L’emancipazione femminile oggi è considerata un bene per molte donne, un male per molte culture. La donna nella storia della civiltà è sempre stata subordinata all’uomo. Le differenze tra i due sessi portano il sesso maschile a prevalere su quello femminile occupando un ruolo privilegiato all’interno della società. Molti pregiudizi che vivono ancora oggi nell’immaginario collettivo hanno radici molto lontane e sono stati influenzati dal pensiero di molti filosofi, letterati e politici.
Tutti – o quasi – abbiamo coscienza della condizione della donna “moderna” ma come siamo arrivati ad oggi? Com’erano le “cose”, nel passato? Vi sembrerà alquanto ridicolo sapere che per avere il diritto a ciò che per noi donne di oggi sembra “normale”, alcuni dei quali gesti quasi scontati, ci sono voluti anni di emancipazione femminile, lotte, suffraggete, orrori ed ancora oggi, nel 2016, molte di quelle “conquiste” non sono per tutte le femmine del mondo. Basti pensare che solo qualche decennio fa, la nostra società non era così politicamente corretta verso le donne; in effetti, specie attraverso i media degli anni 50, dilagavano stereotipi, luoghi comuni e messaggi più o meno espliciti a sfondo sessista. La figura della donna era vista totalmente dipendente dal marito ed era tranquillamente accettata. Almeno in questo, qualcosa è cambiato. Fortunatamente, oggi, a nessuna di quelle pubblicità, verrebbe consentito un passaggio mediatico. (Capitolo a parte invece le pubblicità moderne volutamente “sessiste” quali calendari et similae, a volte, il progresso è regresso, ndr)
Tuttavia, prima ancora che negli anni 50 l’emancipazione femminile tendesse il proprio cammino verso battaglie più o meno vittoriose, ancor addietro, negli anni 30 esisteva un vero e proprio decalogo del comportamento “rispettoso” ed “onorabile” della donna dei tempi che si apprestava a cercare marito. Un po’ come rispettare quei comportamenti valesse da referenze.
Ovvero, e lo riporto in “lista” con la briga di averle tradotte (molte réclame erano straniere) ed argomentate “ad personam” :
- Una donna disattenta non piace mai al suo uomo. Quindi se state ballando, ad esempio, restate in silenzio. L’uomo quando balla vuole solo ballare. (E’ risaputo che l’uomo due cose insieme non le sa fare, figuriamoci se perde la concentrazione a contare i passi..)
- Evitare di bere in pubblico, le donne che bevono perdono il contegno e diventano ridicole. (Gli uomini no! Per carità…)
- Niente confidenze con il capo cameriere o con i suoi sottoposti che porti a capire che siete già andate in quel locale (con chissà chi). L’uomo merita e desidera la vostra completa attenzione. (Prima di lui, la vita non è esistita)
- Reggiseno, cintura, calze: la donna deve essere sempre perfettamente in ordine. (Ma anche i calzini bianchi corti metterei al bando…)
- Niente smancerie in pubblico tipo bacetti o carezze. Oltre ad essere di cattivo gusto si rischia di imbarazzare o peggio umiliare l’uomo. (Conosco uomini, oggi, che si imbarazzano per cose meno “gravi” di un bacetto all’aria aperta)
- Fatevi belle prima che arrivi l’uomo con cui avete appuntamento. Non fatelo aspettare!!! E quando arriva accoglietelo con un gran sorriso. (Ovviamente dopo aver preparato la cena, accudito i bambini, fatto la spesa e steso le lavatrici. Mi raccomando trovate sempre il tempo di passarvi il blush che quello il sorriso ve lo illumina sempre..)
Emancipazione femminile: un passo indietro nel tempo per capire le conquiste di oggi
Per fortuna la società si è evoluta rapidamente ed il ruolo tradizionale della donna è andato via via modificandosi, poichè la donna ha aspirato ad inserirsi attivamente nella vita economica e produttiva della scala sociale. Adesso le donne sono cittadine di “serie A”, al pari degli uomini. Esse sono finalmente padrone di se stesse e godono dell’eguaglianza giuridica e di tutti gli stessi diritti degli uomini. Sarebbe bello poter dire TUTTE le donne, ma ahimè, al mondo, ci sono ancora molte donne “oggetto” della cultura politica e religiosa. Ed è proprio dalla “politica” che in questi giorni arriva una di quelle “risposte” di cui non si è mai chiesto domanda, parlando in termini di media: una cattiva pubblicità non voluta! Come a dire tutto cambia per non cambiare: il ministro della salute Lorenzin sbaglia approccio con il marketing e per promuovere il #fertilityday ci ricorda vivamente che il medioevo non è poi così lontano! Insomma, alle réclame del 1938 lo perdoniamo lo scivolone… ma poi c’è stato il ’68 di mezzo! Suvvia Ministro, saremmo pure libere di decidere da noi in base al nostro “utero” no?
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