La crisi economica che da qualche anno attanaglia il nostro paese oramai tutti la percepiscono e pochi la disconoscono.
Stampa e televisione trattano con ossessività l’argomento ”recessione economica” che ci ha fatto perdere il lavoro, subire diminuzioni di salario e che quindi ci costringe ad un tenore di vita più basso, a rinunciare a quei piccoli piaceri che un tempo potevamo concederci e che oggi sembrano diventati lussi impossibili da realizzare.
La crisi ci pone delle sfide che non sono solo di tipo economico ma soprattutto psicologiche: le nostre aspettative e speranze possono crollare, lasciandoci solo una visione pessimistica ed un senso d’impotenza e minando quindi il nostro benessere ed equilibrio psicologico.
E’ la nostra salute interiore che ci aiuta ad affrontare con più reattività e coraggio ostacoli e difficoltà, che ci sostiene nella scoperta di nuove soluzioni.
In un momento della vita come questo, un supporto psicologico può aiutarci a ritrovare nuova energia, equilibrio, serenità e fiducia e può aiutarci ad alimentare la nostra autostima, come macchina che guida il percorso di resilienza ed il suo sviluppo.
Ma cos’è la resilienza?
E’ quella “bizzarra” capacità di riuscire ad affrontare le avversità della vita e di resistere ai suoi urti.
E’ una capacità che ci aiuta anche nelle avversità a mantenere ferma la nostra emotività ed il nostro equilibrio psichico, di “ricostruire” la propria dimensione, il proprio percorso di vita, trovando una nuova chiave di lettura di sé, degli altri e del mondo.
La resilienza ci permette di uscire dagli ostacoli con una forza nuova, con una originalità imprevedibile, con risorse innate che non si capisce bene da dove e come si siano generate.
Ma quali sono le caratteristiche di chi è resiliente?
Senza dubbio la capacità d’introspezione (insight), ovvero capire in modo trasparente e meglio sè stessi, per comprendere esattamente da dove vengono quei sentimenti (speranze, desideri, delusioni, amarezze) che caratterizzano il nostro comportamento.
C’è poi l’indipendenza intesa come la giusta distanza emozionale che ci permette di non farci condizionare da esperienze passate e di avere quindi un’appropriata interpretazione.
Anche l’interazione è essenziale, l’instaurare relazioni autentiche con gli altri e la creatività cioè la capacità di cogliere la regolarità nel disordine della nostra vita.
La resilienza ci porta poi ad essere estremamente allegri ma non l’allegria sciocca e superficiale ma quella positiva che esprime fiducia nei confronti della vita.
Infine non può mancare la moralità come accettazione dei valori condivisi.
Il perfetto resiliente è colui che con una buona autostima e una adeguata capacità di problem solving riesce a padroneggiare al meglio situazioni ed eventi.
Come attivare la nostra resilienza?
Essa presuppone comportamenti, pensieri ed azioni che possono essere appresi da chiunque e in qualunque circostanza.
Cominciamo domandandoci, quando siamo in difficoltà, come siamo riusciti in passato a superare altre situazioni stressanti: sarà la nostra autostima ad aiutare così la resilienza a venir fuori in modo adeguato.
Concentriamoci poi sul presente e contestualizziamo la situazione per trovare meglio gli strumenti per superarla; cerchiamo di essere il più possibile flessibili, cambiamo il nostro schema di pensiero e sentiamoci orgogliosi degli obiettivi che man mano riusciremo a raggiungere.
“Per avere qualcosa che non hai mai avuto… devi fare qualcosa che non hai mai fatto…”
Impariamo inoltre a chiedere aiuto nell’ambiente familiare o amicale, a riconoscere ed a comunicare le nostre emozioni, a non piangerci addosso.
Elaboriamo pensieri positivi: alimentiamo la convinzione di controllare l’ambiente che ci circonda e di conseguenza anche l’esito degli eventi; mettiamoci d’impegno a creare nuovi obiettivi da raggiungere e superare. La sfida è considerare i cambiamenti come incentivi e opportunità di crescita!
Con questi accorgimenti, sarà più semplice attivare la nostra capacità di resilienza e trovare così gli strumenti per superare sempre da vincitori le situazioni difficili.
E perché no! Traiamo un insegnamento anche da momenti socialmente difficili come questi, sfruttiamo l’occasione per recuperare con un giusto equilibrio psicologico il senso della vita, dei nostri rapporti sociali e dei valori.
Un ringraziamento al Dott. Giovanni Schiattarella per il contributo alla stesura
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