Riuscite a ricordare il giocattolo preferito che avevate da piccoli? Probabilmente si.
Chi ha figli, potrebbe indicare il giocattolo preferito con cui gioca sempre il proprio bambino? Probabilmente no.
Oggi le maggiori pubblicità hanno per oggetto i giocattoli.
A differenza delle altre queste pubblicità riempiono le programmazioni televisive con maggiore assiduità e in momenti specifici della giornata (mattina presto e primo pomeriggio) e dell’anno (a Natale, a Pasqua, ecc.).
Molti genitori non riescono a sottrarsi al martellamento pubblicitario, anche perchè non vogliono “restare indietro” rispetto ad altre famiglie, e parallelamente ci sono le incessanti ed estenuanti richieste dei bambini per questo o quel giocattolo tanto di moda.
Strano che i genitori alla fine cedano? Non proprio….
Non vi sorprenderà scoprire però che l’abbondanza di giocattoli soddisfa più gli adulti che i piccoli ed ha maggiori effetti sui genitori che non sui bambini.
E questo perchè le feste riportano alla propria infanzia e se nei ricordi i regali scarseggiavano, ricolmare i figli di doni significa prima di tutto ricolmare il bambino che sopravvive dentro di sé di quelle attenzioni che sono mancate
Ma è solo questo il motivo?
Che ruolo ricopre un giocattolo nello sviluppo del bambino?
Come è cambiato il significato del regalo per le ultime generazioni?
E’ importante sapere che il gioco è significativo per lo sviluppo intellettivo del bambino.
Attraverso il gioco, si acquisiscono nuove modalità per entrare in relazione con il mondo esterno, si sviluppano le proprie potenzialità intellettive, affettive e relazionali e ricevere dagli altri diventa un momento educativo importante destinato a sviluppare la capacità di scambio e l’uso creativo degli oggetti.
Quando troppi…..
Ricevere troppi regali però può disorientare il bambino che non sa più quali valorizzare, compromettendo a volte anche il suo equilibrio psicologico.
Oggi infatti è una sostituzione e compensazione dei sensi di colpa e la prima strategia educativa (o forse un surrogato!) dei genitori: il regalino quotidiano serve a non far piangere il bambino, a tenerlo buono e soprattutto a colmare assenze o carenze affettive.
Un giocattolo attutisce i sensi di colpa dei genitori ed impegna l’attenzione del piccolo durante le assenze prolungate di mamma e papà che lavorano.
Quando giusti….
La disponibilità dei genitori, dei parenti e degli amici a riempire il piccolo di doni dovrebbe tenere conto che Il regalo deve avere un valore, deve essere raro, avere un significato preciso, rappresentare un premio, in caso contrario diventa un vizio e finirà con il non gratificare più il bambino.
Meglio pochi regali ma ben scelti e, soprattutto, condivisi con i genitori. La quantità non è misura dell’affetto.
E come psicologa aggiungo un invito alla riflessione: e se i genitori provassero ad essere i giocattoli dei propri bambini?
Restituiamo al giocattolo il ruolo di strumento di crescita e divertimento e non di possesso di un prodotto meramente commerciale!
Che ne è dei giochi all’aperto o di quell’unico giocattolo preferito che da piccoli ci insegnava a sognare?
Articolo scritto con l’aiuto della Dott.ssa Barbara Santorelli
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