Tutte le donne hanno frequentato almeno una volta nella vita un corso di danza, se non per coltivare una passione o una predisposizione naturale, almeno per passare qualche ora spensierata o per puro scopo rilassante.
Non a caso la danza è una delle primarie forme d’espressione corporee, un insieme armonico di movimenti che hanno il potere di portare in superficie i nostri stati emotivi. Dopo la musicoterapia, tempi recenti hanno visto la nascita di una forma di intervento terapeutico per molti versi affine che sfrutta proprio questa sinergia di elementi, ovvero la danzaterapia. E se i benefici fisici del movimento combinato alla musica sono ben noti, ora anche la danza arriva a supportare il benessere mentale in un sano connubio mente-corpo. Attualmente esistono diverse forme di ‘aiuto’ adottati in ambienti privati o strutture pubbliche come gli ospedali e che vedono nella danza lo strumento principale.
La danzaterapia si snoda attraverso differenti tipi di approcci e modalità, è finalizzata ad un sostanziale miglioramento del benessere psicologico ed anche più in genere delle facoltà mentali. A tal proposito si definiscono obiettivi generici e si seguono poi degli specifici programmi.
Questa innovativa forma terapeutica arriva ad agire su più aree psichiche:
– l’area cognitiva, al fine di migliorare lo schema corporeo e l’apprendimento di concetti;
– l’area emotiva, al fine di favorire il superamento di fobie di diverso genere, incentivando anche la capacità di manifestare i propri vissuti emotivi con piglio positivo;
– l’area relazionale, al fine di migliorare le relazioni interpersonali sociali/sentimentali/professionali;
– l’area psicomotoria, al fine di migliorare l’orientamento spaziale e la coordinazione motoria.
La danzaterapia risulta particolarmente utilizzata in caso di nevrosi, psicosi, disturbi alimentari, comportamenti ossessivi, depressioni, disturbi del linguaggio e problematiche post-traumatiche. Gli incontri di danzaterapia non hanno mai mostrato controindicazioni e sono rivolti non solo alle donne, ma anche agli uomini, alle coppie oppure ai gruppi, naturalmente senza mai trascurare, laddove ce ne sia esigenza, una terapia psicologica parallela.
Lisa Besutti
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