Gli studiosi lo considerano uno dei migliori faraoni della storia… è Hatshepsut, la più grande sovrana egizia.
Hatshepsut: tra storia e leggenda
Precedentemente detentrice del titolo di “Grande sposa reale”, cioè moglie principale e regina consorte del padre di Thutmose III, ovvero Thutmose II, fu incoronata nel 1478 a.C. e regnò con al fianco Thutmose III, suo nipote e figliastro.
Hatshepsut fu la quinta sovrana della XVIII dinastia, nonché la seconda donna a detenere il titolo di faraone dopo Nefrusobek, della XII dinastia. Il suo regno è durato molto più a lungo di quello di qualsiasi altra donna egizia e l’egittologo statunitense J. H. Breasted l’ha definita: “La prima grande donna della storia di cui abbiamo notizia”.
In lei, una leggenda identifica la principessa che trovò Mosè sul Nilo, ma gli egittologi e gli studiosi della Bibbia screditano tale credenza.
Hatshepsut e il potere
Alla sua morte, il Faraone Thutmose II lasciò due figli in tenera età, avuti prima di sposare Hatshepsut, dalla quale, invece, aveva avuto solo una figlia femmina. Ciò creò una “crisi di successione”. A quel punto, il trono non poteva che spettare ad Hatshepsut, la quale diventò la prima a ricoprire l’incarico di regina reggente senza essere la madre del re.
Durante il suo regno, Hatshepsut s’impegnò a ristabilire i contatti e la grande influenza egizia sui Paesi stranieri.
La prima spedizione risale al suo 9º anno di reggenza ed era diretta nella zona delle costa della Somalia. Le cinque imponenti navi tornarono portando tesori come mirra ed alberi d’incenso, in seguito piantati nel cortile del tempio funerario della regina.
Pare anche che, durante il regno di Hatshepsut, vi siano state campagne militari in Nubia, Palestina e Siria.
Hatshepsut fu, inoltre, fra i costruttori più prolifici della storia egizia, avendo ordinato, fra l’Alto e il Basso Egitto, la creazione di centinaia di edifici, molto più maestosi di tutti quelli ordinati dai predecessori.
Durante il suo regno si ebbe una tale produzione statuaria che ogni museo egizio possiede almeno una scultura di Hatshepsut.
La morte di Hatshepsut, la “Damnatio memoriae” e il complesso funerario
Hatshepsut morì in età matura. Nessuna fonte menziona la causa della sua morte, ma l’analisi medica della sua presunta mummia indica che avrebbe sofferto di diabete e di un cancro alle ossa. Sarebbe stata, inoltre, affetta dall’artrite e da una pessima dentatura.
Con Thutmose III iniziò la sua “Damnatio memoriae”, ovvero la graduale cancellazione della regina da alcuni monumenti e da alcune cronache faraoniche, che continuò durante il regno di Amenofi II, figlio di Thutmose III.
L’eliminazione della sua figura avvenne lasciando intatto il “contesto”: la sua sagoma e le sagome dei geroglifici dei suoi nomi rimasero riconoscibili, ma numerose sue sculture furono completamente distrutte o sfigurate. Si tratta della convenzionale auto-promozione a discapito dei predecessori o del tentativo di risparmiare risorse per costruire la tomba di Thutmose III riutilizzando quella di Hatshepsut?
Hatshepsut aveva iniziato la costruzione della propria tomba quando era ancora “Grande sposa reale” di Thutmose II. Le sue dimensioni, però, non si addicevano a un faraone, così, una volta ascesa al trono, cominciò ad edificare un nuovo complesso funerario: la tomba originariamente creata per suo padre Thutmose I venne ingrandita e fornita di una nuova camera sepolcrale allo scopo di predisporre una doppia sepoltura. Sembra che al momento della sua morte il suo desiderio sia stato esaudito, ma in seguito Thutmose III decise la traslazione della mummia di Thutmose I in una nuova tomba con un nuovo corredo funerario, mentre Amenofi II avrebbe spostato anche la mummia di Hatshepsut, del cui corredo funerario sono stati ritrovati elementi sparsi.
Il complesso funerario voluto da Hatshepsut si trova all’ingresso della Valle dei Re e il suo punto focale è il colonnato perfettamente armonico. Esso è considerato un notevole passo avanti nella storia dell’architettura.
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