Stagione di feste, stagione di incontri… e quindi di presentazioni! Ma siamo sicuri di saperci destreggiare al meglio in queste occasioni? Dopotutto, lo sappiamo bene: la prima impressione è fondamentale, e una pessima presentazione può essere un inizio terribile per una nuova conoscenza! Vediamo quindi qualche suggerimento….
Voglio iniziare da un tormentone regalatoci dalla televisione: scommetto che anche voi avete visto quelle pubblicità di Real Time che ci ricordavano che “piacere” non si dice… e tante si saranno chieste “perché?”.
Credo che più o meno tutti abbiamo usato questa formula stringendo la mano a una nuova conoscenza; ma mettiamo il caso che questa persona si riveli una serpe, non vorremmo rimangiarci queste parole? Ebbene sì, ecco svelato l’arcano! La risposta da manuale di bon ton è quanto mai semplice e spiazzante: dire “piacere” o “molto lieto”, sebbene sembri una risposta cortese ed appropriata, è una forzatura perché al momento dell’incontro non sappiamo se sarà realmente un piacere conoscere quella persona… quindi il galateo ci vuole impedire di dire qualcosa di non vero, e riserva (casomai) queste formule per la fine della serata!
Ma veniamo alla pratica… e lanciamoci nella situazione: siamo ad una festa, un evento – o anche per strada, al supermercato, dovunque può capitare di incontrare nuove persone; la prima cosa a cui dobbiamo pensare è – se siamo in un gruppo di persone – chi deve essere presentato a chi: ci sono precise regole in merito!
In realtà, si riassumono tutte in un principio fondamentale: la persona di minor riguardo viene presentata a quella di status più elevato. Come stabilire però, questo ordine? Si fa riferimento ad alcuni fattori, quali genere, anzianità, gerarchia, grado di conoscenza, etc. Qualche esempio pratico?
- l’uomo deve essere presentato alla donna ( leggi: chi è il più importante? Noi!) L’unico caso in cui si presenta una donna ad un uomo è quando questi è un religioso o un personaggio molto importante.
- di fronte a due donne, si presenta la ragazza alla signora (le ragazze fino alla maggiore età vengono presentate, poi sono gli uomini a esser loro presentati)
- allo stesso modo, i più giovani vengono presentati ai più anziani (portiamo rispetto a chi è più anziano!)
- presenteremo la persona con la quale si ha maggiore familiarità a quella che si conosce meno (cioè per esempio presenteremo il nostro amico di sempre al collega/conoscente, e non viceversa)
- si presenta sempre la persona di minor prestigio a quella di grado superiore, i subalterni ai superiori (beh, è logico… presenteremo il fattorino all’amministratore delegato, e non viceversa!)
- I figli vanno presentati dai genitori ed a questi devono presentare le loro conoscenze in segno di rispetto.
Una nota nel caso ci si trovi a presentarsi da soli: se introducendo due persone è ammesso utilizzare i rispettivi titoli onorifici, nobiliari o professionali (Mega Direttore Naturale Conte Lamberti, le presento il ragionier Fantozzi ), questo non si fa mai nell’autopresentazione, in cui si diranno solo nome e cognome senza titoli professionali – a meno che questi non siano necessari e legati al contesto in cui ci si trova (una riunione o un appuntamento di lavoro: “sono l’ingegner Bruno Bianchi e sono venuto a presentarle questo prodotto”).
Entriamo in una stanza e iniziamo il rituale
Ma veniamo alla pratica ancora più pratica: arriviamo a cena, a un ritrovo, o quello che preferite, e come ci dobbiamo comportare? Per prima cosa salutiamo la padrona di casa (anche se la vostra migliore amica è lì a fianco, prima andate da chi vi ha invitato!), poi l’eventuale compagno/a, e a seguire gli invitati che conosciamo già. Se ci sono invitati che non conosciamo, dovrebbe essere la padrona di casa ad intervenire per presentarceli (o nel caso sia impegnata da altri arrivi o imprevisti, qualche conoscenza comune può subentrare in questo ruolo) – solo come ultima risorsa ricorreremo all’autopresentazione!
La persona che viene presentata non deve mai porgere la mano per prima, ma deve attendere che la persona a cui è presentata (che se vi ricordate quanto detto fa, detiene uno status superiore) “accetti” la presentazione, e lo dimostri porgendo la mano guardando negli occhi la persona presentata. (Non dovrebbe succedere che la presentazione non venga ricambiata, ma nel caso… non porgere la mano ci salva dall’imbarazzo di restare come pesci lessi con la mano a mezz’aria, e nessuno che la afferra!).
Nel caso in cui l’uomo che viene presentato sia seduto, non dimentichi di alzarsi alla presentazione – mentre le signore possono rimanere sedute, a meno che la persona a cui sono presentate non sia anziana o particolarmente di riguardo. (per cui vi alzerete di fronte al capo del vostro capo, ma non per il giovane collega).
La stretta di mano: niente molluschi mollicci né imitazioni di Hulk
Ora veniamo a un punto per me cruciale: la stretta di mano. Poche cose trovo più orripilanti che stringere la mano di una nuova conoscenza, e trovarmi tra le dita un mollusco flaccido, mollemente abbandonato alla mia stretta senza fare il benché minimo sforzo per ricambiarla: già è sgradevole se il proprietario della molliccia estremità è una donna, ma se si tratta di un uomo trovo l’impressione negativa ancora più marcata (e permettetemi di dirlo: una delle persone peggiori che conosco ha proprio una “non-stretta” di questo tipo… e secondo me non è un caso!). Per cui, vi supplico, donne e uomini, ragazzi e ragazze: quando date la mano, fatelo con convinzione!
Si porge e stringe la mano con la destra (al solito, è un richiamo alle antiche origini del galateo: serviva a mostrare di non avere armi in mano), possibilmente con un sorriso almeno accennato. Se vi ho pregato di non porgere una mano più molle di una lumaca senza guscio, vale anche l’opposto: non stritolate la mano della persona che avete di fronte: non è certo il momento per una prova di forza, e se per caso il vostro interlocutore indossa uno o più anelli la questione potrebbe diventare (per lui o lei) alquanto dolorosa: davvero non gli lascereste una bella prima impressione!
Esiste ancora il baciamano?
In realtà, a meno che non vi troviate in circoli elevati ed elitari, nonché un po’ retrò… no, è in disuso e per lo più la reazione di una “dama” sarebbe di imbarazzo più che altro. Ma a titolo di curiosità, i più ardimentosi che vogliono sfidare l’uso comune sappiano che il baciamano si fa solo alle signore (non alle signorine più giovani). L’uomo si china sulla mano che gli viene offerta (non afferrate mani che non vi sono porte!), e sfiora delicatamente con le labbra le nocche delle dita senza emettere alcun suono (niente rumori di finto bacio, insomma!). Voilà, il segreto è rivelato: nel baciamano si sfiora, non si bacia!
Smile!
Un’ultima raccomandazione, che mi auguro sia addirittura superflua: sorridete sempre quando venite presentati, ricevete presentazioni o vi presentate ! Sorridere è importante, anche se siete di cattivo umore, preoccupati o arrabbiati: non è certo la persona che vi sta di fronte, che non vi ha mai visto prima, la causa dei vostri problemi: quindi niente facce da funerale, nemmeno se foste tutto fuorché contenti di essere presentati – anche se fosse il caso, fingete un sorriso di circostanza!
Voi che dite? Avete qualche consiglio da condividere con noi su come affrontare il momento delle presentazioni?
PallinoGirl
Evelina Corrado dice
le buone maniere ci rendono più piacevoli