Una volta sola sono stata al salone del mobile di Milano. In realtà neanche alla fiera, ma presenziando solo ai gratuiti eventi off. Non ero andata esattamente alla ricerca della soluzione per dividere un ambiente casalingo, però, d’un tratto, mi è sembrato il tema più importante tra le questioni architettoniche contemporanee.
Mi sono destata dalla follia del momento dopo aver toccato, misurato, ammirato un oggetto che aveva colpito la mia attenzione (fino ad un momento prima concentrata sullo stile impeccabile del chiuaua in braccio all’archistar a pochi passi da me).
Quello che avevo visto era un divisorio per ambienti modulabile chiamato Softshelter, un sistema a soffietto in cartone che, lungo più di due metri, si poteva comprimere in pochi centimetri di spessore, per poi essere riallungato, curvato, o di nuovo nascosto.
In effetti era geniale perché la prospettiva dell’abitare contemporaneo è volta alla versatilità degli spazi, pronti per essere modificati per ogni evenienza. Se si vuole dividere un ambiente casalingo senza pareti, basta tener a mente due fattori.
Di cosa vogliamo che siano fatti i materiali da usare? Con che tonalità arricchiranno la casa?
Quelli utilizzabili sono pressocché tutti, e per i colori, beh, non c’è limite.
Se avete necessità o voglia di movimentare il vostro ambiente separandolo in due, avrete guadagnato spazio in termini di privacy senza vincolarvi alle nuove forme create.
Io, come potete leggere nella piccola biografia, amo la carta. Materiale apparentemente inconciliabile con la costruzione di qualsiasi oggetto dalla funzione statica, dopo averne scoperto le potenzialità ho iniziato una ricerca maniacale di quello che potevo utilizzare come separatore, ed ecco che ho scovato Cell, un separatore modulare che consente di direzionare le maglie della propria trama, e creare divisori ad altezze e geometrie diverse, a seconda delle necessità.
Ma perché non spingersi più in là, ho pensato, vedendo se c’erano soluzioni slegate dalla staticità della classica parete, che potessero integrare altre funzioni come quelle dell’illuminazione. E così mi sono imbattuta in Sticks, dei filamenti in fibra ottica che come steli d’erba permettono di interagire con la sua morbida composizione.
L’imbarazzo della scelta, insomma.
Però, sapete cosa? A me continuano a piacere le librerie, a separare gli ambienti. Ma con un unico dictat: che i libri siano disposti in ordine cromatico!
fonti: detail-online.com, extremis.be, liquidskydesign.com
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