E’ di 6 mesi fa la sentenza della Cassazione che sottolineava quanto fosse un pregiudizio pensare che sia dannoso per il benessere dei figli crescere con una coppia di genitori omosessuali. Una sentenza che ne ha seguita un’altra del 2010 e che ha animato il dibattito sul tema.
Non si può quindi negare ad una coppia gay l’affidamento di minori perché comunque hanno tutte le potenzialità per avere uno sviluppo funzionale ed equilibrato.
La Cassazione ha quindi bocciato il ricorso di un padre contro la decisione di affidare il figlio alla mamma che viveva con la sua compagna, secondo i giudici non è giusto dare per scontato che sia dannoso ma è necessario prima dimostrarlo.
Ed infatti esistono studi in merito: sul Journal of Homosexuality sono state pubblicate le conclusioni di una ricerca secondo la quale adolescenti cresciuti in famiglie omosessuali fossero risultati più stabili emozionalmente e più efficienti nello studio.
Uno studio durato anni che ha coinvolto 78 nuclei familiari e basato su interviste alle madri durante la gravidanza e quando i figli avevano 2, 5, 10, 17 anni, su interviste ai minori stessi e sull’analisi dei loro risultati scolastici.
Rispetto al campione in famiglie eterosessuali, sono emersi meno problemi comportamentali, forti legami familiari, solidi modelli genitoriali, ottimo livello di relazioni sociali e familiari. La stessa condizione di famiglia omogenitoriale era un argomento privo di imbarazzo e taboo.
Simili ricerche in Europa hanno offerto gli stessi risultati positivi, sottolineando che i figli crescono comunque sani e felici.
Le famiglie omogenitoriali
Esistono diverse tipologie “omogenitoriali” con caratteristiche e bisogni diversi.
Si può parlare di “omogenitoriali ricomposte” quando la coppia gay ha avuto figli da una precedente relazione; di nuclei “a fondazione omosessuale” in cui la coppia ha avuto figli con la fecondazione assistita; di famiglie “a fondazione allargata” formate da due coppie omosessuali che condividono la genitorialità oppure da una coppia gay ed un terzo di sesso diverso.
Sono tutte famiglie che però è sbagliato considerare solo in base al sesso dei genitori, sono nuclei con una propria capacità di amare, educare, curare e contenere i figli.
Il danno proviene solo dalle mille difficoltà che si incontrano per nascondere o mentire su questa realtà, una realtà che i figli vivono come naturale e di cui quindi devono parlare con libertà, ottenendo rispetto da chi li ascolta.
Se basata sull’amore, sul rispetto e sulla comprensione reciproca, qualsiasi nucleo familiare deve essere considerato lecito e degno di riconoscimento. I figli non hanno nulla di diverso dai bambini di genitori etero ed hanno diritto ad una rete di rapporti sociali, all’accettazione ed ad un’infanzia serena, non di serie B.
La scuola come prima alleata
Viene spontaneo pensare alla scuola come alleata nel percorso di accettazione e preparazione.
E’ il primo contesto sociale con cui hanno a che fare i figli ed il primo banco di prova in merito ai rapporti sociali e quindi terreno fertile per costruire le basi della personalità futura.
Spesso quindi i genitori si rivolgono a questa istituzione per cercare alleanza e collaborazione nel preparare il terreno ed è auspicabile che trovino insegnanti preparati ed aperti, disponibili ad ascoltare senza pregiudizi ed a farsi garanti del rispetto del nucleo davanti agli altri bambini e genitori.
Le coppie gay sono sensibili all’argomento e preparate a questo ed hanno quindi le competenze per reagire a tali attacchi e per aiutare i propri figli a non soccombere ma, nel momento in cui si trovano soli a scuola, devono poter contare sull’alleanza delle figure di riferimento (docenti, assistenti, preside…).
Sebbene siano comunque sereni all’interno del loro contesto familiare, sono perfettamente consapevoli di rappresentare i “diversi” e quindi sono bambini che da subito si trovano a scontrarsi con la curiosità e l’incredulità ed anche con i pregiudizi dei compagni (spesso scaturiti dall’aver ascoltato discorsi dei propri genitori).
Si tratta comunque di un buon campo di prova: dalle ricerche emerge infatti che questi bambini hanno un più alto grado di resilienza, quindi sono maggiormente capaci di affrontare e superare le difficoltà grazie a risorse interne e familiari.
Senza dimenticare che, di riflesso, sono anche bambini con una più ampia apertura mentale e con una maggiore capacità di rispetto per le diversità
Uno sviluppo psicofisico sano ed equilibrato non dipende solo dal sesso dei genitori ma su molti altri elementi essenziali come per esempio il rapporto con i coetanei, le figure di riferimento, la famiglia allargata, il substrato sociale, la cultura in cui si vive, i mass media…
Ogni singola famiglia deve essere considerata unica e quindi tutelata, non ha importanza il sesso della coppia genitoriale ma solo le sue risorse, le sue capacità, le sue modalità ed il modo in cui le utilizza nella relazione con i propri figli.
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