Bellissima. Elegante. Con una grazia innata.
Una donna sensuale, mai volgare; un’attrice di altri tempi, di quelle che oggi, forse, non se ne trovano più.
Imitata da molte, ma imparagonabile con chiunque: è questa Audrey Hepburn.
Il nome con cui venne registrata alla nascita, il 4 maggio del 1929 a Bruxelles, è Audrey Kathleen Ruston; figlia di un banchiere inglese e di una baronessa olandese, Audrey crebbe nella ricchezza e nella prosperità: era una ragazza solare e brillante, amante della danza, che iniziò a studiare da piccola, e del teatro. La bellezza di quei momenti, sfortunatamente, finì molto presto, quando Audrey e la sua famiglia si trovarono a vivere le dure condizioni della guerra; il padre abbandonò la famiglia nel 1935 e la madre, sola con i suoi tre bambini, decise di trasferirsi in Olanda, sperando di poter sfuggire alla crudeltà della guerra mondiale.
Ma i tedeschi riuscirono ad invadere anche l’Olanda e Audrey, insieme a tutta la sua famiglia, cambiò il suo nome in Edda Van Heemstra: fu forse questo stratagemma che permise alla famiglia di Audrey di scampare la deportazione e le orribili conseguenze che ne sarebbero derivate. Negli anni della guerra, la bellissima attrice patì la fame e la carestia, ammalandosi di continuo per le deboli condizioni in cui viveva. La sua salvezza arrivò con lo sbarco in Normandia degli alleati, grazie al quale l’Olanda fu finalmente liberata dagli orrori della seconda guerra mondiale.
Terminati gli anni delle violenze e delle battaglie mondiali, la famiglia Van Heemstra si trasferì ad Amsterdam, dove Audrey riprese a seguire lezioni di danza e di teatro; nel 1948 ebbe una prima piccola parte nel documentario “Nederlands in Sieben Lessen”: come mai la Hepburn passò dalla danza alla recitazione?
Secondo molti, la causa è da ricercare nelle sue delusioni come ballerina professionista: per alcuni, la conformazione del suo bellissimo corpo mal si addiceva alla professione di ballerina, per questo le fu consigliato di “spostarsi” verso il mondo del cinema e del teatro.
Forse, oggi, possiamo dire che questo dispiacere professionale di Audrey è stato una fortuna per noi: grazie al suo interessamento per la recitazione, oggi Audrey è conosciuta e amata in tutto il mondo.
Con questo cambio di direzione, la bellissima attrice iniziò ad avere ruoli più importanti per il teatro, ma la sua fortuna più grande avvenne con un incontro del 1951: mentre era a Montecarlo, Audrey conobbe la famosa scrittrice francese Colette, che, innamoratasi del suo volto, la trovò perfetta per la parte di “Gigi”, un musical in scena a Broadway, ispirato ad un suo famoso romanzo.
L’interpretazione di Gigi fruttò ad Audrey moltissimi riconoscimenti e la consacrò come stella emergente anche a New York; forte di questo suo successo, ottenne una parte significativa nel film “The secret people” del 1952: da qui in poi, Audrey iniziò a scalare la vetta di Hollywood nel ruolo di attrice.
E’ tra il 1952 e il 1953 che si presenta ad un provino per il film “Vacanze romane”, riuscendo ad ottenere il ruolo della protagonista: la principessa Anna. Questa parte le fece vincere il premio Oscar come migliore attrice nel 1954, un successo enorme per una semplice ragazza europea, il cui sogno era quello di diventare una ballerina.
Subito dopo l’oscar, le proposero un’altra parte da protagonista, in uno dei film più belli che la storia del cinema conosca: “Sabrina”, di Billy Wilder; nel 1954 arrivò anche l’amore e Audrey sposò Mel Ferrer, attore e regista statunitense, da cui ebbe il figlio Sean.
La sua storia cinematografica vide successi dopo successi susseguirsi negli anni: nel 1957 fu la protagonista di “Cenerentola a Parigi” e di “Arianna”, nel 1961 recitò in uno splendido film, “Colazione da Tiffany”, pellicola indimenticabile di Blake Edwards (tentacoline, se non lo avete ancora visto, fatelo!), nel 1964 fu protagonista di un altro successo, “My fair Lady” e nel 1967 ottenne una nomination agli oscar con “Gli occhi della notte”.
Un anno dopo, nel 1968, divorziò dal primo marito e si risposò, nel 1969, con un medico italiano: Andrea Dotti, da cui ebbe il figlio Luca, nato nel 1970. Con l’arrivo di Luca, Audrey dedicò più tempo alla famiglia e diminuì le sue apparizioni cinematografiche: vanno ricordati, in questo periodo, i film “Robin e Marian” con Sean Connery del 1976, “E tutti risero” del 1981 e “Always – per sempre” di Steven Spielberg del 1989.
Un anno prima, nel 1988, Audrey era diventata Ambasciatrice per l’UNICEF, un ruolo di grande importanza umanitaria.
Il suo amore con l’italiano Andrea Dotti finì presto, a causa delle molte “scappatelle” dello stesso Dotti; Audrey, non arrendendosi ad una vita senza amore, conobbe l’attore olandese Robert Wolders e se ne innamorò: iniziò tra i due una bellissima storia d’amore, mai sancita con un matrimonio.
Nel 1992, la bellissima attrice iniziò ad accusare forti dolori allo stomaco; i medici che la visitarono le diagnosticarono un cancro all’interno del colon.
Nonostante due operazioni, avvenute nello stesso anno, la Hepburn non riuscì a sconfiggere il male e, aiutata dall’amico di sempre, Givenchy, si fece portare in Svizzera, dove si spense il 20 Gennaio del 1993 a 64 anni.
Una morte arrivata troppo presto, per una donna che avrebbe potuto donare al mondo ancora buona parte di sé.
La storia di Audrey, bellissima e ricca di emozioni, è impossibile da raccontare in un solo articolo; ho provato a racchiudere l’essenza dei suoi 64 anni in queste poche righe, ma sono molte di più le cose da dover raccontare su di lei.
Mi riprometto, sia a me stessa che a voi che leggete, di tornarci sopra, un giorno, per raccontare quelle piccole avventure che qui non riescono a trovare spazio (semplicemente perché sarebbe bello raccontarle con un articolo a parte, come meritano).
Ma un articolo, comunque sia, non basta mai a far conoscere una persona, tantomeno un’attrice: è per questo che invito tutte voi a vedere i suoi splendidi film. Vi assicuro che non ve ne pentirete!
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