Èdith Piaf nacque a Parigi nel dicembre del 1915. Il suo nome, Piaf, è un nome d’erte e in francese significa “passerotto”.
La sua fu un’infanzia difficile: cresciuta in povertà e miseria, passò i suoi anni ad elemosinare cibo. La madre aveva origini italiane, mentre suo padre era un saltimbanco. Secondo la leggenda, Èdith nacque per strada, aiutata a nascere da un poliziotto francese.
La sua adolescenza la trascorse nel bordello della nonna, in Normandia; la sua prima audizione fu in un locale di cabaret, dove un impresario la prese sotto la sua custodia. Il suo debutto risale al 1935: Èdith indossava un abito di maglia nera, con una stola a coprire le spalle. Ma il successo riuscì ad arrivare solo nel 1937, quando la Piaf fu notata dal Teatro dell’ABC, che le offrì un contratto.
La sua straordinaria voce colpì subito il pubblico, che iniziò ad identificarla come la cantante francese ribelle ed inquieta, con la capacità di essere agghiacciante e dolce allo stesso tempo, con canzoni che tutt’ora non hanno perso il loro fascino.
Il successo di Èdith continuò sia durante la seconda guerra mondiale sia dopo, quando si recò anche negli Stai Uniti per una tourné; qui non ebbe però il successo che conosceva in Francia e la sua voce fu poco apprezzata: il passerotto francese ebbe enorme successo solo all’interno dei confini europei. Con il dopo guerra, arriva una della sue canzoni più conosciute ed amate al mondo: “La vie en rose“, cantata come inno alla vita dagli stessi soldati.
Non era facile, per l’epoca, apprezzare una voce come quella di Èdith: un suono molto particolare, unito ad un carattere forte e ribelle.
Nel 1948 conobbe il suo grande amore, un pugile francese conosciuto a livello internazionale. Il loro fu un grande amore, vissuto felicemente da entrambi. Ma nella vita sembra che le cose belle siano destinate a finire e poco tempo dopo, mentre è in viaggio verso gli Stati Uniti per tenere un combattimento, l’amore di Èdith muore a causa di un incidente aereo. La perdita del suo uomo le farà scrivere una canzone di enorme successo, “Hymne à l’amour” .
Gli anni successivi vedono Èdith in giro per le varie città, con le sue splendide canzoni che ottengono sempre più successo.
La vita privata sarà caratterizzata da matrimoni falliti, ma dai continui successi musicali ed una vita finalmente stabile economicamente. I tragici eventi della sua vita non la lasciarono mai sola, tanto che la cantante aveva oramai iniziato ad abusare di alcol e droghe, con gravi conseguenze per la sua salute.
Intorno agli anni ’60, stanca e appena uscita da una brutta broncopolmonite, Èdith decide di ritirarsi per un po’ di vita tranquilla nel sud della Francia, insieme al marito del momento. Qui, nell’ottobre del 1963, la cantante francese si spense, a causa di una oramai grave cirrosi epatica. Aveva solo 47 anni.
Il suo funerale fu seguito da migliaia di persone. Parigi le ha recentemente dedicato una statua e nel 1982 le fu addirittura dedicato un pianeta, da un’astronoma sovietica.
Le sue bellissime canzoni sono celebri in tutto il mondo.
Ecco una lista:
- Mon légionnaire (1936)
- Le Fanion de la Légion (1936)
- Tu es partout (1943)
- La vie en rose (1945)
- Les Trois Cloches (1945)
- Hymne à l’amour (1949)
- Padam… Padam… (1951)
- Sous le ciel de Paris (1954)
- Les Amants d’un jour (1956)
- La Foule (1957)
- Milord (1959)
- Non, je ne regrette rien (1960)
Vi consiglio di ascoltarle. Hanno fatto la storia della musica.
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