Quando ci capita di mangiare alimenti che contengono uvetta o canditi ci chiediamo: ma la frutta disidratata fa bene?
Per poter rispondere a questa domanda innanzitutto dobbiamo fare chiarezza sull’oggetto del nostro interesse: si intende frutta disidratata o essiccata tutta quella frutta secca non oleosa che è stata privata dell’acqua al fine di essere conservata a lungo. Si divide in due macrocategorie: la frutta candita e la frutta disidratata. É importante marcare la differenza tra questi due tipi di frutta essiccata poiché cambiano il procedimento e le sostanze impiegate per ottenerle e di conseguenza l’apporto calorico.
La frutta disidratata e le sue proprietà
Quasi tutta la frutta può essere sottoposta a disidratazione e i metodi per ottenere questo risultato sono principalmente due:
- si priva la frutta di acqua libera utilizzando la ventilazione a 70°: questo è il metodo più utilizzato da qualche anno poiché si è scoperto che le alte temperature inducono i frutti a produrre la melanoidina, una sostanza che inibisce lo stress ossidativo e rende inutile l’utilizzo di alcuni conservanti. Trovate questo genere di frutta negli e-commerce biologici come Macrolibrarsi ma è diffusa ormai anche nei supermercati
- si aggiungono additivi alimentari conservanti come solfiti (E 220-224, E226-228) e anidride solforosa (E 220) per sopperire alla mancanza di altri ingredienti quali zucchero o alcool.
La frutta essiccata possiede forti concentrazioni dei nutrienti caratteristici della frutta fresca (tranne alcune vitamine), perciò anche maggiori calorie. Tutta via i nutrizionisti concordano sul fatto che faccia bene quasi come quella fresca.
La frutta candita
Si caratterizza per la privazione di acqua libera facilitata dall’aggiunta di saccarosio, cioè di zucchero. Questo non impedisce l’aggiunta degli additivi conservanti di cui abbiamo già parlato e di coloranti e aromatizzanti alimentari utili a incrementarne golosità e appetibilità: li troviamo infatti spesso nei prodotti di pasticceria tradizionale.
Il grande problema della frutta candita è quello di incrementare le quantità di zucchero già alte nella frutta disidratata, raggiungendo livelli allarmanti per la salute.
Ma non spaventatevi, basta consumarli in modo attento!
Dunque, la frutta disidratata fa bene?
La risposta è si. Può fare bene, se consumata con criterio. Per quanto riguarda la frutta essiccata, basta consumarne in giusta quantità: mezza tazza di frutta disidratata corrisponde a una piena di frutta fresca. Mangiatene un pugno come spuntino o merenda, oppure usatene mezza manciata a testa per insaporire con un tocco agrodolce piatti salati a base di verdure oppure pani dolci.
Sconsiglio invece il consumo di frutta candita anche nei dolci: scegliete colombe pasquali o panettoni senza canditi poiché sono dolci già molto calorici senza aggiunte. Se proprio non se ne può fare a meno, come nella pasticceria siciliana, utilizzatene pochissima solo per decorare.
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