Vi avevo promesso di ritornare sul discorso gravidanza, ed eccoci qui ad “accoppiare” due situazioni che compaiono durante e dopo il periodo che vien detto “più bello” della vita di una donna, ovvero: la dolce attesa. Il periodo gestazionale è davvero quello più bello o quello più traumatico?
Il “teorema della dolce attesa” da risolvere mi si è creato dopo aver letto l’intervista di una donna che abbandona figlio (nato down) e marito a pochi giorni dopo aver partorito chiedendo finanche il divorzio, non riuscendo a sopportare “il peso” della nuova vita con una situazione difficile da sostenere e sopratutto da accettare. Non mi dilungo sulla storia in se, perchè si aprirebbero troppi scenari, ma prendo in considerazione lo spunto contornato dalla mia personale esperienza. Oggi sono madre di un meraviglioso bambino di sette anni, ed io dei nove mesi di gestazione ricordo veramente poco, tanto che ero presa dall’idea di ciò che sarebbe diventata dopo la mia vita, tanta era l’emozione e l’ansia di avverire l’esserino nella mia pancia che ho vissuto tutto con estrema leggerezza e “normalità”, avendo fin troppa fortuna a non aver nessun problema tipico delle donne gravide, mangiando qualsiasi cosa e non privandomi di nulla, quindi se dovessi rispondere al quesito: no, per me non è stato nè bello nè traumatico. E’ stato esigente, impegnativo, è stato veloce – fin troppo veloce -, è stato gioioso, è stato “approfittatore” (un pancione gravido vi fa ottenere tanti benefit, fila al supermercato inclusa!), è stato normale, la parola giusta: nor-ma-le!
Certo, l’inizio non è facile per nessuna. Nausee, vomito, sbalzi d’umore e poi mal di schiena, pesantezza, bruciore di stomaco e insonnia. Cose che non ti fanno certo ricondurre al pensiero del periodo più bello, ma nemmeno così brutto da rimanerci sconvolte. Traumatico trovo invece l’odierna medicalizzazione della gravidanza, secondo cui controlli, esami, screening ed ecografie si susseguono a ritmo serrato per tutti i nove mesi, tanto da sentirsi quasi malate “tesserate”. Non è infatti necessario sconvolgere del tutto la propria quotidianità e trasformarla in uno scadenziario di analisi cliniche solamente perché si aspetta un bambino: a meno di avere abitudini nocive, come fumo o alcool, o di avere una cosiddetta “gravidanza a rischio” o la toxoplasmosi in agguato pronta ad avvelenare la più innocua lattuga, la gravidanza non è una malattia!
Comunque c’è da dire che dopo questa prefazione ed interrogando un pò di mamme amiche son venuti fuori un po’ di aspetti belli e brutti che hanno caratterizzato le varie gravidanze:
Il cibo – La dolce attesa è un periodo di metabolizzazione ed accettazione dei mutamenti radicali che investono il corpo della donna e la sua vita familiare. Ad ogni donna in dolce attesa capita e capiterà sempre di essere istigata dai consigli delle nonne a “mangiare per due”; col passare dei mesi le conseguenze di un eccessivo consumo di cibo potrebbero cominciare a gravare sul fisico traducendosi in un aumento di peso non controllato e poi difficile da smaltire nel post parto. (Non fate come me che per ascoltare la nonna mi porto dietro 20 kg che tanto si sono affezionati al mio corpo, questo si che è un trauma)
Il lavoro – Quando la gravidanza è fisiologica e la gestante non manifesta problemi legati alla dolce attesa, l’attività lavorativa non è impedita né limitata dal pancione che cresce. (Io ho lavorato fino all’ottavo mese che era agosto poi vacanza e poi parto. No trauma)
Bere/Sete – Posto che una dieta equilibrata e varia è un segreto di bellezza e di salute anche per la neo mamma, l’idratazione rappresenta il completamento indispensabile dell’alimentazione, ma innegabile il fatto che in dolce attesa si abbia sempre bisogno di bere con conseguenze annesse. (Assolutamente trauma la questione della “plinplin” e dello stop alcoolici in gravidanza)
Ed infine ma non per importanza (o si?) : Il rapporto di coppia – Ebbeni sì, durante i nove mesi di gestazione, se la gravidanza è fisiologica, l’atto sessuale è solo un beneficio di cui mamma, papà e bambino stesso non possono che godere ed in tanti casi aumenta anche il “piacere”. Dunque, in assenza di controindicazioni mediche, via libera all’affetto e all’amore anche fisico. (Quindi care neo mamme, la vostra astinenza premurosa non è una valida scusante. Ergo, no trauma… o si? Dipende poi dai punti di vista…)
Insomma, il periodo della dolce attesa resta in assoluto quello più importante ed incisivo nella vita di una donna, l’unico vero trauma in tutto ciò sono le smagliature post gravidanza che ti faranno compagnia per il resto della vita, per tutto il resto: “Stay soft”, sei incinta non malata, ricordalo sempre!
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