La tecnica della “Mindfulness” deriva dal Buddismo, dallo Zen e dallo Yoga ed il suo significato è quello di “consapevolezza di sè” e quindi di pensieri, motivazioni ed azioni e si raggiunge attraverso l’impegno ad un’attenzione non giudicante della propria vita presente
Dagli insegnamenti di queste pratiche di meditazione, questa tecnica è attualmente utilizzata anche dalle discipline legate alla psicologia ed alla psicoterapia poichè ne è emerso il valore terapeutico e liberatorio.
Cos’è la Mindfulness?
Iniziamo con un esempio!
Se qualcuno ci chiedesse: “Sei consapevole di ciò che attraversa la tua mente istante dopo istante?“, noi sicuramente risponderemmo “Certo!“.
Ma risulta una risposta illusoria se ragioniamo sul fatto che la nostra quotidianità è dominata dal fare, da azioni pratiche e impegni incessanti più che dal fermarsi a riflettere sui nostri pensieri.
Ma perchè accade?
Questa modalità nasce da una discrepanza tra la nostra idea di ciò che le cose sono e l’idea di come desideriamo che fossero.
Questa discrepanza crea un’insoddisfazione di fondo, sottile ma penetrante, che riempie le nostre giornate e ci mette in moto verso il cambiamento della realtà che percepiamo.
Forse non ce ne rendiamo conto ma la nostra mente si focalizza in continuazione su questa discrepanza, è un’attività perenne che analizza il passato e il possibile futuro ma dimentica l’elemento più importante di cui dispone: il presente.
Questa tecnica ci aiuta quindi a correggere questo errore, a prestare attenzione al “qui ed ora” ed aumentare così la consapevolezza di noi, cioè delle nostre sensazioni, delle nostre emozioni, pensieri, impulsi, azioni e relazioni.
Non parliamo però di una tendenza ad isolarsi, a perdersi tra le nostre fantasie e allontanarci da quello che ci circonda. Deve rappresentare solo un modo di rallentare, sospendere per qualche minuto la frenesia del quotidiano e concederci una tregua.
Ritagliato questo spazio solo per sè, con il tempo s’impara a concentrare la nostra attenzione su ciò che stiamo sperimentando internamente e separando le nostre reazioni dagli eventi.
Emergono così, liberati da altri elementi superflui, solo le nostre sensazioni, emozioni e pensieri che potranno essere sia positive che negative ma che comunque ci parlano di noi.
Perché usare la Mindfulness?
La consapevolezza che si raggiunge con questa tecnica ci permette di comprendere e poi risolvere il disagio interiore, raggiungendo l’accettazione di sé.
Si prefigge quindi lo scopo di direzionare il proprio pensiero verso il nostro essere più profondo, accettando la realtà per come è, senza passare automaticamente al bisogno di cambiamento.
Non sospende la modalità dell’agire ma permette di ritagliarsi uno spazio nel quale ci si mette in ascolto della vita, del presente così com’è, diventando sempre più consapevole dei propri pensieri e creando un sano distacco da essi.
Col tempo si impara quindi ad ascoltare il proprio respiro, i messaggi del corpo, i percorsi della mente che nella vita quotidiana si comportano come un insieme ma che ora appaiono singolarmente.
Con questa consapevolezza, arriva anche la comprensione di ciò che non ci fa star bene e che ci causa sofferenza, cioè abitudini, relazioni e atteggiamenti che sentiamo come negativi e che, analizzandoli, finiscono per attenuarsi. Allo stesso tempo riusciremo a far prevalere tutto il resto che invece è più salutare per noi.
L’intento è quello di conoscere il proprio disagio ed accettarlo senza passare subito a ricercare le strategie per risolverlo.
Essa porta ad un modo differente di percepire e, quindi, di vivere la vita. Attraverso la consapevolezza di ciò che sta avvenendo nella nostra mente possiamo evitare di alimentare quei circoli viziosi di disagio e pensieri automatici che ci producono solo stress. Ci si abbandona ad un sentire in cui sono assenti le resistenze e le difese più materiali e si approda ad un agio maggiore, ad un’attenzione maggiore verso ciò che è dentro di noi. E’ la qualità della vita che aumenta!
Forse questo è ciò che il Budda intendeva quando esortava i suoi discepoli ad essere padroni della propria mente e non fare che essa fosse la loro padrona.
Non è però una panacea ad ogni male: per utilizzare questa tecnica è necessario porsi con dedizione e perseveranza, impegnandosi nell’auto-disciplina senza pregiudizi e resistenze.
Come viene utilizzata a livello terapeutico?
Questa tecnica è rivolta a chi soffre di ansia e depressione e viene insegnata ai pazienti (generalmente in gruppo) da un terapeuta cognitivista, che abbia una consolidata esperienza di meditazione mindfulness, attraverso un corso di circa 8 settimane che prevede anche compiti a casa, quotidiani.
I terapeuti che hanno scelto questo approccio devono necessariamente praticarlo in prima persona, credendo nelle sue basi teoriche e soprattutto che la meditazione mindfulness è molto più che una tecnica per ottenere una riduzione dell’ansia e della depressione e che il raggiungimento di uno stato di benessere fisico e mentale è semplicemente un effetto collaterale.
La Mindfulness è una tecnica efficace ma non si può nè proporla con superficialità, nè utilizzarla senza un terapeuta esperto che ci accompagni per un principio ben preciso “non si può dare ciò che non si possiede per esperienza diretta, non si può trasmettere ciò che non si è, ciò che non si incarna“.
Ho scritto questo articolo con l’aiuto di Valentina Micheli
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