Con l’inizio dell’anno ci caschiamo più o meno tutti: si riflette su cosa è andato bene o male nell’anno passato, su ciò che abbiamo amato ed odiato, e scatta l’inevitabile istinto che ci porta a formulare una serie di buoni propositi per migliorare noi stessi e l’anno che ci aspetta. Poco importa se ora di San Valentino la stragrande maggioranza di queste decisioni sono già ampiamente dimenticate: il virus del buon proposito tornerà a colpire più dell’influenza ad ogni primo di gennaio.
C’è da dire che questi sentimenti hanno spesso un grave effetto collaterale: presi dall’eccessivo entusiasmo e da una malsana dose di egocentrismo, queste idee di miglioramento personale vengono sbandierate e riversate su tutto e tutti coloro che ci circondano.
Lasciate che vi sveli un segreto: di solito, non con reazioni positive. I social network diventano un campo minato di selfie da palestra e foto di bibitoni e verdure lesse, ispirational quotes e link a sproposito. Nessuno vi commenta? Gli amici sfuggono ai vostri monologhi su quanto sia gratificante la costruzione di cornici come hobby e si rifiutano di farsi coinvolgere nella progettazione del vostro tour a piedi alle pendici dell’Himalaya? Invece di sorprendervi, vediamo come gestire meglio la situazione! Parliamo di Buoni propositi di bon ton, o bon ton dei buoni propositi?
1. Do not overshare
La prima giustificazione per questa follia di condivisione è che impegnandosi pubblicamente, ci si sente obbligati a continuare. La mia vera risposta è che se vuoi farlo, lo fai per te, e non c’è bisogno di documentarlo 15 volte al giorno su qualsiasi canale di comunicazione. Quindi, la moderazione è d’obbligo.
2. Do not tag
Perché mi trovo taggata in una tua foto mentre corri la mezza maratona, e io sono mollemente adagiata sul divano e l’unica maratona che contemplo è una cinematografica? Perché coinvolgere amici ignari? Sempre per il discorso del render conto agli altri per mantenere l’impegno? Beh, io torno al mio film, instagrammo una fetta di torta e ti ci taggo: ed è subito guerra.
3. Contain yourself
Siamo al telefono da mezz’ora e a parte i saluti iniziali io non ho detto nulla, tranne qualche mugugno di finto interesse alla tua dettagliatissima spiegazione di come si costruisce un reggimensole vittoriano per la stanza in stile Steampunk che vuoi realizzare come sfogo creativo. Forse è perché sono una fan del minimalismo. Forse è perché non so di cosa stai parlando – ma nel tuo monologo-fiume non te ne sei accorta. Non la chiamerei una piacevole conversazione.
4. Inspire, don’t compare
Se proprio proprio non sapete contenere il vostro entusiasmo e dovete invadere i social (e la vita reale) con i vostri propositi ed i vostri tentativi di seguirli… siate positive e realistiche. Non piazzateci in faccia immagini utopistiche solo per sentirvi dire quanto siete brave. Raccontateci il vostro percorso senza farci pensare che noi non stiamo facendo lo stesso. E non esagerate. Che poi la prima volta in cui ci si incontra dal vivo, basta un colpo d’occhio per capire che quegli addominali da urlo ve li eravate photoshoppati.
Volete avere ancora il sostegno dei vostri amici nei prossimi mesi? Allora fate un buon proposito in più: quello di seguire le regole dell’etichetta (e del buonsenso, direi io) per essere sempre di più una persona piacevole, corretta, attenta, cortese… bibitoni frullati e itinerari di trekking esclusi. Magari non guadagnerete follower virtuali, ma di sicuro avrete più amici reali!
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