La dipendenza è un’alterazione del comportamento che da semplice e comune abitudine diventa una incontrollabile ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano in patologia.
Il campo legato all’oggetto della dipendenza attualmente si è ampliato di diverse voci, soprattutto con il proliferare di nuove tecnologie, il contributo dell’evoluzione umana e la sempre maggior attenzione a tutta la sfera psicologica.
Possiamo allora parlare della purtroppo famosa tossicodipendenza (dipendenza da sostanze stupefacenti) e le sostanze possono essere l’alcool, il fumo, le droghe; nella dipendenza da cibo rientrano la bulimia e il binge eater disorder; la dipendenza da sesso e la masturbazione compulsiva; il work-a-holic cioè la dipendenza da lavoro, dipendenza dal gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, l’internet dipendenza….
Altre forme di dipendenza sono legate a luoghi e culture (sindrome da sradicamento) e ad un’altra persona (codipendenza o dipendenza affettiva).
LA DIPENDENZA DA GIOCO: Ultimamente però si sentono sempre più casi legati ad una dipendenza in particolare: al dipendenza da gioco.
Questa patologia ha come oggetto non una sostanza ma problematiche legate al pensiero ed ai comportamenti legati ad una certa attività.
Tale disturbo è considerato una “dipendenza sociale o legale“, poichè l’oggetto è un’attività socialmente accettata e non vietata dalla legge.
Ricordiamo però che il gioco è senza dubbio una prerogativa essenziale degli esseri umani non soltanto nell’età infantile, il gioco d’azzardo ha addirittura le sue radici fin nell’antichità, già a partire dal 4000 a.C..
Gli egizi per predire il futuro utilizzavano quello che oggi è il gioco dei dadi e la stessa parola azzardo deriva dal francese hazard, che a sua volta deriva dall’arabo az-zahr, un antico gioco orientale con tre dadi.
Ai giorni nostri, l’aumento delle opportunità di giocare ha contribuito a diffondere il disturbo: non si gioca più solo nei casinò ma anche nei luoghi più comuni come bar e ricevitorie. Giocare a poker online è inoltre ancora più semplice perché non ci si deve spostare da casa, si mantiene la privacy e si gioca in qualsiasi momento: il gioco arriva quindi anche a domicilio se si è in possesso di connessione internet e carta di credito.
Nello specifico la dipendenza da videopoker è diventata un fenomeno sociale di massa che coinvolge sempre più persone che prima si accontentavano dalla partita a carte ma ora utilizzano contante senza neanche il tramite del cambio dei soldi, che un tempo costituiva un elemento di riflessione e interrompeva l’automatismo del gioco.
IL GIOCATORE PATOLOGICO: Accanto a queste caratteristiche i videopoker, come anche le slot-machine, ne hanno un’altra di estrema importanza: l’isolamento e l’estraneazione dalla realtà e dai rapporti sociali.
I più sensibili a questa dipendenza sono infatti i “giocatori per fuga”, cioè persone solitarie e passive, attratte dal gioco per sfuggire da una realtà che non li soddisfa che si differenziano dai “giocatori d’azione” che sono alla ricerca di una forte attivazione. Esistono poi i giocatori occasionali, quelli per passione/patologia e quelli di professione.
Per distinguere la patologia dal piacere di giocare basta analizzare da cosa si è spinti: chi è dipendente è spinto dalla voglia di soddisfare un istinto con conseguenti sensi di colpa; chi non ne è affetto lo fa per divertimento e rilassamento ed è in grado di smettere di giocare quando vuole.
La patologia inoltre influisce negativamente sul funzionamento della vita quotidiana: con il tempo si hanno scarsi rapporti sociali, problemi sul lavoro e danni a livello economico e psicologico.
LA DIAGNOSI: Per diagnosticare questa sindrome deve essere palese un persistente e ricorrente comportamento non adattivo legato al gioco d’azzardo che compromette le attività personali, familiari e lavorative.
Devono inoltre essere presenti almeno 5 dei 10 sintomi qui elencati:
- eccessivo assorbimento dal gioco d’azzardo;
- giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato;
- tentativi ripetuti di ridurre, controllare o interrompere il gioco d’azzardo ma senza successo.
- sentimenti di irrequietezza o irritabilità quando si tenta di ridurre o interrompere il gioco;
- giocare per sfuggire problemi o alleviare sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione;
- dopo aver perso al gioco, spesso tornare un altro giorno per giocare ancora;
- mentire alla propria famiglia o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento;
- commettere azioni illegali per finanziare il gioco d’azzardo;
- danneggiare relazioni significative, il lavoro o opportunità scolastiche per il gioco d’azzardo;
- far affidamento su prestiti per alleviare una situazione economica causata dal gioco.
Comunque se si ha la sensazione di essere su questa strada, è già un passo avanti ed un buon punto per iniziare a rimediare!
Sul territorio sono presenti tante professionalità che possono sostenere nel recupero: con l’aiuto di uno psicologo il percorso può essere mediamente breve e la percentuale di “guarigione” molto alta.
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