I telefoni fanno ormai parte di noi, quasi fossero una nostra appendice: un braccio, una gamba, una mano… una cosa è sicura: non siamo più capaci di farne a meno. Ma li sappiamo davvero usare? O meglio: li sappiamo usare con un minimo di civiltà? Conosciamo un minimo di etichetta al telefono?
Esempio numero uno: sono a passeggio per la città. Il tempo di una sosta al semaforo pedonale, ed ero perfettamente aggiornata sui problemi di coppia della perfetta sconosciuta al mio fianco. (Mollalo, è l’unica soluzione). Per fortuna il mio tragitto in metrò era di poche fermate, o avrei dovuto dire la mia sulla richiesta d’aumento del tizio di fronte a me, ne sono convinta. Insomma: perchè devo sapere i fatti personali di perfetti sconosciuti?
Semplice: perchè urlano come pazzi in quei piccoli ricettacoli tecnologici di confessioni private, che private dovrebbero restare – please, abbassate il volume. La mia sanità mentale vi ringrazia in anticipo.
Ehi, non dico che andando in giro non si possa comunicare… ma vi giuro che per un certo tipo di comunicazioni è molto, molto meglio affidarsi alla parola scritta: su, aprite whatsapp e iniziate a digitare!
Esempio numero due: siamo in compagnia, squilla il tuo telefono e tu che fai? Mi lasci a fissare il vuoto perchè tronchi la nostra conversazione per lanciarti in chiacchiere con chi ti ha chiamato? Sono troppo equilibrata per afferrare il tuo telefono e lanciarlo fuori dalla finestra come meriterebbe, ma non per questo sono meno irritata: non potevi richiamare in un secondo momento? La mia compagnia conta così poco che sono accantonabile? A meno che dall’altro lato della linea non ci sia una megastar di Hollywood che ti sta giurando eterno amore, apprezzerei non sentirmi un’impicciona che cerca di fare l’indifferente e di non ascoltare le tue telefonate. Torna da me. Riattacca. Please.
Esempio numero tre: ho aperto da poco mezzo occhio, sono a malapena presente nel pieno del risveglio mattutino e squilla il cellulare. Oppure: siamo nel cuore della notte, e il mio sonno ristoratore è interrotto dall’arrivo di un messaggino.
Direte: che telefonate scriteriate! Ma si può disturbare così? Ebbene, in questo caso dirò che sì, si può. Certo, non telefonerei alle due di notte a meno che non si tratti di un’emergenza, ma fintanto che sono orari socialmente accettabili per una chiamata, no problem. Io non sono pronta a rispondere? Ehi, potevo anche spegnerlo il telefono! (E’ quello che mi ripeto ogni volta che ricevo messaggi notturni da amici con un diverso fuso orario. Se lascio il telefono acceso, la responsabilità della sveglia è mia. Ma non approfittatevene!).
Esempio numero quattro: lo sanno anche i muri che al cinema o a teatro, e durante funzioni pubbliche in genere, l’invito è sempre quello di spegnere i telefonini. I suddetti muri sanno anche che la quasi totalità delle persone considera lo spegnimento del cellulare un crimine contro l’umanità, e quindi in molti casi si chiede, quantomeno, di impostare la modalità silenziosa. Buono, ma non ottimo: aggiungo la postilla luminosa. Nel senso che se anche il vostro telefono non squilla, chi è seduto di fianco a voi al cinema potrebbe comunque essere infastidito dall’illuminazione diurna regalata alla sala dal vostro schermo acceso: avete presente quel bel comando che regola la luminosità dello schermo? Usatelo, e riducetela al minimo: questo è un tocco di classe (ed educazione).
Avete qualche consiglio da aggiungere?
Alessia Dominici dice
Aggiungerei anche al numero quattro di togliere la vibrazione e il suono della tasti quando vengono pigiati!