Il dilemma che hanno tutti i genitori è legato alla domanda: è giusto che mio figlio creda a Babbo Natale o è solo un esempio di bugia?
E la risposta che posso dar loro è semplice: tornate indietro alla vostra infanzia, cercate di ricordare com’era il vostro Natale quando aspettavate il 24 sera o il 25 mattina per vedere se c’erano i regali sotto l’albero, quando giravate per casa alla ricerca di un segno del suo passaggio, quando scrutavate il cielo desiderosi di vedere una scia di luce, quando restavate in silenzio, con il cuore a mille, in attesa di sentire un sussurro o un rumore provenire dal salotto…..
MAGICO: ecco la risposta. Era un Natale magico, un’emozione che aumenta con i preparativi di un mese intero, un’emozione che tutti i bambini hanno il diritto di vivere!
Le insicurezze e le mille domande sul cosa fare sono dovute agli anni che passano, alla tendenza a dimenticare l’atmosfera euforica del Natale che solo Babbo Natale rende possibile ed all’errore di considerare i bambini dei “piccoli adulti”.
Ma la fantasia ed il pensiero magico hanno un ruolo essenziale nel processo di crescita!
La storia di Babbo Natale non è una bugia ma è solo una favola. Come Cenerentola, Biancaneve e Shrek, anche quella del vecchietto vestito di rosso è una bellissima fiaba a contenuti educativi: fanno parte del mondo della fantasia, indipendente e parallelo da quello reale, che si avvicina al mondo del bambino parlando il suo stesso linguaggio, comunicando con lui e trasmettendogli messaggi importanti, cioè tutte cose di cui l’infanzia si nutre.
Attraverso le fiabe i bambini imparano infatti ad essere generosi, pazienti, altruisti, a risolvere conflitti, a vincere paure e sconfiggere l’angoscia e la figura di Babbo Natale rappresenta un messaggio importante: l’importanza di essere premiati, la gioia di ricevere un regalo, l’impegno di comportarsi bene….
Contemporaneamente i bambini hanno così anche la possibilità di fantasticare, di provare emozioni, alimentare la curiosità e condividere una tradizione con la propria famiglia, una tradizione che unisce e trasmette un amore che accomuna.
Questo è lo spirito che deve animare i genitori quindi: approfittare di Babbo Natale, come interlocutore privilegiato dei propri figli, per insegnare loro valori importanti, raccontare tradizioni e spiegare i significati legati alle feste.
Quando va svelato il “segreto”?
Orientativamente tra i 4 e i 10 anni si ricorre più spesso alla fantasia ma non è possibile indicare un’età precisa, i bambini arrivano a questo “bivio” con tempi e modalità personali e quindi diverse.
I genitori devono alimentare nel tempo le proprie capacità di essere osservatori e piccoli psicologi per capire quando il proprio bambino ha bisogno ed è pronto per sapere la verità. Per far questo è necessario comprendere per quali motivazioni e con quali strategie il minore rimane legato alle tradizioni del Natale.
Per esempio i bambini possono fingere di non sapere la verità per continuare a godere dell’atmosfera e dei giochi di fantasia legati al Natale. Gli adulti possono quindi smettere di assecondare a tutti i costi storie e storielle e rispondere con mezze verità, ammettendo cioè di aver comprato il regalo ma di aver saputo le sue richieste da Babbo Natale.
Spesso i bambini mostrano di credere ancora a Babbo Natale anche in età un po’ più avanzata… oltre l’età “media” in cui cioè la maggior parte dei coetanei sanno da tempo la verità.
In questo caso spesso i genitori sono combattuti tra la sofferenza di interrompere una fantasia così importante e la paura che i figli possano scoprirlo in modi più “brutali”. Ed allora va scelta sempre la via di mezzo: evitare le modalità poco sensibili e mostrare al bambino la realtà gradualmente iniziando magari col dirgli che Babbo Natale è anziano e spesso i genitori devono aiutarlo a portare alcuni regali.
Altre volte può capitare che sia un adulto a rovinare la sorpresa ai bambini o che sentano inavvertitamente dei discorsi contraddittori: in questo caso si può essere rassicurati da una risposta che sottolinei che purtroppo qualcuno non crede a Babbo Natale ed altri, come noi, sì poiché chiunque può decidere liberamente se farlo o no.
E il caso più lampante è il bambino che chiede direttamente “Esiste Babbo Natale?”. I genitori che si sentono fare una tale domanda probabilmente sanno se il dubbio del bambino è fondato o no, sanno qual è il suo atteggiamento verso il Natale. Comunque l’atteggiamento migliore è chiedere prima il parere del bambino e poi fornire risposte che gradualmente lo facciano avvicinarsi alla realtà pur rimanendo sempre con una fantasia libera di andare lontano.
Attenzione alle domande ” a trabocchetto”: può infatti capitare che il bambino abbia scoperto la verità da solo e con la domanda diretta cerchi solo di testare la sincerità o la versione dell’adulto.
Se si è in grado di decifrare e riconoscere l’obiettivo della domanda, non posso che consigliare di essere sinceri!
Il segreto è cercare di mantenere il più possibile un legame positivo tra il Natale ed i bambini, sappiamo tutti che non potrà essere così per sempre ma possiamo rendere il passaggio dalla fantasia alla realtà, un passaggio poco traumatico e naturale: non imporre la verità con brutalità e aiutare i bambini a comprenderla rispettando i loro tempi ed il loro linguaggio. Una verità detta prematuramente può creare danni oltre a non essere accettata dal minore.
La fantasia ed il mondo costruito attorno ad essa è un’esperienza rassicurante, una valvola di sfogo, una parentesi che si ritagliano in un mondo che spesso non comprendono e che crea ansia.
Un Natale vissuto nella magia sarà un presente che li rassicurerà e produrrà in loro benefici e sarà un ricordo che li accompagnerà per tutta la vita.
Finisco con una frase del Dott. Bettelheim: “il pensiero magico aiuta il bambino ad affrontare a poco a poco il mondo della realtà, rifugiandosi a volte nell’illusione che tutto possa essergli dato così, senza chiedere niente in cambio, nemmeno la gratitudine“.
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