Iniziamo con il ridimensionare l’abusivismo improprio del detto “donna al volante pericolo costante”, perchè se è vero che per la fantasia maschile collettiva l’imbranata alla guida sia la donna, sono pronta a) a confermare e b) a contestare. Incoerente direte? No, super partes! E se il dado dobbiamo trarlo da tutta questa vicenda è giusto dire che sì ce ne sono di impedite alla guida ma SI’ ce ne sono di donne al volante che fanno il baffo al maschio pilota.
Andiamo per ordine, o meglio per specifiche. Nella categoria “donne al volante” ci troviamo:
La (donna) vecchia alla guida (quasi sempre) della Fiat Panda-rella, in genere tra i 65 e non meglio specificati anni, vedova ed oramai con qualsiasi percezione del tempo fuori asse mediale, che si distingue per la sua totale incapacità di guida e comprensione del mondo al di là del finestrino (chiuso, ndr). Questo genere di automobilista però si alterna in egual misura al vecchietto con le stesse caratteristiche e sono quasi sempre mattinieri per cui popolano le strade nel momento meno indicato del giorno; e non basta aver iniziato dal mattino con l’amico Murphy a rintronare: “se qualcosa deve andare storto lo farà”, ci sarà sempre un vecchietto di cui sopra a peggiorare la situazione.
Vi è poi la categoria: mamma lavoratrice in ritardo cronico. Nota per la sua intolleranza alla guida, esperta nei sorpassi improbabili e nei parcheggi selvaggi, vincitrice del premio “miglior buca dell’anno”, con espresso ringraziamento del gommista di fiducia.
Per spezzare una lancia in favore delle donne al volante, nominerai per il sesso opposto: il pilota occhialuto e sovrappeso alla guida del triciclo. Categoria a parte invece sono gli arrotini ed i contadini con trattore annesso. (Personalmente abitando in periferia purtroppo ne ho piena conoscenza del genere, tanto da beffeggiarmi ad esperta pilota tra i miei “concittadini” ed avvalermi di ogni karma possibile per affrontare il traffico)
Categoria “ibrido” donna/uomo: quella per cui non sai mai se far valere le proprie ragioni o meglio una parola in meno e si torna salvi a casa. Sconsiglio vivamente di accendere dibattito sulle luci di posizioni con la categoria di cui sopra se non si dispone di un dizionario adatto.
Per i neo patentati passo al capitolo successivo, lo stesso in cui parlerò dei minorenni alla guida delle scatolette del tonno.
Categoria “perduti indiani di città”. Indifferentemente donna o uomo che siano non conoscono l’uso della feccia. Meglio mantenere le distanze da manuale.
Categoria donne al volante con bebè a bordo. Mai più di 20 Km/h in zona urbana e sotto i 50 Km/h per l’extra urbano. Questo genere di donna è totalmente impossibilitata nel parcheggiare la propria macchina, e se ci riesce, le auto nei paraggi non vengono dispensate da eventuali “modifiche” alla carrozzeria. La stessa donna, attenzione, scambia facilmente il Cid con una cambiale in bianco, quindi non firma nulla. Rinunciateci.
Poi c’è la donna multitasking, quella che è dotata di macchina che fa da trasporto a casa ambulante, con bluetooth incorporato e palette dei trucchi inserita al centro manubrio. Quella per cui i semafori rossi sono una benedizione, che si fermano all’arancione per iniziare col fondotinta e non scattano al verde perchè ultimano con il gloss alle labbra e nel mentre parlano al telefono con il macellaio per ordinare la spesa e rispondo ai gruppi whatsapp per il cinema da vedere. Per questa donna non c’è categoria che tenga, anche perchè a parte trovare alla guida, un marito che armeggia con telefono mentre dribbla auto, tenendo a bada figli canterini e moglie che disquisisce sulla carta da parati, io proprio non riesco a ricordare di un uomo che mentre guida si dà di gelatina ai capelli. Figurarsi poi pinzettare le sopracciglia
Comunque per placare gli animi è giusto ricordare che recenti statistiche commissionate da agenzie di assicurazioni, dimostrerebbero che al giorno d’oggi la pericolosità della donna in campo automobilistico è nulla più che una leggenda urbana, tanto che le stesse attribuirebbero un bonus alle clienti donne, reputate più “affidabili” delle controparti maschili.
E tu a quale categoria di donne al volante appartieni?
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