Fino a qualche anno fa, lo spettegolare era un “passatempo” relegato a luoghi abbastanza definiti: al centro commerciale, in spiaggia, nel localino dell’aperitivo, dal parrucchiere ecc… a parte quello abituale che da sempre spadroneggia nel piccolo paese così come nelle grandi città.
Oggi il pettegolezzo è un fenomeno di costume a tutti gli effetti. Basta pensare allo straordinario successo dei reality show, divenuti sempre più oggetto di critiche/discussioni/forum dove assistiamo all’intervento non solo dei mass media direttamente coinvolti, ma anche di esperti di ogni settore, dal giornalista allo psicologo.
Ci viene a questo punto da chiedere se questa mania di spiare, spettegolare, insomma di impicciarsi degli affari altrui debba essere considerato preoccupante, a fronte di uno scadere della cultura e di un certo modus vivendi.
Il gossip però, analizzato da tecnici e scienziati, è addirittura uno dei fattori sociali che garantisce un rapporto solidale tra gli uomini. Esso crea in pratica una vera e propria rete di coesione tra le persone che vi “partecipano”, una rete molto spessa che viene a costituire addirittura un cardine dei rapporti interpersonali.
Una larghissima parte delle conversazioni umane è basata sul pettegolezzo che secondo molti scienziati/psicologi costituirebbe in diversi casi un valido sussidio al nostro benessere psico-fisico. Scopriamo così che nella nostra smania di sapere tutto di tutti si cela la forte esigenza di accumulare informazioni il più possibile e prima di chiunque altro. Inoltre è anche grazie al pettegolezzo che si può venire a conoscenza dei comportamenti socialmente accettati e/o apprezzati, compreso una maggior capacità di discriminare tra giusto e sbagliato.
Come di ogni fenomeno, c’è però il rovescio della medaglia: attenzione a non cadere vittime del suo potere attrattivo, scantonando nel trash e in argomentazioni di livello estremamente basso. Diciamo sì solo al sano pettegolezzo, quello che crea affiatamento e che è in grado di alimentare buonumore con un pizzico di sarcasmo.
Lisa Besutti
Lascia un commento