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La Christmas Blues è un disagio riconosciuto ufficialmente dalla psicologia e considerato un evento stressante nella vita di un uomo adulto, accanto a furti, lutti o perdita del lavoro.
La prima pubblicazione scientifica che ne parlò fu del 1981 ed evidenziò che il Natale produceva anche un aumento di ricoveri e di richieste di psicoterapie.
Le cause associate a questo disturbo sono legate a diversi fattori, per entrare nello specifico è necessario analizzare caso per caso le implicazioni personali, familiari e sociali.
Nella maggior parte dei casi si parla però di una paura associata al tempo che passa: dicembre è l’ultimo mese dell’anno, rappresenta la fine di qualcosa, il momento di “tirare le somme” dell’anno passato e l’autocritica può lasciare sentimenti contrastanti dentro.
E’ un momento di transizione concreta perché il cambiamento di anno del calendario è una cosa tangibile e visibile e quindi è un inizio che va affrontato a meglio ed una fine che può creare ansia.
Ed a capodanno si brinda proprio al tempo che passa ed all’emozione delle cose nuove che iniziano, un modo di lasciarsi indietro il passaggio ed iniziare a vivere un futuro pieno di speranze.
Chi ha una personalità tendente all’insicurezza ed all’ansia può quindi essere schiacciato da questi sentimenti contrastanti e quindi arrivare ad odiare questo momento che così brutalmente ce lo ricorda: le strade addobbate, le case con l’albero di Natale e la smania dei regali sono pur sempre scelte che “subiamo” perché viviamo in una società che vive di questa tradizione.
E’ per questo che spesso il Natale è sentito come una imposizione, motivo che aumenta ancor più la sensazione negativa che lascia nel cuore dei più sensibili.
Chi può esserne contagiato?
Le persone che corrono più il rischio di soffrire di questo disagio sono coloro che hanno sofferto in passato di depressione e ne sono quindi più vulnerabili, oppure chi ha già sulle spalle altri fardelli dolorosi: problemi sul lavoro, problemi sentimentali, un lutto recente, un fallimento, l’insicurezza di fondo, scarsa autostima….
A Natale ci si scambia regali, ci si bacia sotto il vischio, si partecipa a cenoni chiassosi e affollati: un quadretto che non riesce a coinvolgere chi non può vivere tutto questo con un partner accanto, in una famiglia felice, con la soddisfazione di una vita che dona gioia.
Chi ne soffre non deve però sentirsi un “alieno”: il Christmas Blues non è poi una cosa così rara, anzi! Le persone che ne soffrono sono molte ma, proprio per la difficoltà a mostrarsi tristi in un momento di gioia, non è un disagio che si ammette con facilità e quindi la diffusione è sottostimata.
Quali sono i sintomi?
I sintomi sono legati ad una sensazione di malessere generale che può colpire metaforicamente sia la “testa” che il “cuore” e quindi: mal di testa, mancanza di appetito, insonnia o ipersonnia, ansia, pessimismo, agitazione, senso di estraneità, diminuzione d’interesse per attività piacevoli, sofferenza per chi non c’è più e incapacità di godere di chi è presente, mancanza di idee e di voglia di cercare i regali, maggior suscettibilità e tendenza al pianto…
E aggiungiamo pure che agli occhi degli altri la depressione e la tristezza a Natale sono peggio di un’eresia e quindi, ai sintomi ora elencati, si deve aggiungere anche il senso di vergogna perché ci sentiamo “diversi” ed un senso di colpa che attiva un circolo vizioso: non vogliamo mostrarci così, non vogliamo rovinare la festa agli altri, ci sforziamo di mostrarci felici ma ciò aumenta il nostro disagio…
Il contrasto con il Natale ideale dà il colpo finale!
Tali sintomi possono scomparire improvvisamente dopo le feste oppure possono persistere fino ad una vera diagnosi di depressione.
Cosa fare per esserne immuni?
Ecco alcuni consigli per chi soffre o per chi non vuole correre il rischio di soffrire di Christmas Blues:
– Pensiamo che spesso la gioia che respiriamo durante il Natale può essere legata alla situazione e ad una facciata: non esistono “la famiglia del Mulino Bianco” o le “coppie perfette” e tutti hanno dalla vita preoccupazioni o malumori più o meno gravi da sopportare;
– se ne avete la possibilità evadete in paesi di religione diversa!
– andate a correre, giocate a pallone, state all’aria aperta per trarre forza dalla natura;
– considerare il Natale una festività come le altre, senza aspettarvi nulla di diverso;
– concentratevi sulla ricerca di regali “sentiti” più che costosi;
– non stravolgere i ritmi quotidiani, rispettare i vostri tempi e ritagliatevi dei momenti di pausa;
– parlate e confidatevi con chi vi è vicino per alleggerire un po’ il carico;
– create il “vostro Natale”, le “vostre tradizioni”, trovate qualcosa che vi dia gioia per festeggiare in modo diverso e personale;
– preferite attività che permettano di “staccare” da pensieri e sentimenti negativi;
– fate progetti per le feste ma anche per il “dopo Natale” per non rimanere senza un obiettivo o qualcosa da fare;
– aspettatevi dall’anno nuovo cambiamenti parziali e graduali… non totali!
Infine permettetevi di essere tristi senza forzarvi e mai rimproverarsi, commiserarsi o punirsi con un’autocritica eccessiva… perché si può essere infelici sempre e Natale, sul calendario, è un giorno come un altro.
E nei casi più gravi, pensate che la depressione non è una colpa ma una malattia.
Per qualsiasi ulteriore domanda, non esitare a contattarmi scrivendomi a: psicologia@tentazionedonna.it
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