di pronunciare il proprio si proprio secondo il modello celtico, raggiungendo il proprio sposo coperta da un cappuccio nero, come tale rito impone!
In Carnia, regione friulana, ritroviamo poi una delle tradizioni più carine di cui abbiamo parlato in questo nostro viaggio tra le regioni italiane: il ratto della sposa! Come abbiamo già visto per il Trentino Alto Adige, nel bel mezzo del ricevimento di nozze la sposa scompare sotto gli occhi divertiti di marito e invitati rapita, spesso, dal testimone. Spetterà poi allo sposo “rincorrerla”, con l’aiuto degli amici, in giro per la città fermandosi in ogni bar e osteria…e pagando i conti che sposa, amici e testimoni si lasciano alle spalle! Più in fretta lo sposo si ricongiungerà alla propria moglie, meno salato sarà il conto definitivo da pagare!
E, sempre a proposito di pagare, ritroviamo anche qui il classico taglio della cravatta: i testimoni (sempre loro!!!!) si avvicinano allo sposo con una forbice intimandogli di togliere la cravatta. Questa sarà tagliata di netto in tanti piccoli pezzetti che verranno offerti agli ospiti dietro pagamento di una somma che servirà, poi, allo sposo per saldare il conto del ristorante!
Infine una curiosità: in Friuli Venezia Giulia la fede, spesso, viene chiamata “vera”: il termine deriva dalla cultura veneto-slava e sta ad indicare fedeltà!
E con questo concludiamo il nostro viaggio tra gli usi e i costumi del matrimonio nelle varie regioni italiane. Un viaggio che, spero, ha permesso a voi, come a me, di conoscere riti e usanze spesso abbandonate, o di capire un po’ meglio da dove derivano determinati gesti che, per chi vive in queste regioni, diventano ormai d’abitudine!
Io, sinceramente, mi sono davvero divertita nel girare e scovarli tutti…e spero sia piaciuto anche a voi!
Nel salutarvi, come di consueto, vi chiedo perdono se ho tralasciato qualcosa e vi chiedo di segnalarlo ampliando, così, questa nostra ricerca!
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