Carissime amiche, eccoci di nuovo qui con il nostro consueto appuntamento con le tradizioni, e le innovazioni, legate al giorno del matrimonio!
Lo scorso mese abbiamo terminato il nostro ciclo delle tradizioni nelle varie regioni d’Italia, oggi cerchiamo di far luce invece su quelle tradizioni “standard” che ritroviamo in ogni parte della penisola! Andiamo con ordine e vediamo, in principio, le cose che portano bene e che riguardano la sposa! La tradizione vuole che il giorno del matrimonio la sposa debba indossare 6 elementi bene auguranti: una cosa blu, una cosa regalata, una cosa nuova, una vecchia e una prestata…oltre all’immancabile giarrettiera!! Di solito è proprio quest’ultimo capo che, nascosto dagli occhi indiscreti di fotografi e amici, viene ornato con un filino blu (proprio per evitare che il colore blu possa non essere in tinta con il vestito o con il tema del matrimonio stesso!). La giarrettiera, a fine ricevimento, viene sfilata dal marito e lanciata dallo stesso a tutti gli scapoli presenti (un lancio del bouquet al maschile): chi lo prende si sposerà poi entro l’anno!
La tradizione dell’abito bianco per la sposa risale, invece, all’Ottocento e rappresenta purezza e verginità, anche se con il tempo questa simbologia si è persa (oggigiorno tutte tendono a sposarsi in bianco…anche se sposate già al Comune o con figli!!). Ma non dovunque il bianco era il colore del matrimonio: le spose romane, ad esempio, usavano essere avvolte da veli gialli e arancioni, quelle cinesi in rosso e le longobarde con una tunica nera. Oggi il rosso è ancora il colore dei matrimoni indiani e, in ogni caso, accanto al bianco e al beige il rosso viene ancora molto utilizzato anche in Italia!
Il velo, di cui abbiamo ampiamente parlato, proviene da una usanza del popolo romano, non a simboleggiare il pudore virginale della sposa, bensì per evitare ripensamenti! In un tempo in cui i matrimoni erano solo combinati, coprire il volto della sposa garantiva la celebrazione del matrimonio! Lo sposo vedeva, infatti, la moglie solo a “si” pronunciato!
L’usanza di ornare la sposa con i fiori è antichissima e nasce dal mondo arabo. In particolare la sposa indossava dei mazzolini di fiori d’arancio, simbolo, e augurio, di fertilità! La tradizione del bouquet, infatti, nasce da qui: il fidanzato regalava un mazzetto di fiori d’arancio alla sua amata, legato da un nastrino bianco, prima della cerimonia! Oggi non è più un solo gazzettino di fiori ad essere regalato: il bouquet è sempre più lavorato e appariscente, ma non mancano spose che optano per i classici fiori d’arancio! La tradizione vuole che sia lo sposo a regalarlo alla sposa come chiusura del ciclo del fidanzamento e glielo faccia recapitare la mattina del matrimonio, anche se, in realtà, è la sposa a sceglierlo per armonizzarlo all’abito (di cui, come sappiamo, lo sposo non deve conoscerne nessun dettaglio!). In alcune regioni, come la Campania, è, invece, la suocera a regalarlo, e consegnarlo, alla nuora! A fine cerimonia, o dopo la torta, la sposa, radunate tutte le donne non sposate presenti al ricevimento lo lancia in aria: colei che lo prenderà è destinata a sposarsi entro l’anno!
L’uso delle fedi risale invece all’epoca degli antichi egizi: essi credevano di aver individuato una vena che, partendo dall’anulare sinistro, arrivasse fino al cuore. Cingerlo significava garantirsi la fedeltà! Inizialmente gli anelli erano in ferro che, per la legge ebraica, ricoprivano un’importanza maggiore in quanto si credeva che solo lo scambio di anelli di questo materiale potesse effettivamente legare il matrimonio!
