La lettura accentra in sé diverse proprietà e tutti nella nostra vita ne abbiamo sperimentato anche se solo in qualche misura i benefici, non fosse altro per la sua capacità di rilassarci. Si legge per pensare e per non pensare, si legge per riflettere o imparare a farlo da un’angolazione diversa, si legge per puro diletto o per confrontarsi con altre vite.
Ci sono libri che non lasciano alcun segno e altri che ci arricchiscono enormemente. Se è vero che la lettura come fenomeno di massa ha una storia relativamente recente, si può altrettanto affermare che parallelamente all’uso della parola, l’uomo si è abituato all’ascolto, soprattutto di racconti di diversa natura. Basti pensare alla tragedia di origine greca che generava una vera e propria catarsi negli spettatori/ascoltatori. Di tempo ne è trascorso moltissimo, ma il potere della lettura rimane inalterato, se non addirittura aumentato, nonostante recenti sondaggi indichino il popolo italiano come scarsamente amante dei libri.
Da un punto di vista fisiologico, i processi narrativi mettono in moto delle aree cerebrali diverse da quelle attivate dalla comprensione delle parole. Un esperimento ha messo in evidenza come tutto quello che leggiamo possa influenzare – talvolta in maniera incisiva – la nostra visuale del mondo e delle cose. Persone sottoposte a ripetute sessioni di lettura “romanzesca” hanno dimostrato maggior prontezza e risposte più pertinenti – rispetto ad altri che avevano letto semplicemente riviste – in un test sulle interazioni sociali.
La lettura ha inoltre il merito di elevare in qualche modo la mente, garantendole la possibilità di aprirsi a percorso nuovi e spesso non ordinari. Grazie inoltre ad un meccanismo insito nella sua stessa natura, induce in noi un processo naturale di rilassamento, aiutandoci infine a fare ragionamenti che altrimenti non faremmo. Spazio dunque alla lettura, sempre e comunque!
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