Tutti conoscono il famoso detto “L’abito non fa il monaco” il quale allude al fatto che non necessariamente anzi quasi mai il nostro modo di vestire è indicativo della nostra personalità.
Ma quanto c’è di vero in questo? Poco e tanto, paradossalmente.
Un abito così come un make-up piuttosto che un altro possono essere una finestra sul nostro mondo interiore o addirittura essere usati per colmare mancanze, nel tentativo di celare alcune parti di sé, magari scomode.
Quante volte ci siamo trovati a scrutare i vestiti del nostro interlocutore alla ricerca di dettagli rivelatori del suo essere? Spessissimo! Anche perché è indubbio che gli abiti comunichino lati del nostro carattere, lati che non sempre vorremmo palesare ma che emergono nostro malgrado. Il tutto sta nel decifrarli correttamente.
Quello che si riscontra in un vestito, lo si riscontra ugualmente anche in una particolare postura, un’andatura incerta o decisa, un trucco soft o più eccentrico, la predilezione di un accessorio a discapito di un altro, ecc.
Sono queste tutte cose che alimentano una certa immagine di noi, costruiscono il nostro secondo ego materiale, quello a diretto contatto con la gente che ci circonda.
Per non cadere però vittime di generalizzazioni senza fondamento, bisognerebbe acquistare la consapevolezza di quanto l’universo “seconda pelle” sia eterogeneo. Con ciò intendo dire che molte volte succede di essere troppo azzardati nel dare giudizi su un tipo di abbigliamento dimenticando che non bisogna sforzarsi eccessivamente di interpretare sfumature che invece potrebbero essere dettate dal semplice desiderio di sentirsi parte integrante del mondo che ci gira intorno.
Non è detto che l’essere diversi sia indispensabile; basta che ci si senta liberi di essere se stessi, sia che si scelga di essere “alla moda”, sia che si decida di seguire uno stile completamente personale e unico.
Nel nostro abbigliamento, nel nostro modo di truccarci, camminare, ‘adornarci’ e più genericamente apparire vi è dunque una sorta di specchio che dà gli altri riflessi indicativi del nostro mondo, ma che si prestano ad essere vagliati sotto prospettive ogni volta diverse, ma pur sempre importanti.
Lisa Besutti
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