Mano mano che andiamo avanti negli anni ci accorgiamo che le fedi acquistano sempre più fattezze e materiali preziosi: oro e pietre preziose, in special modo diamanti, sono, ancora oggi, i materiali e gli ornamenti preferiti per i futuri sposi! La tradizione vuole che le fedi, che di norma recano un’iscrizione all’interno contenente il nome del coniuge e la data del matrimonio, vengano acquistate dallo sposo che deve poi consegnarle fino al giorno stabilito! Oggi è usanza che queste vengano, invece, regalate dai testimoni e portate dai paggetti sui cuscini, di norma in tinta, materiali e fattezze che richiamano l’abito della sposa!
All’uscita dalla Chiesa una pioggia di riso sommerge, letteralmente, i due novelli sposi: al tempo dei pagani tale gesto serviva a simboleggiare, ed augurare, fertilità!
Ma spesso vengono lanciati anche i confetti. Per tradizione questi vengono, invece, donati a fine cerimonia, o ricevimento, dalla stessa sposa che gira per i tavoli con un enorme contenitore in argento e li serve, sempre in numero dispari, direttamente in mano agli invitati con un mestolo d’argento. I confetti sono anche presenti nelle bomboniere: rigorosamente bianchi, devono essere conservati in un sacchettino di tulle o in pizzo e legati alla bomboniera. Cinque confetti per cinque virtù che la vita matrimoniale deve (o le si augura!!!) possedere: salute, fertilità, lunghezza, felicità e ricchezza. La tradizione vuole che la bomboniera, cui i confetti sono legati, sia realizzata in cristallo, limone, o argento, e soprattutto sia uguale per tutti: non esistono, infatti, amici più importanti di altri!
La tradizione di circondarsi di damigelle prende anch’essa vita dall’antico Egitto. Gli egizi credevano che gli spiriti maligni si radunassero in giorno del matrimonio per rovinare la buona e lieta atmosfera. Le amiche della sposa, vestite con abiti lussuosi, avevano perciò il compito di seguire la sposa per confondere gli spiriti che, così, non sapevano a chi augurare sfortune e nefasti. Oggi le damigelle vestono spesso uguali e del colore portante del matrimonio. Negli Usa, e ultimamente anche in Italia, si è soliti utilizzare damigelle adulte, mentre da noi, fino a qualche anno fa, era più usuale vedere delle bambine seguire la sposa!
La cerimonia, e anche il ricevimento, è arrivato al termine: in passato lo sposo usava prendere in braccio la sposa per aiutarle a varcare l’uscio di casa per evitarle che, a causa del vestito spesso ingombrante, potesse inciampare nell’entrata in casa, presagio infausto perché voleva significare che le divinità non li volevano! Oggi, invece, si trascorre la prima notte lontano dalla propria casa, nell’hotel in cui si è festeggiato, di solito, e si parte per il viaggio il giorno successivo. In passato per tutto il mese successivo al matrimonio (tutta una “luna” in realtà) si usava mangiare del miele, probabilmente per rifarsi dalle fatiche della lunga giornata! Da lì il termine “luna di miele”, che sta ad indicare il periodo immediatamente successivo al matrimonio che, di norma, gli sposi trascorrono in viaggio!
Infine, in passato, lo sposo, per tutto il primo anno di matrimonio, non doveva spendere nulla per il vestiario della moglie: nasce così l’usanza della dote! I parenti della sposa dovevano corrispondere allo sposo o una cifra (che viene chiamata dote vera o propria) o fornire la sposa di un corredo che servisse al suo fabbisogno per un intero anno. In alcuni casi venivano corrisposte entrambe al futuro sposo!
Queste, in linea di massima, le tradizioni “uniche” che ritroviamo, chi più e chi meno, in tutte le regioni italiane e, spesso, anche all’estero!
Ovviamente molte altre se ne sono, nel tempo, formate e tantissime altre andate perse!
Chi di voi sposine ha fatto, o non fatto, qualcosa qui elencato?
Raccontateci le vostre esperienze!!
Alla prossima!
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