Tante mamme, se non tutte, si sono trovate a chiedersi se offrire o non offrire il ciuccio al proprio bambino, e stando alle statistiche il 70% dei bambini lo usa. E allora vediamo a cosa serve, i pro e i contro.
Un bebè viene al mondo con l’istinto innato della suzione, che gli permetterà sin da subito di nutrirsi dal seno materno. Il ciuccio nasce come surrogato del seno, anche se qualcuno vi dirà che “i bambini poi usano il seno come un ciuccio”, quando invece è l’esatto contrario: si offre il ciuccio come sostituto del seno materno. Se una mamma desidera che l’allattamento prenda il giusto ritmo dovrà attendere che questo si sarà perfettamente avviato, e quindi almeno un mese, prima di proporre il ciuccio. Ma perché? Il latte materno viene stimolato dalla suzione del bambino, e solo da quella, quindi se noi al piangere del bambino offriamo in ciuccio, priviamo le nostre ghiandole lattifere della migliore palestra per produrre più latte. Vero è che a volte ci si sente impazzire perché il bambino pare non voglia staccarsi mai dal seno, ma questo periodo intenso sarà limitato solo ai primi mesi, quindi se si riesce sarebbe senz’altro meglio non proporre inizialmente il ciuccio.
Passato questo periodo, e una volta che mamma e bambino avranno trovato la giusta sinergia ed il proprio ritmo, allora possiamo ricorrere al ciuccio, che ci potrebbe aiutare a rilassare il bambino, ad accompagnarlo al sonno, a temporeggiare quei 10 minuti se la mamma non può nutrirlo immediatamente. Attenzione a non abusarne però, e a non offrire il ciuccio ogni qualvolta piange, ma limitare l’uso ai momenti di necessità.
Uno studio condotto nel 2006 ha dimostrato che l’uso del ciuccio diminuisce il rischio di SIDS, forse per il manico del ciuccio, che aiuterebbe a prevenire il contatto diretto del viso con le lenzuola e prevenendo il soffocamento, o forse perché i bambini che usano il ciuccio hanno una soglia del risveglio più bassa e si svegliano più frequentemente, riducendo il rischio di apnee. Però c’è da dire che questo strumento a volte parecchio utile può causare danni a palato e denti se usato oltre i tre/quattro anni, e non tutti i bambini a quell’età abbandonano autonomamente il loro amico fidato di caucciù o silicone, e quindi molti genitori potrebbero trovarsi alle prese con un “vizio” duro a morire.
Concludendo, ricordiamoci di usare il ciuccio dopo la 4° settimana di vita e quando l’allattamento si è già rafforzato e possibilmente solo la notte, non rintroducendolo se il bambino lo lascia cadere. Cerchiamo inoltre di indurre il bambino ad abbandonare il ciuccio prima possibile per prevenire disallineamenti alle arcate dentarie o problemi al palato.
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