Il dolore cronico è una patologia molto più frequente ed intensa nelle donne rispetto agli uomini: nonostante rappresenti un problema di estrema importanza, gli studi di settori sono esigui, ancor di più se si pensa che stranamente si sono sempre focalizzati sulle persone di sesso maschile.
Un lavoro di sensibilizzazione a tal proposito è stato condotto dalla dott.ssa Berkley, neurofisiologa della dolore-cronico, che si è proposta di mettere in rilievo le rilevanti diversità esistenti tra uomini e donne. Nuove informazioni sono state acquisite sul ruolo rivestito dagli ormoni sessuali che influenzano le strutture nervose coinvolte nel dolore. Maschi e femmine inoltre hanno dimostrato di rispondere diversamente ai farmaci.
Una recente ricerca ha rivelato che su un campione di 500 donne , l’85% ha vissuto un’esperienza non lieve di dolore cronico per un anno ed oltre. Con l’aumento dell’età, la situazione si complica, ma anche le giovani non ne sono immuni (mal di testa in cima). Le donne in tali condizioni sono spesso abbandonate da medici e istituzioni, incapaci di farsi carico di un disagio talvolta di non facile soluzione.
Insieme all’influenza ormonale e alla risposta alle terapie farmacologiche, sono coinvolti anche la struttura corporea (con la presenza dell’utero e della vagina risulta nelle donne più favorevole all’accesso di vari agenti patogeni), fattori sociali, fattori cognitivo-affettivi fino ad arrivare alla maggior sensibilità con cui il dolore viene percepito.
La specificità del dolore femminile è dovuta però in primis agli estrogeni: se nell’organismo ve ne è un’altra concentrazione, questi influiscono sul sistema nervoso rendendolo più reattivo agli stimoli, come quelli dolorosi.
Il primo passo verso la soluzione del problema consiste come sempre nel riconoscerlo e nel volerlo affrontare. Troppo spesso la donna tende ad accettare passivamente lo status di disagio in cui versa (entrando nell’ottica della ‘necessità di conviverci’), atteggiamento questo che contribuisce a mantenere bassa la soglia dell’attenzione della comunità medico-scientifica, di strutture preposte alla “tutela della salute” ed anche dell’opinione pubblica in generale.
Nota a margine.
Un grande passo avanti nella sensibilizzazione a questa problematica sempre attuale è stato fatto nel 2008, allorquando è stata presentata a Roma, alle Istituzioni presso la Sala delle Colonne di Palazzo Marini – Camera dei Deputati , la Raccomandazione civica sul dolore cronico non oncologico. L’obiettivo è stato quella di dare un contributo concreto per l’identificazione di politiche di tutela finalizzate al superamento delle criticità evidenziate nel trattamento del dolore cronico non oncologico. Nel contempo, si è voluto valorizzare il punto di vista del cittadino nell’identificazione delle azioni di miglioramento da raccomandare a ciascun soggetto coinvolto nel percorso di cura del dolore.
Lascia un commento