A meno che non si sia per natura particolarmente aggressive, possibilmente egocentriche e magari anche lievemente vendicative, criticare direttamente qualcuno non è poi così facile (sparlare alle spalle di qualcuno non lo consideriamo nemmeno, vero?!).
Ci sono però situazioni in cui ci troviamo nella condizione di dover proprio dare un feedback negativo o una critica costruttiva: come farlo senza intaccare i sentimenti del destinatario di tali commenti? Come dire alla collega che se non inizia ad usare quantomento il correttore ortografico nelle mail che invia potrebbe avere dei seri problemi? Come spiegare all’amica che no, non è il caso che prepari quella ricetta per impressionare la suocera, a meno di non volere come nuovo soprannome Lucrezia Borgia? Scopriamo qualche consiglio per il galateo della critica!
-Diamo una motivazione chiara – “non è giusto, rifallo” o “è brutto, ricomicia”… non vi faranno ottenere nulla. Dite cosa non va e come può essere sistemato e starete solo richiedendo che un dato lavoro sia fatto secondo le specifiche richieste; criticate seza dettagli e passerete solo per le rompiscatole di turno. Esempio: “questo logo è brutto” non ottiene un granchè, mentre “il cliente non vuole toni di verde nel logo, e il font da usare è questo” ci avvicina al risultato desiderato.
-Cerchiamo di essere costruttive e positive. Individuato il problema, proponiamo alternative senza limitarci alla distruzione verbale dell’operato dell’amica. Esempio: “un top morbido come quello tuo bianco starebbe anche meglio di questo scuro con questi pantaloni, non ti va di provarlo?” è meglio di “ammazza, con quella gonnellona sembri un ippopotamo ballerino di Fantasia!”
–Usiamo noi stesse come esempio, invece di attaccare direttamente. E’ più facile riconoscere l’errore altrui ed adattare a noi stesse la soluzione che ammettere di stare sbagliando. Così invece di dire alla collega che pasticcio sta per combinare, ditele (ehi, inventate pure, se a voi non sarebbe mai venuto in mente) prima di chiederle come sta per agire che voi stavate per fare esattamente così, e per fortuna qualcuno vi ha fermato e vi ha detto come fare! Il suggerimento non passerà inosservato!
-Non andiamo al di là della nostra competenza. Anche con le migliori intenzioni del mondo, sarete poco credibili se cercherete di dare consigli in ambiti di cui poco o nulla sapete. Per esempio, so che potrei tranquillamente suggerire qualche variante in cucina alla mia amica Katia che per sua stessa ammissione non è un asso dei fornelli mentre io sono piuttosto sicura – ma non andrò mai a darle suggerimenti di fotoritocco visto che lei è una grafica di professione, ed io no!
–Affianchiamo il positivo al negativo – se rileggendo il testo che la vostra amica vi ha mandato per “dargli un’occhiata” prima di inviarlo al suo destinatario avete notato una serie di cose da correggere, non limitatevi a segnalare queste ma spiegate anche le cose positive che avete notato. Insomma: fate una critica completa, nel bene e nel male, e non una lista di errori. “Correggi tutti i pezzi che ho sottolineato, son pieni di errori di battitura” non funziona bene come “La spiegazione è chiara ed esaustiva, ma deve essere scappato qualche errore di battitura al correttore: te li ho segnati così puoi riguardarli, ma è davvero un articolo interessante!“.
–Non buttatela sul personale. La critica è rivolta al lavoro/oggetto/situazione e non alla persona, quindi cercate di tenere separate le cose. “Sei veramente un’incapace” non serve a nulla tranne che a ferire la persona con cui parliamo. Proviamo con “Il file non è strutturato correttamente: non possiamo usarlo così com’è, ma possiamo sistemarlo e la prossima volta sarà perfetto al primo colpo!”.
Avete qualche consiglio da aggiungere per queste situazioni spinose?
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