Donne con la maschera, ma non di Carnevale
Sono anche tutte quelle donne che soffrono di sfiducia estetica. Il volto di Arlecchino potremmo dire. E non parlo della passione per il maquillage o di un pò di correttore messo su per coprire i segni di un viso provato da una notte non proprio serena. Parlo di tutte quelle donne che nascondono le proprie insicurezze a tocchi di pennello o peggio ancora di bisturi. Difetti fisici che per la maggior parte delle volte potrebbero passare inosservati se solo l’autostima si potesse vendere in barattoli colorati accanto a quelli del Blush! Donne che estrapolano la loro forza da una tinta di rossetto o accentuando il proprio essere con la riproduzione fedele di quello che gli standard mediateci ci fanno passare per “bello e perfetto”, quando la perfezione si sa, non appartiene a questo mondo e nascondere i problemi non è proprio la soluzione.
Portano una maschera anche tutte quelle donne che si caricano di un lavoro “non appagante” pur di relegare la famiglia nella schiera della dignità, sentimento che il mondo odierno ci sta togliendo con violenza. La maschera di Pulcinella.
Ed infine dal burqua all’acido, dal cherosene ai pugni, dalla vergogna alla paura, dall’orgoglio al pregiudizio: tutte maschere fin troppo comuni oggi, tutte donne con un volto senza faccia!
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