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Con il termine anorgasmia si indica l’impossibilità di raggiungere l’orgasmo: essa può essere indotta da sostanze come le droghe o alcuni farmaci, disturbi fisici (soprattutto dell’apparato genitale), oppure può avere un’origine psicologica, come capita nella maggior parte dei casi.
L’anorgasmia può essere di varie tipologie:
– Primaria: se il disturbo è sempre stato presente, fin dall’inizio della vita sessuale del soggetto;
– Secondaria: se sopravviene in un secondo tempo, dopo un periodo di attività sessuale normale;
– Generalizzata: se è presente in tutte le situazioni sessuali vissute;
– Situazionale: se si presenta solo in certe occasioni e non in altre.
L’anorgasmia rappresenta uno dei disturbi sessuali maggiormente frequenti nella donna: sembra che circa il 12% delle donne con una vita sessuale regolare non abbia mai provato l’orgasmo ed il 34% non percepisca piacere durante la penetrazione.
Il dato più sconcertante delle statistiche sull’argomento è che sembra che il 47% delle donne fingono l’orgasmo.
Cosa c’è all’origine del disagio psicologico?
Spesso all’origine di una situazione di anorgasmia c’è la presenza di ansia durante il rapporto.
Tale ansia può essere dovuta inizialmente alla novità, a paure sessuali, traumi pregressi ( es. abuso sessuale), a un rapporto non adeguato col partner, al timore di perdere il controllo e fare così qualcosa di sconveniente, a un’eccessiva attenzione al piacere del partner, ad ansia da prestazione, mancanza di autostima, visione distorta del proprio corpo e un’educazione che ha represso la sessualità e l’erotismo fino a tradurli con sensi di colpa.
Che questo delicato argomento sia collegato alla psiche delle donne, è facilmente desumibile: una donna capace di raggiungere l’orgasmo senza difficoltà non solo è una donna più soddisfatta ma è anche una donna in grado di dare maggiore soddisfazione sessuale al partner ed a sé stessa.
L’orgasmo può anche non essere l’obiettivo unico di un rapporto sessuale ma il fatto di non raggiungerlo mai non è per nulla soddisfacente e può causare quindi situazioni di frustrazione che aumentano il disagio e peggiorano il disturbo.
Alcune donne reagiscono all’impossibilità a raggiungere l’orgasmo con sentimenti di sofferenza o di rabbia, altre tendono a negarne l’importanza, ritenendosi soddisfatte comunque della relazione sessuale soprattutto per quanto riguarda gli aspetti affettivi e relazionali, molte altre ancora simulano l’orgasmo, sentendosi “anormali” e vivendo questa limitazione con doloroso sentimento d’inferiorità.
Comunque sia dopo un lungo periodo di attese deluse, spesso inizia un certo disinteresse per il sesso e il rapporto fisico si trascina stancamente più come un dovere che come il piacere dell’incontro.
Non essere in grado di ottenere sufficiente godimento da un rapporto sessuale e non essere in grado di raggiungere un orgasmo vuol dire limitare la vita sessuale e sentimentale di una donna, può talvolta danneggiare seriamente l’amor proprio e il modo in cui una donna si guarda, specialmente quando si temono conseguenze sentimentali come l’infedeltà o l’insoddisfazione.
Spesso avviene più tra le giovani donne che affrontano i primi rapporti sessuali, per cui non hanno esperienza, forse non conoscono bene il proprio corpo, sono bloccate da taboo e da cliché sociali e quindi dalla penetrazione non si ottiene il piacere aspettato e questa situazione genera quella che viene chiamata “anorgasmia coitale”, estremamente diffusa nelle nuove generazioni.
Quest’ultima va distinta dall’ “anorgasmia totale” in cui esiste una impossibilità generalizzata al raggiungimento dell’orgasmo, anche con la stimolazione diretta del clitoride e quindi è sicuramente espressione di qualche problema.
Che fare?
Se la causa è di tipo fisico è necessario consultare il proprio medico ginecologo che potrà dare una terapia mirata.
Se, invece, tutto dipende da una questione psicologica il trattamento di elezione è la psicoterapia. Un buon terapeuta specializzato in sessuologia, nel corso delle sedute, riuscirà ad insegnare a focalizzare la propria attenzione sulle sensazioni che precedono l’orgasmo e a non rinnegarle.
Per eliminare l’eccessivo controllo e l’inibizione che la paziente ha esercitato inconsciamente, la si invita ad avere esperienze sessuali “mirate”, prescritte dal professionista per ottenere un risultato e studiate in modo da insegnarle a smettere di intralciare il naturale processo orgasmico.
Tramite la psicoterapia inoltre, si cerca di promuovere la presa di coscienza e la risoluzione dei condizionamenti culturali ed educativi che hanno originariamente spinto la paziente a “trattenere” ed inibire il suo orgasmo.
Un ultimo consiglio: nei rapporti di coppia è importante il desiderio di appagare il partner, di soddisfare le sue ambizioni ed i suoi desideri ma non si deve mai dimenticare di amare se stessi. L’atto sessuale non dovrebbe soddisfare solamente uno dei due partner: quando la ricerca dell’orgasmo si limita al compiacimento del singolo, si rischia di trasformare il piacere in un appagamento riduttivo.
Per qualsiasi ulteriore domanda, non esitare a contattarmi scrivendomi a: psicologia@tentazionedonna.it
Ho scritto questo articolo con l’aiuto della Dott.ssa Francesca Romana Rodi
Dott.ssa Cristina Colantuono
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