Sicuramente Monsignor Della Casa non ha avuto né il modo né la necessità di preoccuparsi dell’etichetta dei social network… ma lo stesso non si può dire di noi: la nostra quotidianità sembra completamente pervasa dal mondo virtuale, e quindi è quanto mai necessario tenere presente qualche regola per aggirarci al meglio tra una pagina virtuale, un profilo privato e una richiesta di amicizia.
Voglio per oggi separare questo mondo in due grandi sezioni: quella dei profili personali, e le interazioni tra amici e conoscenti che aggiungiamo al nostro “cerchio” di amicizie, di cui parleremo tra poco; e quella più ampia, pubblica ed anonima delle bacheche delle pagine e dei gruppi, che rimandiamo alla prossima puntata.
Per iniziare ad esaminare qualche buona norma che ci renda utilizzatori cortesi ed accorti di questo social network che così profondamente si è radicato nei nostri usi e costumi, chiediamoci innazitutto due cose: con chi condividiamo le informazioni, e quali informazioni condividiamo.
Con chi condividiamo le informazioni?
Sembra facile dire “con i nostri amici” ma… tutte le ultime rivoluzioni di facebook hanno reso ancora più complicato determinare l’effettivo livello di privacy di queste pagine. Quindi, tenete sempre a mente che non sarete mai assolutamente sicure di chi leggerà o vedrà quello che postate: un buon metodo per evitarsi qualche imbarazzo è sempre chiedersi: direi questa stessa cosa faccia a faccia con altre persone, sia dirette interessate che non? Se la risposta è no, evitatevi l’imbarazzo di venire colti in flagrante!
Fate attenzione alle immagini che condividete e soprattutto a chi taggate: quello che per voi potrebbe sembrare innocente o anche solo “dispettoso” potrebbe causare problemi a qualche amico… per cui chiedetevi sempre se è il caso di taggare qualcuno, se non, addirittura, di caricare la foto o meno. Volete forse farvi una reputazione da “Novella 2000” del gruppo? No, appunto. Tutto sarebbe fuorchè elegante.
Quindi niente foto imbarazzanti, sconvenienti, venute male, etc a meno che non abbiate il permesso del diretto interessato: perché mettere a disagio un’amico? Non è certo gentile!
E non offendetevi se qualcuno rimuove un tag in una foto: è nel pieno diritto di farlo, così come voi potete farlo nel caso siate la vittima di tale trattamento.
Nell’argomento “con chi condividere” rientra poi un altro punto cruciale: appunto, chi sono i nostri amici? Sono tutte persone che conosciamo? O abbiamo mandato anche richieste di amicizia a sconosciuti solo per curiosità, per aumentare il numero degli amici (per una bislacca ricerca di presunta popolarità?).
Personalmente, quando ricevo richieste di amicizia da perfetti sconosciuti e sconosciute, rimango sempre perplessa, specialmente se non sono almeno accompagnate da un messaggio, una presentazione… mi sembrerebbe il minimo della cortesia dire chi si è, a chi vogliamo diventi nostro “amico”, no?
Cosa condividiamo?
C’è da stare ben attenti anche nella scelta di cosa condividere: e non voglio riferirmi a quanto già accennato, come foto sconvenienti e messaggi imbarazzanti che potrebbero danneggiare noi stessi (pensate a “e se il mio datore di lavoro vedesse questo?”) o i nostri “amici”, ma ai contenuti all’apparenza innocenti, ma che risultano ben altro all’atto pratico.
Inutile dire che in cima alla lista delle cose che un utente rispettoso degli altri deve evitare di condividere sono le infinite, bombardanti, noiose richiesti di giochi e giochini inviati a tutti quelli che non condividono questi interessi. Sono fastidiose, ci vuole tempo per cancellarle, e francamente chi non condivide la vostra stessa passione può in fretta pensare che abbiate a) poco gusto b)troppo tempo libero c) entrambe le cose. Per cui: niente richieste non desiderate. Niente inviti. Niente punti omaggio, o chissà che altro. Se avete amici che condividono questo interesse, magari formate una lista a loro dedicata, e lasciate in pace tutti gli altri!
Allora mi direte “ma io voglio condividere questa causa, messaggio politi/sociale, richiamo ambientalista, etc”. Ebbene io vi dico… no. Almeno non con tutti i vostri contatti, e sicuramente no se l’immagine del post che volete condividere è quantomeno raccapricciante. Recentemente una nota della Polizia Postale , l’ente che vigila anche sulla sicurezza del mondo virtuale, ha reso ben chiaro che segnalare pagine orrende ai proprio amici solo per invitarli a segnalare la pagina… è solo pubblicità gratuita per codeste iniziative, quindi è tutto fuorchè una buona idea. Personalmente, ritengo che esistono abbastanza pagine e gruppi dedicati ai più svariati interessi, cause e credi politici nei quali postare e condividere informazione, eche non v’è necessità alcuna di bombardare ignari conoscenti con messaggi non richiesti. Risultate fastidiosi e maleducati, e molto facilmente finirete come tutti i miei “amici” rei di questo crimine: un click per eliminarli dalla pubblicazione nella mia homepage, e il problema è risolto. Ma non volete che questo accada anche a voi, vero?
Anche i dettagli personali che condividete possono essere eccessivi. Davvero c’è bisogno di condividere ogni singolo nanosecondo della vostra giornata? Dal caffè del mattino alle urla del collega al pranzo in mensa alla palestra strapiena alla cena con gli amici e la successiva serata per locali? Appunto. C’è un limite all’egocentrismo. E voi non volete passare per narcisi ossessionanti, vero?
Ancora peggio, le smancerie di fidanzatini innamorati, e conseguenti drammi, gelosie e rotture: tali comunicazioni sono e dovrebbero rimanere private, per preservare i vostri comuni amici dalle crisi diabetiche prima, e dall’imbarazzo del prendere le parti di uno dei due dopo!
Sempre in tema di condivisione… parliamo anche di tutti quei messaggi che potrebbero sembrare innocenti ma non lo sono. Messaggi passivo-aggressivi. Commenti mirati a ferire qualcuno, senza farlo direttamente. Con Facebook si può anche fare del male alle persone che ci circondano, senza nemmeno ricorrere agli insulti (quelli vien da sé che non rientreranno mai nel galateo). Basta un commento, un aneddoto che sappiamo potrà capitare sotto gli occhi della “vittima” di turno, e senza nemmeno coinvolgerla le avremo rovinato la giornata. Può una cosa del genere far parte del comportamento di una persona educata e cortese?
Usato con attenzione, un social network è un mezzo divertente per restare in contatto con gli amici, esplorare i propri interessi, condividere informazioni e conoscere nuove persone: a patto di rispettare le regole che l’educazione ed il buonsenso, nonché il rispetto degli altri, ci ricordano!
E voi, avete qualche consiglio o racconto da condividere con noi?
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