L’età pediatrica è caratterizzata da tanti “perché” e curiosità da esprimere di ordine sessuologico. Spesso i genitori sono preoccupati delle domande dei figli e tendono a rispondere solo ad alcuni quesiti che sembrano meno orientati dal punto di vista sessuale e più affettivi.
Come comportarsi in questi casi?
In realtà, i bambini sono immersi nella dimensione corporea e sessuale molto più dei grandi.
Nel momento in cui fanno domande precise è quasi certo che siano già informati anche se in modo parziale. Sono infatti bravissimi a captare informazioni da quello che sentono o vedono oppure possono già aver provato sensazioni ed emozioni particolari.
Dal primo passo….
Il primo step è la consapevolezza della differenza sessuale, del non essere uguali che porta progressivamente alla scoperta simbolica e concreta del proprio corpo esterno e interno, maschile e femminile.
La costruzione dell’identità parte anche da qui ed è, dunque, un processo continuo. Quindi accompagnare i bambini e gli adolescenti nel processo di sviluppo sessuale è indispensabile per garantire loro una crescita corretta come anche aiutarli a discriminare le cose giuste da quelle sbagliate, nutrire le loro sensazioni, abituarli al concetto di pubblico e privato, soggettivo e relazionale
Educare alla sessualità vuol dire guidare nel riconoscere le proprie emozioni, a scegliere le esperienze, a rifiutarne altre, a guadagnare la dimensione del sesso psicologico. Dare delle regole è indispensabile per aiutarli a districarsi nei messaggi contraddittori della società, da una parte disinibita e dall’altra piena di norme e divieti.
In preadolescenza e adolescenza
Questo periodo è un momento di grande delicatezza a livello evolutivo.
Preadolescenza e adolescenza mettono di fronte alla necessità di vivere e accettare lo sviluppo sessuale e di dare inizio ad un più forte processo di identificazione con il proprio sesso, con i compiti e le possibilità che la cultura di appartenenza ostacola o rinforza.
Ora il compito dei genitori è rappresentato dal proteggere, aumentare la conoscenza e abituare alla capacità di discriminare e scegliere i comportamenti volti sia all’esperienza che alla tutela di sè.
Per sviluppare un’adeguata competenza nella sessualità è fondamentale che i bambini e le bambine sappiano capire:
- quando e a chi dire NO: cosa è importante tenere segreto e che cosa è necessario raccontare, come gestire il bisogno di spazi privati lontano dal papà e dalla mamma e quanto invece sia importante sottrarsi a esperienze di sfruttamento o uso sessuale del loro corpo;
- quando e a chi dire SI: riconoscere le buone esperienze, imparare a fare una selezione, rinforzare i comportamenti desiderati. E questo è possibile solo se gli adulti sono riusciti ad insegnare loro a fidarsi di intuizioni e sensazioni, a rinforzare la loro competenza nel “sentire” oltre che nel “capire” cosa è giusto o sbagliato.
Quando iniziare?
Parlare della sessualità può essere utile a partire dall’asilo nido e per tutti i successivi anni di scuola. Il periodo in cui si apprende la cura ed il rispetto del corpo, la socializzazione, le piccole esperienze, le conoscenze biologiche e fisiologiche fondamentali…
Un’educazione alla socializzazione, alla piacevolezza dello stare insieme anche con l’altro sesso, che papà e mamma hanno una relazione tra loro, che il corpo del bambino e la sua fisicità è un valore, che ci sono momenti privati e momenti sociali, che si deve imparare a riconoscere e rispettare bisogni e desideri ma che sono importanti anche bisogni e desideri degli altri.
Alle mamme ed ai papà un po’ troppo rigidi e moralisti su questo tema, io rispondo sempre con una metafora: “Ma perchè recintare una piscina per non rischiare che i vostri figli anneghino… piuttosto che insegnargli invece a nuotare?”
Ho scritto questo articolo con l’aiuto della Dott.ssa Silvia Brucoli
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