Per la serie “Donna e Tecnologia” dei giorni nostri Vi presentiamo “Mamme Tecnologiche“: Ciò che fino ad ora era rimasto “sconosciuto” alla mamma old style ora è a portata di click. Non ci sono più segreti (ma tante rogne…)
Eh già, perchè se fino a qualche tempo fa lo stupore collettivo prendeva picchi stellari se una donna maneggiasse qualcosa più tecnologico di un Mini Pimer, oggi è fantascienza spicciola una “mamma” che ti invita a rientrare a cena tramite whatsapp! Ed il male non si limita all’uso della messaggistica istantanea. Sapete che danni può fare un i-phone in mano ad una madre – ad esempio- come la mia? Tra le cose peggiori mai capitate, e parlo per esperienza personale era ritrovarsi mia madre, che ad ogni notifica scaricava App a pagamento direttamente dal conto corrente, e poi mi chiamava e diceva: “C’è qualcosa che non va, vedi che non mi trovo con le voci…” Ed il problema non è quanto spuntare le spese, ma ritrovare la password. Si, perchè io ho una madre che ha l’i-phone6, il tablet, il portatile touch, le cuffie wi-fi il contatto facebook e la e-mail, ma non ha le password! O meglio, una password ce l’avrebbe pure, ma ogni volta che devo controllarle “qualcosa che non va”, per facebook mi da l’apple id, per il bancoposta (ovviamente fa le operazioni on line) mi da il codice fiscale del nonno che giustamente blocca l’accesso perchè errato e lo sblocco si fa per e-mail, di cui mi da il pin del bancomat e per recuperare il tutto, giù di test per riconoscimento della persona che manco la Unicredit per farti prendere qualcosa di tuo dal Caveau (c’ avete mai provato a riprendervi qualcosa dalle cassette di sicurezza della banca? No, bene, continuate ad usare il materasso!). Recuperata la password non risolvo il danno. Ci sono le notifiche da eliminare per ritrovare il messaggio di recupero: 787 da Farmville di facebook, perchè se siete figlie di mamme tecnologiche come me e per giunta col pollice verde, sappiate che il sogno dell’orto nel giardino è bello che esaudito con l’orto di facebook. E poco importano le bestemmie dei tuoi amici che ricevono le sue notifiche di partecipare al gioco, lei imperterrita cerca “vicini”, perchè mia madre le sue password le scorda, ma la mia per “passarsi” gli ortaggi a tradimento da un contatto all’altro ce l’ha bella e che piazzata in testa. E poi mi ritrovo la classica domanda dell’amica o del fidanzato dubbioso “Che ci facevi stanotte alle 3 collegata?” Io, “Ah sì, davo l’acqua ai carciofi, sai com’è il sole li brucia, il raccolto vale 300 carote!”
Poi ci sono le mamme tecnologiche -sempre come la mia- con l’app da cucina come screen saver, che tu stai li a dire “Mamma senti, quelle seppie imbottite che mi facevi da bambina, come si fanno?” “Certo tesoro, avvicina il telefono che ti Bumpo la ricetta”, (BUMPO?!?) Non sia mai tu hai un 4.0 e le il 6.0, fai prima a prenderti qualche sberla da Cannavacciuolo che t’accompagna lui stesso dal pescivendolo a km zero e garantisce per le uova fresche che ti servono per il ripieno. Infondo sei tu che volevi riprodurre le seppie di frittata (omelette), non è colpa sua se sei poco “chef alternativa”.
E vogliamo parlare del “correttore automatico” e le abbreviazioni per facilitare la scrittura? Una volta mia madre voleva inviarmi un messaggio per dirmi di portare i panini in spiaggia e si è ritrovata ad intrattenere una conversazione con qualche play boy del secolo che alla fine sconfortato ed anche un po’ imbarazzato le scrive: “Dai ho capito che sei straniera dal modo in cui scrivi, ma proprio non ricordo chi tu sia, senza offesa!” Perchè mia madre scrive su whatsapp allo stesso modo in cui mio figlio fa le equazioni. Roba da decifrare sotto effetto di stupefacenti!
Per non parlare delle Foto. Tutta una vita social fatta di privacy moderate ed album rilegati con lucchetti per “negare” gli anatroccoli che eravamo da bambini ed un giorno ti ritrovi spiattellati in bacheca direttamente dalla condivisione Instagram gli scatti peggiori della tua infanzia. Roba che a poco serve essersi trasformata in un cigno anche a suon di Kiko et simili; quelle foto ti faranno ricadere negli abissi di un’infanzia infelice contornata da tutine a fiori ed abbinamento di colori tali da provocare un infarto fulminante al più povero degli Enzo Miccio. E poi ci sono quelle “spione”, che ti controllano la vita attraverso i social arrogandosi il diritto di commentare ad ogni proverbiale stato tuo perchè “sono la mamma, tutto posso”; stanno li pronte a captare i più reconditi “passi di vita” del figlio/a che non riesce a carpire dalla realtà, e giù di commenti simil spam che tanto hanno il sapore della cazziatina o “drittina” scordandosi che lo leggerà il “mondo intero”, che vergognarsi per il solo fatto che ci sia “mammina” sotto lo stato social è pari ad essere scoperti con un Harmony nel taschino (qualsiasi sia l’età).
Insomma per dirla tutta, se “il progresso è regresso” avremo ancora modo di rimpiangere le care vecchie mamme che dispensano consigli ad un accenno di lacrima, ma quanto ci fa piacere ricevere quel cuoricino in bacheca da una mamma vecchio stampo come la mia che “I figli non si baciano manco nel sonno”?
PS: di consigli per l’uso, non ce ne sono. Il mondo va avanti, e le mamme diventano tecnologiche come i figli, basta saper stare al passo e “bloccarle” nel caso di “inciuci”…
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