“Grasso è bello” è il titolo di una commedia americana dove la protagonista è una ballerina/modella/showgirl over over size in uno showbiz fatto di “magrità” dove le donne che hanno una taglia di reggiseno superiore alla seconda vengono definite curvy, indipendentemente dal fatto che magari di vita indossino una 40. La storia di Tess Holliday – che sembra paro paro la commedia – abbatte tutti quegli “statuari” canoni di bellezza che ci propinano su riviste patinate, gallery photoshoppate e vadevecum alla Antonio Favella facendoci sentire mortificate ed insicure per una bella e comoda 46! Ma per fortuna qualcosa sta cambiando, grazie sopratutto al coraggio di chi non ha temuto le sue misure. Con più di 620mila seguaci su Facebook e 308mila su Instagram, Tess Holliday ha dato vita alla campagna virale #effyourbeautystandards per convincere le donne ad iniziare ad avere un rapporto pacifico con il proprio corpo.
Mandate al diavolo gli standard di bellezza è lo slogan della modella 29enne che dopo Candice Huffine “modella curvy” che con i suoi 90 kg ha posato sul calendario Pirelli, Tess che si può definire serenamente la prima modella “obesa” ha in bagaglio il contratto con una grande agenzia di moda, la MiLk Model Management facendo razzìa di Belen varie “dall’alto” della sua super 56! Certamente i suoi inizi non sono stato facili, (ma la vita per chi è facile se non per i raccomandati), Tess se ne è vista dare di sberle, una dopo l’altra, da gente che la derideva, che la prendeva in giro per la sua stazza, che la criticava per il suo “sogno”. “Troppo grassa anche per essere una modella taglia forte” e chi lo dice? I canoni! Sempre e solo i canoni, quegli stereotipi fissati nella mente che fanno il lavaggio del cervello a chi poco poco manca di un minimo di sicurezza nelle proprie capacità. Sono grassa e allora, che faccio, mi ghettizzo? E’ la forza di volontà e non i pregiudizi che deve avere il sopravvento su tutto, ed è stata la forza di volontà che ha fatto sempre credere a Tess nel suo corpo e non si è mai fatta scoraggiare dalle critiche e dalle cattiverie, dando voce a tutte quelle ragazze -come me- demoralizzate ed affrante dopo un giro da Bershka ovviamente a mani vuote.
La bellezza non è solo questione di taglia: Anna Magnani non era “bella” e Marilyn Monroe portava egregiamente una 48. Anche chi non è bella può soggettivamente piacere fisicamente e attrarre qualcuno. “Siamo tutti diversi”, l’importante è stare bene con se stesse, amarsi è la prerogativa principale, voler bene le proprie “curve” ed accomodarsi in un paio di jeans anche se non sono elastici è un gran passo verso il rispetto del proprio corpo. L’anoressia come l’obesità oltre ad essere delle malattie sono dei disagi psicologici, non una forma di esteticità, sono delle condizioni in cui si riversa se non si ama il proprio aspetto! Al diavolo le passerelle con i loro standard “mazza da scopa” prendiamo consapevolezza che qualche centimetro in più sulla pelle (se poi stanno più sul giro seno piuttosto che sulla pancia meglio ancora) non è il lascia passare per il mondo dei brutti…. abbandoniamo gli stereotipi del duemila e crogioliamoci con uno screen saver della Venere di Botticelli che proprio “pelle ed ossa” non era…
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