Ci sono persone quasi incapaci di dire di no: l’idea di rifiutare una richiesta od una proposta scatena in loro il terrore di essere scortesi, maleducati, poco rispettosi, egoisti; ci sono persone all’opposto che negano e si negano con estrema facilità, con o senza un buon motivo. A qualunque gruppo apparteniate, è lecito chiedersi: sappiamo come manifestare un rifiuto in maniera corretta e cortese? Esiste un galateo del no?
Innanzitutto partiamo con calma: dove c’è possibilità di rifutare, c’è possibilità di farlo con tranquillità. Non serve agitarsi, aggredire di rimando, oppure all’opposto snocciolare scuse infinite ed imbarazzanti. Ripetete con me: n-o. No, non posso. Non ci sono. Non verrò. Non lo voglio. Non suona poi male se detto con calma, vero?
Dire “no” senza una spiegazione o una motivazione è sicuramente percepito come poco gentile. Non vogliamo e non dovremmo dire di no solo per il gusto di farlo (se è questo il caso, il problema è di tutt’altro livello), per cui una concisa spiegazione può essere il metodo giusto per non sembrare sgarbati od egoisti: Non ci sarò perchè ho già un impegno. Non posso prestartelo perchè l’ho regalato a Genoveffa. Semplice, chiaro ed inattaccabile (ed a prova di sensi di colpa). Non servono spiegazioni in eccesso e quintali di dettagli: ma un minimo di chiarimento è dovuto.
Dire no per il gusto di dirlo, perchè se ne ha il potere non è chic e su questo non si discute. Negare qualcosa solo per mettere in difficoltà qualcuno o per un favoritismo personale qualcosa è un comportamenteo è un comportamento negativo e distruttivo, e per questo nemmeno degno di essere considerato da una persona realmente di classe.
Attenti alle cosiddette white lies: le bugie innocenti raccontate per tirarsi fuori d’impiccio son sempre bugie, e si sa, hanno le gambe corte. Evitiamo l’immancabile figuraccia dell’essere colti in flagrante – che se la zia Ermenegilda sapesse quante volte il suo funerale è stato l’impegno improrogabile per cui non potevare presenziare alla lettura di poesie della vostra amica Pancrazia, probabilmente farebbe un numero cospicuo di scongiuri visto che è ancora in ottima salute: si scoprisse anche appassionata di poesia, potrebbe raccontare qualche aneddoto interessante all vostra amica!
Mi direte: le bugie innocenti servono spesso per non offendere qualcuno rifiutando qualcosa senza un vero e proprio motivo tranne che la nostra scarsa voglia di partecipare. Meglio dire a Gianroberto che saremo via tutto il weekend piuttosto che dirgli che proprio non avete voglia di andare a cena con i suoi amici del club di collezionisti di palline da tennis? Se siete davvero amici la sincerità è comunque sempre la migliore via: in un rapporto onesto non è maleducato ammettere che siete stanche e volete solo passare una sera tranquilla a casa (salvo poi rincasare alle 3 del mattino perchè siete uscite con le amiche? No, no: a quel punto bastava il calssico “ho già un impegno!).
Comunque scegliate di negarvi – è d’obbligo essere tempestive. Dite subito sì o no, non tentennate, temporeggiate, aspettate sperando che il vostro invito vada perso nei meandri del continuum spazio-temporale: tenere il vostro interlocutore in sospeso inutilmente è sicuramente poco cortese.
E voi siete capaci di dire di no?
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