“Come geloso, io soffro quattro volte:
perchè sono geloso,
perchè mi rimprovero di esserlo,
perchè temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro,
perchè mi lascio soggiogare da una banalità:
soffro di essere escluso, di essere aggressivo,
di essere pazzo e di essere come tutti gli altri”.
Così recitava il francese Barthe, famoso saggista contemporaneo. Ma quanti libri, film, studi sono stati scritti, girati, condotti intorno alla gelosia, questo a volte sottile a volte intenso e distruttivo diffidare della persona amata che tanto danna l’esistenza? Indubbiamente tanti se si pensa che la gelosia è da sempre argomento privilegiato nella letteratura quanto nelle relazioni del quotidiano.
Una ricerca scientifica della ‘Pennsylvania State University‘ ne mette in luce i fattori dominanti, i quali pare vadano ricercati in complessi meccanismi psicologici, culturali ed ambientali. Chi sposa sin dall’inizio della relazione la filosofia di una certa autonomia interpersonale dà conseguentemente scarso rilievo al tradimento fisico. Al contrario, chi si immerge nel rapporto in modo totalizzante si presta a maggiori destabilizzazioni e sofferenze, nel caso sia dell’infedeltà fisica che di quella emotiva.
Ancora una volta, anche nella gestione della gelosia si riscontrano notevoli differenze tra genere maschile e femminile. La donna è tradizionalmente più propensa a perdonare laddove capisce che il tradimento non ha investito la sfera sentimentale, ma che si è tradotto in un atto puramente fisico. L’uomo, nei confronti di quest’ultimo, rimarrebbe invece sconvolto.
A detta dei ricercatori, la motivazione non è da rinvenire in quel retaggio culturale che pone l’uomo come essere dominante e il corpo della donna come simbolo di un effettivo possesso, ma in un timore ben preciso. Timore questo che si sviluppa a livello inconscio e che riguarda il crescere dei figli che non abbiano il proprio patrimonio genetico. E’ per questo che col tempo l’uomo ha imparato a sviluppare un grado di vigilanza estrema sul sesso, dal momento che non potrà mai essere certo in maniera assoluta (salvo prova del DNA) della paternità di un bambino. Le donne dal canto loro dimostrano maggior preoccupazione sul fatto che il partner potrebbe essere impegnato a crescere un’altra famiglia, privando dunque la propria delle dovute attenzioni (affettive, di tempo, economiche).
In conclusione, la gelosia non è un mero e semplice soffrire dettato unicamente da impulsi incontrollabili: è come se scorresse un po’ nelle vene di ognuno di noi, come una sorta di campanello che ci rende costantemente vigili nei confronti del partner. Il consiglio a tal proposito è sempre lo stesso: occhi e orecchie spalancati sì, ma attenzione a non cadere vittime di facili quanto dannose ossessioni.
Lisa Besutti
cleonice dice
Secondo me tutto deriva dalla sicurezza che la persona ha del proprio compagno, marito,ed in se stessa,naturalmente.
Se c’è amore,comprensione,sia fisica ed emotiva,non esiste gelosia,si sa che l’uno è per l’altra,insomma il tradimento non ha voce.
Capisco però anche che chi possiede il tarlo della gelosia è perennemente attanagliato dal dubbio e rovina anche un bel rapporto in certi casi,anzi alimenta la gelosia e ne viene davvero fuori una catastrofe immotivata.Bisogna cercare anche le motivazioni in se stessi e come l’esperienza ha segnato le persone.
Guarire? Porre più fiducia in se stessi e incappare nella persona che ti corrisponde a tutti gli effetti……..quella che anche dopo anni ti può dire:Non ti cambierei nemmeno con la più bella del mondo perchè tu sei tu,insostituibile.
cleonice dice
ho scritto sopra
Lisa Besutti dice
Sono d’accordo con quanto dici Cleonice, ma non dimentichiamo la componente ‘irrazionale’ della gelosia, quella che esula da ogni sicurezza ed è adducibile al semplice istinto 🙂
Chiara dice
Ciao Lisa, concordo con quello che si è detto.
E’ spiazzante però riscontrare quanto è emerso rispetto al tradimento per gli uomini (crescere dei figli non propri)…
Ciao