Eh già, perchè a pensare alle donne manager è facile condurre il pensiero ad aziende che trattano di bellezza, benessere, casa. Che poi una ha tanto parlato di pari opportunità, diritti delle donne e progresso e si ritrova a veder storcere i nasi di chi si trova di fronte -in una riunione lavorativa- donne manager!
Il principio di parità tra uomini e donne prevede che le donne abbiano diritto ad accedere a qualunque lavoro in condizioni di parità con gli uomini ed il diritto allo stesso trattamento per un lavoro eguale oppure equivalente.
(Già vedo il maschio medio leggere e borbottare: “Se così allora perché non ne vedo di donne muratori in giro?” Stendo un velo sull’argomento e lo ripropongo alle prossime sedute…)
Le donne sono ambiziose, flessibili e hanno la volontà giusta per raggiungere il potere; eppure è raro -ancora oggi- incontrarle in posizioni dirigenziali anche se in tutti i paesi del mondo ci sono donne che hanno raggiunto l’apice del successo lavorativo. E’ finita o no, quindi, l’era che rilegava la donna soltanto alla scrivania dell’avvocato od alla macchina da cucire? “Mestieri da femmina” si diceva, ed invece a sfatare questo tabù ci hanno pensato Siemens, Pepsi, Yahoo ( per citarne alcune ) che ai loro vertici hanno scelto “le femmine”!
Non è però “comoda” la poltrona delle donna manager. L’entrata massiccia delle donne nel mercato del lavoro, l’introduzione delle nuove tecnologie e la crescita del settore terziario hanno cambiato il volto del lavoro stesso. Nonostante tutte queste trasformazioni, c’è ancora chi, mangiando pane e pregiudizi a colazione, è pronto a dubitare con la classica retorica “Chissà che strada avrà fatto per essere lì” (sicuramente una più corta della tua, direi). Non è mistero infatti che uno degli scogli maggiori per le donne manager è quello di cascare nella rete del “sessismo” che rende pura utopia l’uguaglianza dei rispettivi ruoli; infatti, le donne continuano ad essere penalizzate oltremodo, dalle retribuzioni più basse che percepiscono a parità di categoria professionale all’essere scambiate per segretarie, donna delle pulizie, per l’hostess anche quando si ricopre un ruolo di alto livello, come quello appunto delle donne manager!
Altro discorso invece per il “capo donna”. Che l’Italia non sia un Paese per femmine al comando, lo sappiamo già (ancora fa scalpore una ministra della Giustizia donna). Le quote rosa sono in crescita, ma i maschi continuano ad avvertire e non sopportare il peso degli oridni femminili. Una recente ricerca (Eh si! C’hanno fatto uno studio… Eurofund, ndr) ha rilevato “casi di maggiore insoddisfazione di quei dipendenti che si ritrovano a lavorare in un ufficio guidato da una donna”. E poi c’è la psicologa che dice: le donne sono generalmente molto più difficili da “gestire”.
Insomma, pregiudizi o meno, parità o alquanto, le donne manager sono in aumento, le mamme multitasking pure, gli uomini che fanno “lavori femminili” anche, direi che per il momento a piccoli passi verso l’uguaglianza ci stiamo arrivando ed è quindi il caso di dire che il lavoro nobilita l’uomo…. ed anche la donna!
…Per spezzare una lancia anche in favore dei “poveretti” che subiscono attacchi dalle donne manager “cattive”, auguriamo loro di non trovarsi mai in ufficio uno stereotipo alla Demi Moore come in “Rivelazioni”…
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